Silvia MattinaLa stampa internazionale non ha lesinato i commenti dopo la vittoria di Virginia Raggi a sindaco di Roma. E il successo del Movimento 5 stelle è stato interpretato per il suo ruolo di principale opposizione alla maggioranza che sostiene il Governo Renzi. Virginia Raggi è la prima donna 'sindaca' a Roma ed è diventata il vero emblema della scalata politica del M5S, in linea con i tanti movimenti 'antisistema' protagonisti, in pochissimi anni, del panorama politico internazionale. Già nel maggio 2015, l'antiausterità di 'Podemos' marciava, nelle elezioni locali spagnole, alla conquista di città importanti quali Barcellona e Madrid, assestando un colpo al tradizionale sistema bipartitico del Paese di Don Chisciotte. Nel settembre 2015 è stato il 'turno' del Partito di estrema sinistra 'Syriza', che sempre nel segno del rinnovamento e della fine dell'austerità ha vinto le elezioni politiche generali in Grecia. L'ultima 'spallata', in ordine temporale, è stata quella dell'Austria e della destra nazionalista di Norbert Hofer, che ha proposto una campagna 'anti-rifugiati' e 'anti-Ue' perdendo con poco margine la corsa alle presidenziali del mese scorso. Ma andiamo a leggere un po' di stampa estera, per cercare di capire come sono state giudicate Roma e le sue vicende politiche 'dal di fuori': "Elezioni Italia: grandi vittorie per i 5 stelle, Partito di protesta" e "Virginia Raggi vince a Roma: un crescente bisogno di rinnovare le élite in Occidente", sono stati i titoli scelti dalla 'Bbc' e da 'Le Figaro', ricordando la natura fortemente critica nei confronti dell'establishment governativo italiano e la campagna elettorale pro-legalità portata avanti dai vertici del movimento 'grillino'. Diversi commentatori hanno tuttavia descritto la Raggi come "una ragazza 'precisa', determinata e pignola per i dettagli", sottolineando la sua 'mission' di rinnovamento morale in una città troppe volte teatro di speculazioni da parte delle amministrazioni comunali che si erano alternate negli anni precedenti. La Raggi, in ogni caso, "avrà una bella 'gatta' da pelare": la capitale d'Italia, infatti, viene definita "impantanata tra i debiti" (oltre 13 miliardi di euro) "e dai tanti problemi che hanno bloccato la sua crescita: urgenza abitativa, trasporto pubblico, gestione dei rifiuti e riciclaggio". La lettura ci sembra corretta. Soprattutto, quando si aggiungono i problemi di tutti i giorni, vero strazio per i romani, come le tante 'buche' disseminate sia in centro, sia in periferia, congiunte a un turismo sempre più "a compartimenti stagni nell'anno giubilare delle mille speranze". Il 'Washington Post' ha rintracciato le ragioni della sconfitta di Roberto Giachetti nei recenti scandali della Giunta guidata da Ignazio Marino. In realtà, le indagini hanno portato ad arresti di decine di politici con l'accusa di corruzione, alimentando un sentimento di profonda rabbia nei confronti di un Pd romano investito da troppi scandali e con poche risposte concrete nei confronti dei cittadini. Il punto di vista del giornale americano ci è apparso, dunque, alquanto superficiale: alla fine, abbiamo scoperto che Marino era il 'meno peggiore' degli esponenti 'democrat' romani. Ma tale lettura è anche comprensibile: non è semplice spiegare all'estero gli stravaganti 'cortocircuiti' che avvengono nella politica italiana. La testata americana, alla fine si è prodotta in una sorta di 'endorsement postumo', dichiarando che avrebbe preferito l'avversaria di Giachetti in quanto "mossi da un sentimento di profonda rabbia per una ristretta 'cerchia' vittima dei rapporti clientelari e dei numerosi scandali di tutti gli altri...". Un giudizio che si è avvicinato maggiormente alla verità. In quest'ottica, anche 'El Pais', il primo quotidiano spagnolo, ha definito la sconfitta del Pd "una punizione storica" e una "battuta d'arresto" per la leadership politica del primo ministro, che come i suoi due predecessori, Mario Monti ed Enrico Letta, non ha ricevuto il sostegno diretto delle urne. Al contempo, il quotidiano iberico ha presentato il M5S quale valida alternativa di governo. "Un duro colpo a Renzi" è anche il giudizio di 'Al jazeera' e del 'Time', esortando a rivedere il quadro politico complessivo della nazione nell'ottica della forza politica 'stellata'. Lo studioso Christophe Bouillaud, professore aggregato di Scienze politiche presso l'Istituto di studi politici di Grenoble dal 1999, intervistato da 'Le Figaro' subito dopo la 'tornata' amministrativa capitolina, ha precisato come la Raggi, con il basso tasso di affluenza alle urne (60%) "non sia rappresentativa dell'intero corpo elettorale di Roma". Può anche darsi. Ma, alla fine, il conteggio avviene sui voti validi, democraticamente espressi. E l'alto tasso di astensione segnala anche molti altri problemi, a prescindere dalla rappresentatività di Virginia Raggi. Comunque sia, secondo lo studioso francese, "il populismo va considerato nella chiara ottica di eliminare la 'casta', coinvolgendo nell'amministrazione tutti i cittadini romani, anche quelli che hanno deciso di votare per l'opposizione". I cittadini romani sarebbero dunque alla ricerca, secondo tale teoria, "di una nuova 'formula', sia se questa viene espressa dal 'nuovo leader' di un 'ex Partito', oppure attraverso un 'nuovo Partito' come il Movimento 5 stelle". 'El Mundo', per parte sua, ha presentato la neo-sindaca 'grillina' come "la donna dei record" e ha indicato tra i punti importanti del suo programma "il rapporto tra Comune e Santa Sede", poiché quest'ultima "non può più tirarsi indietro riguardo al pagamento della tassa di proprietà sugli immobili presenti sul territorio della capitale". Quando queste cose le dicevano radicali e socialisti, nessuno ci faceva caso: evidentemente, provenivano da esponenti e Partiti troppo marcatamente anticlericali. In ogni caso, la stampa estera segnala come la vittoria della Raggi possa avere ripercussioni anche sul mondo dello sport. Le presunte infiltrazioni di pratiche legate alla corruzione avrebbero infatti messo in dubbio, presso i citadini-elettori, l'opportunità della candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi del 2024. Cio che per Renzi costituiva un'opportunità per l'economia locale, è stato visto dalla Raggi come l'ennesimo sperpero di soldi che andrebbero invece impiegati per le tante urgenze della capitale, nel bene dell'interesse nazionale. E, probabilmente, questa è stata la scelta più 'giusta' da parte della Raggi, nonostante le sue passioni sportive per le immersioni e il 'trekking' in montagna.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio