Cinzia Salluzzo RovitusoLa crisi economica globale non ferma la spesa per la conquista del pianeta. Un mondo ormai devastato da una crisi sociale profonda, una ‘macchia nera’ che avanza. La corsa alle armi rimane un punto fermo dell’economia mondiale e i dati lo confermano: secondo una stima dell’Istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace (Sipri), nel 2009 l’Italia si collocava al decimo posto nel mondo, con quasi 36 miliardi di dollari di spesa. Gli Usa erano saldamente in testa, con 661 miliardi di dollari, pari al 43% del totale, mentre le spese complessive ammontavano a 1.531 miliardi dollari, con una crescita del 49% rispetto all’anno 2000, sulla base dei dati disponibili allora. Un mondo impazzito, dunque, che non investe le sue risorse nell’energia alternativa, nella pace, nella microeconomia, bensì nella guerra. Un mondo che continua ad appoggiare Israele nella sua folle lotta al terrorismo. Quale terrorismo? Quello di un manipolo di attivisti, ‘chiazze’ di sangue che si diffondono a macchia d’olio: a quale fine? Puri e semplici meccanismi intrinseci di profitto, tra i quali non possiamo avventurarci senza prove certe. Altri dati fanno ‘accapponare’ la pelle: dieci Paesi assorbono il 75% del totale della ricchezza prodotta dalle spese militari. Alle spalle degli Usa, primi con 661 miliardi di dollari, (il 43% del totale), la Cina 100 (6,6%), la Francia 63,9 (4,2%), la Gran Bretagna 58,3(3,8%), la Russia 53,3 (3,5%), il Giappone 51 (3,3%), la Germania 45,6 (3%), l'Arabia Saudita 41,3 (2,7%), l'India 36,3(2,4%) e l’Italia con 35,8 miliardi di dollari (2,3%). Il nostro Paese, in particolare, si conferma uno dei maggiori produttori di mine ‘antiuomo’, cioè tra i principali ‘fabbricanti’ di mutilati del mondo. Un commercio che non vede flessioni e, anzi, segna sempre un attivo nei bilanci. Le guerre sono un grande affare, ognuna con un profitto distinto. La più produttiva indovinate qual è? Non credo serva tanta fantasia: chiaramente, la guerra in Afghanistan, che continua a incidere pesantemente sul bilancio degli Usa. Si fomentano le guerre, non si fomenta la pace. Anzi, chi si presenta come difensore della pace viene trasformato in ‘guerrigliero’, come accade a chiunque cerchi di segnalare quel che succede ogni giorno, da anni, nella striscia di Gaza. Un conflitto, quello israelo-palestinese, che sin dal lontano 1948 arricchisce solamente i produttori di armi, ovvero gli Stati, Usa in testa. Ecco qui di seguito una tabella con la ‘top ten’ delle spese militari effettuate nell’anno 2009 in miliardi di dollari (fonte Ansa):

1) STATI UNITI: 661
2) CINA: 100 (stima)
3) FRANCIA: 63,9
4) GRAN BRETAGNA: 58,3
5) RUSSIA: 53,3 (stima)
6) GIAPPONE: 51,8
7) GERMANIA: 45,6
8) ARABIA SAUDITA: 41,3
9) INDIA: 36,3
10)ITALIA: 35,8



Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio