Dario CecconiLa nave da crociera più famosa del mondo ci riprova. L'investimento, fatto dalla 'Blue star Line', è di ben 500 milioni di dollari. Il nuovo Titanic salperà nel 2022 e la sua rotta sarà esattamente quella del 1912, a cento anni esatti dalla terrificante collisione con un iceberg in cui oltre 1500 persone persero la vita. Gli interni della 'Titanic II' riproducono esattamente la copia dell'originale e sono frutto di numerosi anni di lavoro. Il magnate australiano Clive Palmer, presidente di 'Blue Star Line', aveva indicato, infatti, il 2016 come data di conclusione dei lavori, salvo poi dover allungare i tempi proprio per rendere ancor più realistica la sua opera. Per fortuna di chi affronterà questa sfida, la nave è stata costruita con le migliori dotazioni in termini di sicurezza. Il nuovo Titanic disporrà di moderne procedure di evacuazione, controlli satellitari, radar digitali di ultime generazione e tutto ciò che ci si può aspettare da un gigante del mare del XXI secolo.

Il Titanic del 1912
Disegnato da William Pirrie, presidente dell'industria navale 'Harland and Wolff' e da Thomas Andrews, capo del dipartimento di progettazione, il Titanic fu progettato per competere con il Lusitania e il Mauretania, transatlantici della compagnia rivale 'Cunard Line', di cui adesso la 'White Star Line' fa parte. La propulsione del Titanic era a vapore: erano ben 29 le sue caldaie motrici, alimentate con circa 730 tonnellate di carbone ogni giorno. Le scialuppe presenti a bordo erano solo 20, per una capacità complessiva di 1178 persone: decisamente insufficienti per salvare passeggeri ed equipaggio in caso di evacuazione. La velocità massima della nave era di 23 nodi (43 km/h) e poteva trasportare complessivamente 3547 persone. Oltre a una piscina al coperto, vi erano un bagno turco e un campo di 'squash'. Erano 34 gli alloggi privati, dotati di soggiorno, sala di lettura e sala da fumo al loro interno. A capo della nave, progettata per offrire un collegamento settimanale con l'America e garantire il dominio delle rotte oceaniche alla 'White Star Line', c'era il capitano Edward John Smith. Quest'ultimo, al suo viaggio di chiusura prima del pensionamento, ignorò o non diede peso agli avvertimenti dei telegrafisti riguardanti la possibilità di incontrare sulla propria rotta alcuni iceberg. Smith, dopo l'impatto, visti i danni diede l'ordine di imbarcare sulle poche scialuppe di emergenza disponibili prima le donne e i bambini e solo dopo gli uomini. Delle 2.227 persone imbarcate, 1.517 non si sarebbero salvate. Ma questo i passeggeri non potevano saperlo: solo il capitano era consapevole di ciò che sarebbe stato il destino dei naviganti. L'impatto con l'iceberg provocò lo squarcio della fiancata destra del transatlantico, che affondò 2 ore e 40 minuti più tardi, spezzandosi in due tronconi. L'evento portò alla convocazione della prima conferenza internazionale sulla sicurezza della vita umana in mare, tenutasi a Londra proprio nel 1912. Il 20 gennaio 1915 venne firmato un trattato, che stabilì il finanziamento internazionale della 'International Ice Patrol': un'agenzia della guardia costiera americana che, ancora oggi, si occupa di segnalare la presenza di iceberg pericolosi per la navigazione nel nord Atlantico.                                                                                 


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