Roma e Madrid sono spesso accomunate dal medesimo destino: ieri, quello del rispettivo Prodotto interno lordo di Spagna e Italia, oggi quello di chi, tra questi due Paesi, riuscirà per primo a uscire dalla crisi economica. Il Fondo monetario internazionale ha previsto, per il 2012, una contrazione del Pil spagnolo del 1,7%, mentre per l’Italia le stime sono del 2,2%. Anche sul fronte occupazionale, Spagna e Italia denotano somiglianze: nel regno iberico, la disoccupazione ha raggiunto il 22,7%, più del doppio di quella dell’Italia (10,2%), che però segnala dei picchi in negativo nel Mezzogiorno. Due Paesi allo specchio, dunque, se non una guerra tra poveri in cui la Spagna rimane tuttavia avvantaggiata nella partita dello ‘spread’, il differenziale tra i titoli di Stato decennali nazionali e i bund tedeschi presi a riferimento da tutta l’Europa. Nel cofronto macroeconomico tra i due Paesi mediterranei, quel che comunque genera reale differenza è la ‘zavorra’ italiana della criminalità organizzata. In merito a ciò, numerosi sono gli italiani residenti in Spagna che, in questi ultimi anni, si sono dati molto da fare al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica intorno a questo problema, che potrebbe non esser più, un domani, una questione ‘tutta italiana’. Per esempio, la piattaforma “A Madrid si muove un’altra Italia” (http://amadridsimuoveunaltraitalia.wordpress.com/) costituita dal Movimento del Popolo Viola di Madrid e dai Giovani Pd di Madrid, sin dal 2010 ha indetto una splendida campagna di sensibilizzazione per riflettere sul fenomeno delle mafie e del loro sviluppo politico ed economico, in Italia e in Europa, al fine di pubblicizzare il lavoro di ricostruzione della legalità nel sud d’Italia svolto dai cittadini in collaborazione con magistrati e giudici. ¿Las mafias son sólo un problema italiano? questa la domanda proposta a un pubblico misto di italiani e spagnoli, in una lunga serie di manifestazioni dedicate alla legalità che hanno spaziato dal teatro, al cinema, ai concerti dei Modena City Ramblers. Le strutture ospitanti sono state l’Università Complutense e la Case europea della cultura. In esse, si sono succedute lo spettacolo teatrale ‘Laura C.’ della compagnia ‘I Residui’ (www.residuiteatro.com), ambientato nella terra della mafia calabrese, la ‘ndrangheta, in collaborazione con l’associazione ‘Libera dalle mafie’. La stessa città di Madrid, ormai da qualche anno organizza, per ogni festività del 1° maggio, la “Giornata mondiale dei lavoratori e alle lavoratrici”, al fine di ricordare come le mafie abbiano sempre molto a che fare con la precarietà e il lavoro nero, secondo lo slogan: “El trabajo precario refuerza las mafias”. Numerosi sono inoltre gli incontri in memoria di Peppino Impastato, l’attivista siciliano ucciso l’8 maggio 1978 dalla mafia. Si tratta di conferenze di riflessione tese ad approfondire le difficoltà di fare informazione e comunicazione nelle terre sotto controllo mafioso. E’ corretto, in effetti, che il tema della lotta alla criminalità organizzata venga affrontato in un’ottica europea, nell’intento di riuscire a superare tutte le difficoltà del lavoro investigativo delle istituzioni internazionali nell’opporsi al potere delle mafie.