Marta De Luca‘Italialavoro’ è un’agenzia tecnica del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Questa, seppur dipendente dal Governo, si regge quasi esclusivamente su ‘collaboratori’: sui precari insomma. Cioè proprio quei rapporti di lavoro che, a parole, si dice di voler disincentivare. Uno dei tanti paradossi di questa azienda, quelli per i quali ‘Italialavoro’ attua uno dei progetti più importanti chiamato ‘Welfare to work’, è finalizzato proprio alla stabilizzazione dei lavoratori. Mentre altri pensavano a come lasciare ‘a casa’ proprio i ‘collaboratori’ di ‘Italialavoro’. Sì, perché dal dicembre scorso, il Governo Monti-Fornero li ha abbandonati. Fino a quel momento, di contratto in contratto, essi riuscivano a ‘collaborare’. Poi, dal dicembre scorso, non più. E collaboratori anche ‘storici’ sono rimasti esclusi senza alcuna prospettiva. Gente che magari, nella loro ‘follia’, aveva anche fatto un figlio, oppure si era sposata (a oggi si contano più di 100 vertenze individuali da parte di co. pro. che rivendicano i propri diritti). Il ministero, ovverosia ‘Italialavoro’, ha messo in pericolo la loro stessa sopravvivenza. In piena recessione, li ha completamente abbandonati al proprio destino. Per fare il loro lavoro, a questi ‘collaboratori’ veniva assegnato un Centro per l’impiego e, in questi ultimi anni, tanti lavoratori di questi centri sono riusciti ad andare in pensione, mentre tanti altri vi andranno prossimamente. Ciò significa che questi uffici si stanno sguarnendo sempre più e che, tra qualche tempo, non ci sarà quasi più nessuno a svolgere questo tipo di servizio. Nessuno si sta preparando all’evenienza e, come sempre, si parla con vaghezza di un ricollocamento dei ‘collaboratori’. E, al momento, di riaprire un ‘tavolo’ per discutere le assunzioni sembra un’eresia. Nel frattempo, un’agenzia interinale privata come ‘Obiettivo Lavoro’ ha stabilizzato i propri impiegati, mentre l’agenzia del ministero ‘ItaliaLavoro’, che attua progetti di supporto e di ricollocazione, ha mantenuto i suoi lavoratori in regime di precariato e, oggi, li manda via, o non li chiama neanche più. A tutti coloro che in questi giorni hanno parlato, autolesionisticamente, di un Governo Monti bis crediamo sia doveroso chiarire che, dopo le elezioni della prossima primavera, servirà assolutamente un Governo politico e non ‘tecnico’. Perché solo un esecutivo dotato di un approccio globale, socialmente sostenibile, potrebbe mettere un poco d’ordine in situazioni di questo genere. Se da un Governo tecnico, invece, si dovesse passare a un altro di natura ‘tecnico-politica’, noi crediamo che questo Paese non riuscirà a emergere da quel teatrino ‘impazzito’ capace solamente di chiedere visibilità ai media senza poi far nulla di concreto nel riformare il Paese. Serve un ricambio generazionale proprio tra i ‘quadri’ dirigenziali e i ceti ‘alti’, dunque. Altrimenti, l’opinione pubblica non sarà più in grado di accogliere determinati ‘sacrifici’, soprattutto se ‘scaricati’ sempre nella stessa direzione: quella delle famiglie e dei lavoratori.   


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ARBOR - MILANO - Mail - lunedi 17 settembre 2012 16.21
Caro paolo, sono d'accordo che la soluzione (tecnica?) attuale non è certo perfetta, ma alla luce dei recenti fatti denunciati alla Regione Lazio un qualsiasi governo politico sarebbe nocivo per gli interessi dei Cittadini. Ragion per cui un discreto periodo di "quaresima" gestita da piccoli funzionari (non parliamo di tecnici) è forse auspicabile, altrimenti l'unica soluzione concretamente possibile è quella di Grillo, ma anche in questo caso le premesse non fanno sperare niente di buono.... quindi ? Se qualcuno è in grado di fare dei nomi si faccia avanti, altrimenti parlare solo di etica è del tutto inutile..... mentre loro continuano ad abbuffarsi con i soldi dei contribuenti.
Paolo - Milano - Mail - venerdi 14 settembre 2012 22.23
Caro Arbor, ma la classe politica che ha preceduto questi tecnici non è quella degli Andreotti, Forlani, Craxi e De Mita. Noi abbiamo avuto vent'anni di Seconda Repubblica che porta un'altra firma e che ha reso la politica una barzelletta (oltre ad aver strarubato e basta). La critica verso alcune scelte di questo Governo tecnico non ha nulla a che fare con il passato. Credo che nell'articolo ciò che si denuncia è una mancanza di coerenza. Se anche le imprese dello Stato trovano il sistema per non regolarizzare i contratti dei lavoratori, aggirando quindi le sue stesse leggi, perché le altre imprese non dovrebbero fare altrettanto. E l'esempio riportato non è di per sé l'ammissione che il costo dei lavoratori non è sostenibile, allo stato attuale, per le aziende?
ARBOR - MILANO - Mail - martedi 11 settembre 2012 20.17
Abbiamo avuto per trent'anni governi politici con un approccio globale socialmente sostenibile, e ci hanno ridotto con le pezze al culo. Lasciamoli lavorare questi tecnici, non faranno miracoli e probabilmente faranno anche degli errori, ma peggio della classe politica che li ha preceduti non potranno fare. Inoltre (per adesso) non rubano e per il povero contribuente è già una soddisfazione. Niente di più, ma essere nostalgici di Andreotti, Forlani, Craxi e De Mita è puro delirio.


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