Carlo PatrignaniBisogna ripartire dal socialismo delle origini: oggi, paradossalmente, siamo nelle stesse condizioni di fine Ottocento, quando non si conosceva il socialismo, quando c'era da costruire la nuova società, ossia l'emancipazione di 'qualcuno' - contadini, operai, uomini e donne - da 'qualcun altro' - la grande borghesia reazionaria - e in questo lavoro di 'ripensamento' della sinistra Antonio Gramsci può darci preziosissimi suggerimenti: lui tento' negli anni '20-'30 di trovare una via d'uscita socialista - e non staliniana - ad una società che non lo era. E' la terapia di Carlo Galli, ordinario di Storia delle dottrine politiche di Lettere e Filosofia all'Università di Bologna e deputato del Pd per far uscire il malato, 'la sinistra’ - che poi è principalmente il Pd - dal coma profondo, ripensando la 'cultura politica'. Dilaniata e frammentata più per lotte intestine di potere che per 'egemonia culturale', la sinistra di un tempo non c'è più: la parola stessa 'sinistra' ha perso, con il suo fascino, senso e credibilità. Tanto che, facendo a polpette la lezione di Noberto Bobbio, si ode l'acre e stonatissimo slogan "sinistra e destra non esistono più". Una prova provata è quanto sta accadendo in seno al Pd, un amalgama mal riuscito per dirla con Massimo D'Alema: pur essendo ancora il solo Partito 'non personale', quindi degno di questo nome, si ritrova un 'Re nudo', senza uno straccio di identità culturale e politica, lontano non solo dalla gente comune ma dai suoi stessi iscritti. Sul resto di quel che si vuol continuare a chiamare 'sinistra', vale a dire Sel, Prc, Pcdi, Psi, è meglio stendere un velo pietoso! Ce la può fare il Pd ad uscire dal coma profondo, a ripartire dal socialismo delle origini e dalla parola 'emancipazione' che non esclude - precisa Galli - le tre parole d'ordine della Rivoluzione Francese, libertà, "ma di qualcuno da qualcosa"; uguaglianza, "a patto di garantire il libero fiorire delle differenze, altrimenti è appiattimento"; fraternità, "meglio solidarietà, comunanza di un'ideale"? Laconica la risposta del politologo: "Speriamo...". E non aggiunge altro! Resta però il richiamo a Gramsci, sul cui 'pensiero' è in corso un acceso dibattito tra gli storici. "Pur se Gramsci è stato filtrato da Togliatti, ed è possibile, il grosso del suo straordinario pensiero ci è noto, a cominciare dalla questione di fondo, la più importante: la sua presa di distanza dall'Urss di Stalin". A differenza di Togliatti, che restò fedele a Stalin: il XX° Congresso del Pcus ne denunciò, nel '56, i crimini, le ‘purghe’, le deportazioni: ben 15 milioni di morti ammazzati!. Eppure, Luciano Canfora è tornato a tessere l'elogio di Stalin. "E' una sua fissazione...", taglia corto Galli.




(articolo tratto dal blog www.huffingtonpost.it)
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