Via Francesco Crispi, a Roma, è tornata agli antichi splendori con il nuovo allestimento della Galleria d’Arte Moderna, uno degli ‘scrigni’ artistici e culturali più preziosi della capitale riaperto al pubblico dal prossimo 21 dicembre. Con un radicale riordinamento delle collezioni del XIX e del XX secolo, la rassegna entra a far parte del Sistema Musei Civici di Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico. “Sono passati troppi anni dal giorno in cui la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale è stata chiusa”, ha affermato l’Assessore alle Politiche culturali e Centro storico, Dino Gasperini, “un tempo lunghissimo per un museo, sufficiente a farlo rimpiangere, ma purtroppo anche, per i meno attenti, a farlo dimenticare o, più semplicemente, a non farlo conoscere alle nuove generazioni, ostacolando quel percorso di affezione alla propria stessa Storia e agli spazi che ne custodiscono memoria e tesoro, una tappa fondante del percorso di crescita di una città come Roma e di chi la abita”. Il nuovo allestimento è stato collocato nell’antico monastero delle Carmelitane scalze – edificio del XVIII secolo situato nel pieno centro di Roma - il quale indubbiamente offre uno spazio espositivo adeguato ai moderni standard museali e in cui, grazie a un attento programma di rotazione delle opere, il museo presenterà al pubblico quanto fino a oggi visibile nei depositi solo agli addetti ai lavori. “Terminata una scrupolosa e attenta opera di ristrutturazione”, ha spiegato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, “il nuovo allestimento inaugurato quest’anno ripropone al pubblico romano, agli studiosi e ai turisti un nucleo di capolavori tra i più grandi della storia dell’arte, in una cavalcata nel tempo che va dal realismo magico al simbolismo, dal naturalismo al divisionismo, dal futurismo alla scuola romana, per seguire, con rigorosa continuità e intensa passione, gli sviluppi e le tendenze dell’arte italiana post-risorgimentale e del novecento. Il nuovo allestimento privilegia il sistema dell’accoglienza e della visibilità, restituendo al pubblico romano la collezione storica, pensata come uno dei patrimoni artistici d’arte moderna più importanti della capitale. Una collezione che potremmo chiamare, quindi, la ‘collezione dei cittadini’, in particolare dei cittadini di Roma”. La collezione raccoglie oltre 3 mila opere di scultura, pittura e grafica realizzati tra metà ottocento e secondo dopoguerra, che raccontano, insieme alla Storia dell’arte, anche quella della città. C’è Nino Costa e il suo ‘Alla fonte’ in rappresentanza del simbolismo, c’è ‘Il giocatore di ping pong’ di Capogrossi e c’è un’intera ‘saletta’ dedicata a quel Giacomo Balla, firmatario insieme a Boccioni, Carrà e Severini del ‘Manifesto tecnico della pittura futurista’. Tra tutti, poi, un pezzo unico spicca nella sezione dedicata alla romanità: ‘Il Cardinal Decano’ di Scipione, del 1930. Ma non solo: c’è inoltre il primo nucleo di opere, acquistato nel 1883 presso l’Esposizione Internazionale di Belle Arti che, nel 1931, si trasformò in Galleria Mussolini. Fu, infatti, nel corso degli anni ’30 del secolo scorso che la raccolta si ampliò notevolmente, attraverso le numerose acquisizioni presso le principali rassegne romane dell’epoca di opere come quelle di Giorgio de Chirico, Mario Mafai, Scipione, Gino Severini, Giorgio Morandi, Giuseppe Capogrossi, Afro, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Mario Sironi e, tra gli scultori, Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù. Nell’ambito di un programma a lungo termine, la mostra inaugurale propone tre percorsi incentrati su temi chiave, che interessano l’intero arco cronologico della collezione e presentano in una nuova ottica alcuni dei principali capolavori. Luoghi, figure, nature morte/Opere della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, è il nome della mostra inaugurale, a cura di Maria Elisa Tittoni, Maria Catalano, Federica Pirani e Cinzia Virno, che rimarrà aperta al pubblico sino al 15 aprile 2012. Essa presenta circa 140 opere, selezionate lungo tutto l’arco cronologico della collezione e suddivise in tre sezioni tematiche - la figura, le vedute e visioni di Roma, l’oggetto - rispettivamente distribuite nei tre piani dell’edificio. A queste si aggiunge la scultura, unico tema trasversale che, a partire dalle splendide opere di Arturo Martini e Giacomo Manzù ospitate nel chiostro, prosegue a commento delle tre sezioni espositive, in un continuo dialogo tra tradizione e modernità. All’occasione inaugurale, infine, si è voluta legare la pubblicazione in catalogo del ‘Regesto delle Opere’ della collezione storica, utile strumento per lo studioso e, in genere, per la conoscenza e la divulgazione di un patrimonio storico-artistico di grande rilevanza. Dopo otto anni, insomma, ecco un nuovo patrimonio aprirsi agli occhi del pubblico, un tesoro che arricchisce il patrimonio artistico della capitale, sia per il suo valore numerico e storico, sia per quello artistico-economico.
(articolo tratto dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)