Marta De LucaVenerdì 29 giugno 2012, presso il teatro ‘Duse’ di via Crema 8 in Roma, si terrà la rappresentazione teatrale ‘Hammamet’, scritta dal drammaturgo siciliano Massimiliano Perrotta, sulla figura di Bettino Craxi. Ad arricchire l’evento, saranno lette in scena dal figlio Bobo quattro poesie inedite scritte dal grande leader socialista nei suoi ultimi anni di vita ad Hammamet. Lo spettacolo, che chiude la rassegna ‘Roma Off’, diretta da Sandro Torella, ha debuttato nel 2008 ed è stato il primo a interrogarsi sulla complessa figura di Bettino Craxi, interpretato dall’attore Roberto Pensa. Replicato in diverse città italiane, pubblicato dalla casa editrice ‘Sikeliana’ con l’introduzione di Gianni Pennacchi, il lavoro di Perrotta ha vinto il premio ‘Giacomo Matteotti’ 2011 indetto dalla presidenza del Consiglio dei ministri. La tragedia, scritta con la consulenza storica del giornalista Mattia Feltri, si sviluppa come una rilettura critica fatta da sinistra degli anni in cui cadde la cosiddetta ‘prima Repubblica’ e vede al centro la figura di Craxi come uno dei più significativi e controversi uomini politici del Novecento italiano. Al ‘Duse’, Perrotta propone della tragedia una versione‘da camera’, con Andrea Di Giovannantonio nel ruolo del narratore e la partecipazione della mezzosoprano Dora Narducci. Le musiche originali sono di Emanuele Senzacqua.


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Roberto Pensa - Roma - Mail Web Site - martedi 3 luglio 2012 10.47
E' stata una serata indimenticabile...colma di emozioni!
ARRIGO BORIN - MILANO - Mail - lunedi 25 giugno 2012 17.1
E' mia abitudine usare uno pseudonimo nei commenti che faccio su "LAICI" e mi sembra che questaia un'usanza abbastanza frequente, a partire da "Ghino di Tacco", senza che ciò vada ad inficiare il contenuto del commento. Ad ogni modo se proprio ci tiene non ho problema alcuno a sottoscrivere quanto dico.
Per quanto riguarda il contenuto del Suo commento mi limito a sottolineare che se avessi avuto un pedofilo in azienda forse avrei avuto qualche noia, ma non sarei stato condannato in tre gradi di giudizio.
Chi ruba ruba e deve prendersene ( lui o i suoi sodali) la resoponsabilità fino in fondo. Non posso accettare che si continui a scaricare le colpe sui mariuoli che lo fiancheggiavano, anche perchè da cittadino che ha sempre pagato le tasse, quei soldi trafugati erano in parte miei.
Smettiamola di fare santini di personaggi che avrebbero dovuto scontare quanto la LEGGE gli avrebbe imposto, invece di darsi alla latitanza.
Ragionando così potremmo dire che anche per Totò Rijna, in fondo, le colpe erano imputabili esclusivamente a chi gli stava a fianco, magari nel frattempo opportunamente defunti.
Arrigo Borin
arrigo.borin@tin.it
Contenta ?
Marta De Luca - Roma - Mail - lunedi 25 giugno 2012 11.14
Vogliamo anche dire che il coinvolgimento di Bettino Craxi, nelle due vicende da lei citate, era legata alla cosiddetta "responsabilità oggettiva", essendo il tesoriere del Partito deceduto qualche mese prima di queste due inchieste? Non lo dice Wikipedia, tutto ciò? Pensi se le capitasse di avere in azienda un pedofilo e che, per reponsabilità oggettiva, ovvero poiché lei "non poteva non sapere", anche lei venisse coinvolto in un processo penale: poi ce lo viene a raccontare come funziona il sistema giudiziario italiano quando decide di mettersi in moto? In secondo luogo, le sottolineo che per lei è molto facile lanciare accuse su un intero sistema politico - che comunque non giungeva ai livelli delle ruberie attuali... - nascondendosi dietro a uno pseudonimo... Possiamo anche rispettare le sue idee e le sue convinzioni personali. E lei potrebbe anche continuare a non credere alle risposte che potremmo darle noi. Ma almeno lo faccia a viso aperto, secondo modalità rintracciabili: vedrà che, allora, avrà modo di esser quanto meno preso in considerazione da qualcuno. Fin quando si nasconderà, nessuno potrà darle il benché minimo peso specifico, continuando a risultare assai poco credibile.
ARBOR - MILANO - Mail - lunedi 25 giugno 2012 9.42
Massimiliano Perrotta si interroga sulla figura complessa di Bettino Craxi, forse la risposta ai suoi angoscianti quesiti la poteva semplicemente trovare sfogliando Wikipedia che recita:
Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato a: 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo ENI-SAI il 12 novembre 1996[94]; 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese il 20 aprile 1999[95].
Per tutti gli altri processi in cui era imputato (alcuni dei quali in secondo o in terzo grado di giudizio), è stata pronunciata sentenza di estinzione del reato a causa del decesso dell'imputato.
Così è stato e così deve essere, o vogliamo continuare nell'italico vezzo per cui i personaggi importanti non rubano mai, ma sono personalità complesse ?


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