Dario CecconiTra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della cristianità erano: Gerusalemme, Santiago de Compostela e Roma. La via Francigena rappresentava lo ‘snodo’ centrale delle grandi strade della fede. I pellegrini provenienti dal nord'Europa percorrevano la via per dirigersi a Roma ed eventualmente proseguire lungo la via Appia, in direzione dei porti pugliesi, dove si imbarcavano per la ‘Terrasanta’. Viceversa, i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove si imbarcavano verso i porti francesi, o proseguivano in direzione Moncenisio, per poi immettersi sulla via Tolosana, che ancora oggi conduce verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa e ciò esaltò il ruolo della via Francigena, che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale nell’Europa nel Medioevo.

La riscoperta del percorso
Dopo la riscoperta del ‘Cammino di Santiago’, avvenuta intorno al 1980, ci si è resi conto che anche in Italia esisteva un simile percorso da rivalutare: quello appunto della via Francigena che, in buona parte, giaceva sotto l'asfalto di quelle autostrade o strade statali che avevano ricalcato il tracciato delle strade principali del Medioevo e dell'età romana. L'interesse, dapprima limitato solo agli studiosi, ha fatto nascere, in seguito, una rete di ‘amanti della Francigena’ i quali, armati di vernice e pennello, hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi. Negli ultimi anni, la Regione Lazio ha investito sulla Francigena in termini di risorse e di promozione turistica, riattivando una serie di percorsi che hanno come ‘fulcro’ la città di Roma, in particolare il tratto a nord, proveniente dalla Toscana. Anche in provincia di Lucca sono state effettuate molte opere per recuperare l'antico tratto della via Francigena che giungeva nel ‘cuore’ della città. Attualmente, è cresciuta la necessità di avere strutture idonee per l'accoglienza dei pellegrini e non solo lungo l'intero tracciato, percorribile sia a piedi, sia in bicicletta. Le istituzioni, già da qualche anno stanno lavorando in accordo con il ministero dei Beni culturali, a fine di mettere a sistema l'enorme patrimonio diffuso sulla penisola. Il lavoro è lungo: infatti, oltre alla messa in sicurezza del tracciato, bisognerà affrontare il problema del reperimento di strutture ricettive, dislocate a distanze regolari tra le ‘tappe’. Così come sarà necessario stipulare accordi e convenzioni per i servizi e l'assistenza, che passa prima di tutto attraverso l'informazione delle popolazioni dei territori interessati, principali attori di questa opportunità di sviluppo e d'incontro tra i popoli.

Un viaggio dall’Inghilterra al Lazio
Circa 2 mila chilometri su sentieri e sterrati, coincidenti con il percorso ufficiale dei pellegrini a piedi. La via Francigena, in Inghilterra e in Francia segue un percorso generalmente ondulato, con continui 'saliscendi' che, talvolta, si trasformano in bruschi dislivelli. Per affrontare il viaggio è necessario un certo allenamento fisico. Non meno importanti sono una buona preparazione mentale e molto spirito di adattamento. La difficoltà maggiore è rappresentata dai tratti ‘fuori strada’, che con la pioggia si trasformano in pozzanghere argillose in cui è difficile procedere. Partendo direttamente da Londra, si devono percorrere i 100 chilometri della ‘Pilgrim way’, che già nel Medioevo era frequentata dai pellegrini per raggiungere Canterbury, inizio ufficiale della via Francigena. Il cammino inglese è caratterizzato da vasti prati ben curati e sconfinate praterie, dove è molto facile immaginarsi nobili e reali impegnati nella 'caccia alla volpe'. Una volta arrivati a Dover, famosa per le sue bianche scogliere, ci si imbarca sul traghetto per raggiungere Calais, in Francia. Inizia, qui, un lungo tratto nella più selvaggia campagna francese, sicuramente meno curata ma non meno affascinante di quella inglese. Per molti chilometri si è circondati esclusivamente da campi e appezzamenti incolti, senza mai incontrare una casa, un bar, un negozio. Nella regione dello Champagne, il paesaggio cambia: i campi coltivati lasciano posto a vasti vigneti da cui è appunto ricavato l’omonimo vino francese. Raggiunta la Svizzera, s’incontrano le prime vere salite, molto faticose e impegnative, ma ripagate da una vista straordinaria sulle Alpi. Tra le salite più dure c’è quella fino ai 2.400 metri del Passo del Gran San Bernardo, che permette di valicare le montagne ed entrare in Italia. Nel nostro Paese, la via Francigena si fa molto più frequentata. In molti iniziano il cammino proprio da qui e lo concludono a Roma, meta finale della via. Il panorama italiano, fino a Camaiore, in Versilia, cambia velocemente: si va dalle montagne della Valle d’Aosta, alle risaie della Pianura Padana, ai più dolci rilievi appenninici. Camaiore è una piccola cittadina dell’entroterra versiliese, posta proprio ai piedi dell’Appennino. Essa è assai ricca di Storia e di ‘scorci’ panoramici sul mare, assolutamente da visitare. Da qui poi è possibile raggiungere la ‘città eterna’, per concludere l’affascinante e suggestivo percorso che unisce passato e presente.


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