A
Roma, nell'area archeologica di
Santa Croce in Gerusalemme, gli archeologi hanno scoperto tre ambienti finora sepolti dal tempo della
Domus dei ritratti, che delineano la struttura e la destinazione di residenza dei dignitari alla corte di
Elena, la madre dell'imperatore
Costantino. Il ritrovamento ha avviato anche una fase di
restauro, per dare rilievo alle murature e ai pavimenti che ospitano i
mosaici del
IV secolo. Gli ultimi interventi hanno inoltre portato alla luce la
Domus della Fontana, così denominata per la fontana semicircolare rivestita di marmo posta nel cortile. Si tratta di una storia che s'intreccia con l'evoluzione nella destinazione d'uso di gran parte dell'ampio quartiere per i dignitari: prima con
Onorio I, inizio del
V secolo, gli edifici vengono distrutti per lasciar spazio all'edificazione delle
mura Aureliane, mentre dalla metà dell'ottocento il territorio di
Santa Croce in Gerusalemme passa a un uso esclusivamente
militare e diviene una grande piazza d'armi con la costruzione di nuovi edifici. Nel
2016, il lavoro di ristrutturazione di uno di questi fabbricati, risalenti agli inizi del novecento, ha portato alla luce un
pavimento mosaicato, che ha offerto immediatamente lo spunto per approfondire l'intervento a una zona ben più ampia. Lo studio
stratigrafico del
2017 ha contribuito a chiarire le conoscenze in merito alla planimetria della
Domus dei ritratti e alla sua articolazione in tre ambienti, scoprendo il vero
atrio e il
cortile che conduce ai due
triclini dove sui pavimenti spiccano i
mosaici. Altra decorazione è stata rintracciata negli
affreschi e nei
marmi colorati presenti nelle
pareti. Nella parte opposta alla
Domus dei ritratti, la scoperta di lacerti di intonaco dipinto ha permesso l'ipotesi di un passaggio a una
terza residenza, della quale oggi ne rimangono solo le strutture in linea con il
fronte dell'acquedotto. Precedentemente al
palazzo reale di Costantino, l'area ha subito diverse trasformazioni, che hanno interessato in particolare gli
horti Variani, annessi da
Elagabalo (218-222 d. C.) nel
demanio imperiale per crearne la propria residenza attraverso l'intervento sulla
villa dei Varii, ora collegata
all'anfiteatro Castrense e al
circo Variano. Lo splendore di questa dimora arriva fino a
Costantino (306-337 d. C.), quando la villa diviene uno spazio destinato a diverse funzioni e risistemato dall'intervento di
Elena, in particolare per le
terme dette
'Eleniane'. Il lento e inesorabile abbandono di queste aree trova le sue ragioni nel progressivo trasferimento dell'organizzazione della vita politica e imperiale a
Costantinopoli e lo sfarzo e la bellezza sono stati per secoli appannaggio della chiesa, ultimo baluardo e centro vitale di una comunità religiosa ancora oggi meta di pellegrinaggio per tanti fedeli.