Aver dato quasi 2 miliardi e mezzo di euro per i ‘rimborsi’ dei costi che i Partiti politici hanno sostenuto per le elezioni degli ultimi anni mi sembra una cifra veramente pazzesca. Considerate che il famoso ‘scudo fiscale’ in totale ci ha fatto incassare 5 miliardi di Euro e che in questi anni i ‘rimborsi’ elettorali ai Partiti ci sono costati quasi la metà di questa cifra. La Corte dei Conti ha scritto che “quello che viene normativamente definito contributo per il rimborso delle spese elettorali è, in realtà, un vero e proprio finanziamento”. Con buona pace dei 31,2 milioni di italiani che col referendum del 1993 avevano dichiarato di volere l’abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti. Ho dovuto scrivere che "ormai l’unica possibilità è fare un tam tam, un passaparola. E’ necessario che ogni cittadino chieda sempre, a tutti e in tutte le occasioni, una legge che dica chiaro e tondo: 1) che l’attività dei Partiti politici non è finanziata dalle casse pubbliche, come hanno scritto i 31,2 milioni di italiani che hanno votato SI al referendum radicale del 1993; 2) che dalle prossime elezioni saranno rimborsate solo le spese elettorali accertate dalla Corte dei Conti e supportate da documenti fiscalmente validi e così via". Per capire come funziona, pensate che solo nell’anno 2008 i Partiti politici hanno avuto il diritto di incassare: 1) 99,9 milioni di euro per la terza rata del contributo pubblico per le elezioni politiche del 2006; 2) 100,6 milioni per la prima rata del contributo per le elezioni politiche del 2008; 3) 41,6 milioni per la quarta rata del contributo per le elezioni regionali del 2005; 4) 49,4 milioni per la quinta rata del contributo per le elezioni europee del 2004. In totale 291,5 milio di euro nel solo anno 2008 (fonte: Corte dei Conti referto sulle elezioni politiche del 2008, pagina 180). E’ una cifra quasi identica ai 300 milioni presi dai fondi FAS per fronteggiare la crisi degli stabilimenti Fiat di Pomigliano d’Arco e Termini Imerese. E se paga in ritardo, lo Stato deve versare ai Partiti politici anche gli interessi. Per il Pdl e il Pd, la Corte dei Conti ha certificato che per le elezioni del 2008 il primo ha speso 54 milioni e ne incasserà 206, mentre il secondo dopo averne speso 18 ne incasserà 180. La somma del contributo pubblico, solo per questi due partiti, fa 382 milioni: più del doppio del gettito 2008 dell’ imposta sul gioco del Totocalcio e dell’Enalotto (179 milioni. Fonte ISTAT , analisi delle imposte indirette, tavola 18). Quando la legge era entrata in vigore, se non altro prevedeva che “in caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi è interrotto”. Ma con un emendamento, all’inizio del 2006 le parole “il versamento … è interrotto” sono state sostituite dalle parole “il versamento …. è comunque effettuato”. Geniale, vero? Grazie a quella piccola modifica il ‘rimborso’ per le elezioni politiche del 9 e 10 Aprile 2006 (499,6 milioni di euro) è stato incassato per cinque anni, fino al 2010, anche se la legislatura è stata interrotta nel 2008, dopo due soli anni. E anche il ‘rimborso’ per le elezioni del 13 e 14 aprile 2008 (503,1 milioni) sarà incassato per 5 anni, fino al 2013, anche se la legislatura verrà interrotta prima. A mio giudizio, quello che sta succedendo a Roma in questi giorni è una sceneggiata: forse sbaglio, ma è tutto così illogico… Insomma, vi confesso che in certi momenti a me sembra che si stia cercando un alibi per fare delle belle elezioni anticipate e incassare tanti altri bei quattrini. Una curiosità: il testo della legge ‘mille proroghe’ con dentro questo ‘emendamento - colpo di mano’ era stato approvato il 2 febbraio 2006 al Senato e il 9 febbraio alla Camera. Poco dopo, l’11 febbraio, il presidente della Repubblica aveva firmato il Decreto di scioglimento delle Camere. Su quel testo, il Governo Berlusconi aveva chiesto la fiducia. E questo significa che per lo straordinario regalo ricevuto i Partiti politici devono ringraziare Berlusconi e i suoi ministri. Ma dai resoconti stenografici su questo punto non risultano particolari proteste nemmeno da parte dell’opposizione.
Presidente dell'Associazione culturale Pagliarini per il Federalismo