"Accogliamo positivamente la liberazione di Mosul, in Iraq, annunciata ufficialmente dal premier iracheno Abadi". Così
Foad Aodi, presidente delle
Co-mai, le comunità del mondo arabo in italia e
dell'Amsi, l'associazione medici d'origine straniera in Italia, nonché
'Focal point' per l'integrazione in Italia per l'alleanza delle civiltà
(Unaoc), organismo
Onu. "Vogliamo ricordare", prosegue Aodi,
"che l'Italia, da anni, sul terreno immigrazione, sta facendo uno sforzo eccezionale. Sappiamo che questo problema non può essere affrontato efficacemente senza una vera politica sovranazionale della Ue: ci vuole un'apposita legge europea sull'immigrazione, che fissi criteri precisi per passare dal caos attuale a una politica d'immigrazione programmata e concordata coi Paesi 'di partenza', mediante una serie d'accordi bilaterali internazionali, come proponiamo ormai dal 2000, con i nostri progetti: 'Buona immigrazione' e 'Buona sanità'. Al tempo stesso, diciamo no alle strumentalizzazioni politiche del problema immigrazione, fatte da Partiti come da Governi. L'immigrazione va affrontata sempre con due 'marce': quella dell'integrazione e quella della sicurezza collettiva. Tra partenze, arrivi e discussioni sullo 'Ius Soli', noi preferiamo che la diplomazia mondiale possa creare progetti per lo sviluppo, per l'occupazione, per risolvere i conflitti in atto, così da impedire fughe di massa e fughe dei cervelli, costretti a lasciare i loro Paesi". Aodi invita inoltre tutti gli intellettuali, i professionisti, i lavoratori (sia italiani, sia d'origine straniera), le comunità, le associazioni e i sindacati a impegnarsi di più in politica e
"a rafforzare la voce del nostro movimento internazionale per il dialogo interculturale e interreligioso, 'Uniti per unire', anche nell'ambito politico e sociale. E' ora che noi #scendiamoincampo". Proprio nell'ottica di promuovere una buona e concreta cooperazione economica, a favore anche del dialogo interculturale e interreligioso, si è svolta, ultimamente, presso la sede
dell'Istituto italiano di cultura della nostra
Ambasciata di Tunisi, una tavola rotonda sulla crisi del dialogo intermediterraneo, in particolare tra i Paesi della sponda nord e quelli della sponda sud. Il convegno è stato organizzato dall'associazione
'OMeGA' di
Roma, nell'ambito del progetto
'Rotte mediterranee', patrocinato da
Amsi, dall'Unione medica euromediterranea-Umem, dalle
Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), dal movimento
'Uniti per unire' e dalla
Confederazione internazionale laica e interreligiosa #cristianinmoschea. Partito da
Cagliari il
2 luglio scorso e volto a rivitalizzare le antiche
rotte del Mediterraneo (prima fra tutte, la
'rotta del corallo', percorsa da pescatori e mercanti di corallo tra
Italia del sud e
Tunisia) come direttrici di dialogo e cooperazione. In apertura, il presidente di
OMeGA, ammiraglio
Enrico La Rosa, ha sottolineato l'importanza di
"riattivare il dialogo intermediterraneo, anche per restituire questo mare ai popoli che lo abitano, limitando l'influenza delle grandi potenze".