Benvenute le polemiche intorno a
Nadia Toffa, che ha detto e scritto che per lei
"il cancro è stato un dono". Benvenute, perché danno modo a noi tutti di riflettere e confrontarci sulle convinzioni che, più o meno consciamente, abbiamo su quello che una volta veniva chiamato
"il brutto male" e basta, perché considerato innominabile. Purtroppo, per motivi familiari e amicali, di cancro ho molta pratica. E ho sentito ogni stranezza detta da ogni tipo di persona. C'è chi pensa sia
'colpa' del malato, che dovrà dunque interrogarsi sui
'nodi da sciogliere' o, addirittura, sui suoi
'errori'; chi dà la colpa
all'alimentazione; chi ha un
approccio psicologico sofisticato, per cui cerca nella vita e nell'atteggiamento del malato le cause prime. Per esempio, se hai il
cancro all'utero c'è un problema non risolto con la
maternità; se hai un cancro alle
ossa, ti sei portato addosso troppi
pesi morali e
responsabilità e ora non ce la fai più. Poi ci sono i
consigli, i
rimedi: dal
bicarbonato all'origano, dal
basilico all'aglio. Non disprezzo alcun approccio, perché allo stato delle conoscenze chissà: anche il più
bizzarro, un giorno potrebbe rivelarsi vero. Per ora, però, vedo colpiti dal cancro
individui di ogni tipo, tutti assai diversi tra loro. Il
cancro come
"un dono"? Quello che ha dichiarato
Nadia Toffa ci costringe a fare i conti con le nostre
convinzioni superstiziose, ideologiche (e anche quelle
strettamente 'scientifiche' talvolta lo sono, escludendo a priori qualunque altra ipotesi). Una cosa è vera: possiamo affrontare il
cancro - e qualunque altra difficoltà grave - in vario modo. Questo sì, è in nostro potere. In questo senso - e solo in questo senso - possiamo parlare di
"dono": quando cioè riusciamo a far emergere
potenzialità che nemmeno sapevamo di avere; quando ci
accorgiamo degli altri, mentre prima non li guardavamo neppure; quando troviamo il coraggio di fare
scelte importanti proprio perché lo
'spettro' di una possibile
morte vicina, invece di
indebolirci ci dà
forza. Naturalmente, dobbiamo restare
vivi. Il
cancro può essere
"un dono" solo per chi la
'scampa'.