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La ricerca di nuovi rimedi contro il
coronavirus non si ferma: un gruppo statunitense sta infatti mettendo a punto un
vaccino anti-Covid 19 basato su uno
spray semplice e dai costi ridotti. La notizia ha un certo peso, poiché molti ambienti
‘No vax’ stanno generando un
allarmismo ingiustificato, mentre la ricerca già da tempo è consapevole di possedere la sua
‘bomba atomica’: i
batteriofagi. Questi ultimi sono la frontiera più avanzata della ricerca scientifica, da decenni allo studio al fine di sostituire gli
antibiotici. Con l’esplosione della
pandemia, la sperimentazione ha subìto una forte accelerazione, che ha condotto ai primi dati favorevoli sugli animali da parte della
Rice, della
Rutgers e della
Northeastern University. I
batteriofagi sono il vertice della
potenza microscopica. Il loro utilizzo sui topi ha dimostrato una
risposta immunitaria legata alla produzione di
anticorpi potenziati, in grado di garantire
un'immunizzazione pressocché definitiva. I dati pubblicati su
Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) attestano tali esiti. Il nuovo approccio si fonda sull’impiego di
batteriofagi, o semplicemente
fagi: virus che, in genere, infettano esclusivamente batteri nocivi, al fine di replicarsi e diffondersi senza alcun tipo di danno per gli esseri umani. Come già accennato, la prima strategia consiste in uno
spray a base di questi particolari
virus, del tutto innocui per l'uomo. La ricerca scientifica è infatti riuscita a innestare sulla superficie dei
fagi un piccolo frammento del
coronavirus, in particolare la
proteina ‘spike’ del
Sars-CoV-2, che serve a indurre una reazione del sistema immunitario e a provocare la formazione di
anticorpi specifici. L’idea alla base è quella di creare una
barriera che difenda i nostri polmoni, tramite
inalazione, dagli attacchi del
coronavirus. Una seconda strategia prevede, invece, la somministrazione - tramite
iniezione sottocutanea – dei
batteriofagi che contengono l’informazione che serve a stimolare il sistema immunitario contro la
Sars-CoV-2. Entrambe le formulazioni scelte (inalazione e iniezione sottocutanea) hanno dimostrato di produrre
alti livelli di anticorpi specifici contro il
coronavirus. Benché in fase ancora preliminare, tale indagini aprono nuove prospettive di ricerca contro il
Covid 19 fondate sull’uso pratico e a prezzo ridotto dei
fagi. Gli scienziati hanno anche già messo a fuoco i
vantaggi pratici del nuovo prototipo: dalla
resistenza del prodotto alla sua
stabilità a
temperatura ambiente; dalla
semplicità della piattaforma che serve a realizzarlo ai
bassi costi per una produzione rapida e su ampia scala, affinché possano diventare accessibili anche per i
Paesi poveri del pianeta. Solo se tutto il mondo si
vaccina si potrà contenere il
contagio e
contrastare efficacemente la
pandemia. Ma c’è anche un altro vantaggio nell’’utilizzo dei
batteriofagi: la
proteina spike somministrata tramite lo
spray o la
sottocutanea può contenere diversi
‘frammenti’ del virus, che oltre ad attivare il sistema immunitario possono essere
riadattati, nel tempo, in maniera molto
semplice, in modo da fornire una protezione anche contro le
nuove varianti dei
coronavirus. In altri termini, si potrà cambiare rapidamente il prodotto come già avviene anche per i
vaccini a
‘Rna messaggero’, in modo da coprire un più ampio raggio di
forme virali.