Valeria Luzi è una giovane giornalista-scrittrice che, in questi anni, ha dato prova di essere tra i talenti più promettenti nel panorama della comunicazione romana. Nel 2009 ha letteralmente conquistato il pubblico con il libro
‘Figabook’, edito da
Aliberti, andando letteralmente a dissacrare il genere erotico con un’ironia vivace e graffiante. Questa volta, Valeria si è messa in testa di affrontare il tema della religione con una nuova pubblicazione intitolata:
‘Ma che ci faccio a Medjugorje?!?’, la quale, in poche settimane, è giunta in cima ai ‘rumors’ della rete. Il volume, infatti, è disponibile esclusivamente ‘online’ in formato digitale ‘e-book’ sul portale
www.amazon.it.Valeria Luzi, innanzitutto puoi spiegarci questa decisione di passare da un genere letterario quasi ‘trasgressivo’ come quello di ‘Figabook’, all’ironia nei confronti della religione più ritualista e atavica che hai espresso in ‘Ma che ci faccio a Medjugorje?!?’?“In realtà, il mio genere letterario è sempre lo stesso, cioè l’umorismo: sono i temi a essere differenti. Nel mio libro di esordio, ‘Figabook’, edito da Aliberti, ho voluto dissacrare il mito dell’amore perfetto con la sexy fiaba di una vagina alla ricerca del ‘pisello azzurro’, un libro peraltro assolutamente non trasgressivo o volgare, che hanno letto anche molti adolescenti. In questo mio secondo lavoro, ‘Ma che ci faccio a Medjugorje?!?’, disponibile online solo su Amazon.it , ho deciso di trattare con ironia la religione, ma sempre con grande rispetto verso coloro che credono. Per leggere il libro - tradotto anche in inglese e tedesco - basta un semplice computer o un cellulare di ultima generazione. L’argomento religioso, comunque, è solo uno ‘spunto’ per narrare i momenti più salienti della mia vita, come il burrascoso rapporto con i miei genitori, che hanno sempre cercato di farmi convenrtire nei modi più assurdi, per esempio ‘incastrandomi’ in un pellegrinaggio a Medjugorje lo scorso anno…”.
Puoi riassumerci il vero tema di fondo di questa tua nuova creazione?“Il vero tema di questo mio nuovo libro non è la religione, bensì il rapporto tra genitori e figli, nonché il rapporto con se stessi e con gli altri, oltre a quello con Dio. In una parola, il vero argomento di ‘Ma che ci faccio a Medjugorje?!?’ è la vita, di cui io sono totalmente ‘drogata’, in senso ‘buono’ ovviamente. Alla fine, il pellegrinaggio nella famosa località bosniaca in cui appare la Madonna è stata una bellissima esperienza di vita, che di sicuro mi ha segnato in senso positivo, non perchè io mi sia riconvertita al cattolicesimo - cosa che non è successa - ma perchè mi ha fatto ritrovare la pace con me stessa e con gli altri, soprattutto la mia famiglia, con cui sono sempre stata in contrasto. Infatti, consiglio a tutti un viaggio a Medjugorje, credenti e non, perchè è un posto con un’energia molto particolare, che comunica una grande pace interiore, anche se bisogna sempre ricordarsi di pensare con la propria testa e di non farsi sopraffare dal lato ‘emozionale’ della religione”.
Pensi che la religiosità in quanto sentimento popolare tenda a mantenere una propria ‘elasticità filosofica’ che la rende maggiormente in grado di affrontare i problemi della modernità, rispetto ai dogmatismi imposti delle gerarchie ecclesiastiche? Oppure, secondo te, è l’esatto contrario?“Per la mia grande esperienza in campo religioso posso affermare che la maggior parte delle persone che si professano credenti e religiose o sanno ben poco dei dogmi, oppure conoscono qualcosa ma non la mettono in pratica. La gente sente la religione più che altro come una sicurezza a cui aggrapparsi nei momenti di bisogno e la vive in modo estremamente emozionale. La loro credenza non è supportata da studi e approfondimenti seri come, per esempio, ho riscontrato in quelle persone che decidono di convertirsi al buddismo o a un’altra religione. Sicuramente, la Chiesa ha sempre cercato di venire incontro ai fedeli, in modo particolare con il fantastico pontificato di Papa Wojtyla - un grande uomo, prima ancora che un grande pontefice - ma ci sono alcuni argomenti, come il sesso o il divorzio, in cui il divario tra modernità e cattolicesimo sarà sempre più grande, se non vengono prese delle decisioni importanti a riguardo”.
Quali sono, a tuo parere, quegli ‘eccessi opposti’ che oggi rendono alquanto ‘stucchevole’ la religione, sia sotto il profilo delle credenze popolari più mistiche, sia nella versione imposta dalle autorità ecclesiastiche?“Non penso che la religione sia stucchevole, bensì che nell’era della tecnologia l’uomo abbia ancora bisogno di nutrire determinate credenze mistiche. Io credo che alcuni fenomeni possano essere possibili, ma non per forza determinanti nelle mie scelte religiose. Come si legge nel mio libro, anch’io ho assistito al ‘miracolo del sole’ - così lo chiamano tutti a Medjugorje - dove si vede la nostra stella ‘pulsare’ nel cielo. Molti, vedendolo, si convertono, ma secondo me si tratta di un fenomeno naturale, che potrebbe avere altre mille cause che non conosciamo e che non è determinante nell’abbracciare una fede”.
Oggi ti consideri un giovane ‘virgulto’ della cultura laica, oppure mantieni ancora dei sentimenti di religiosità, anche se ‘svincolati’ dalle credenze più irrazionali?“In quanto nata e cresciuta a Roma da una famiglia estremamente cattolica avrò sempre dei sentimenti di religiosità dentro di me, anche se mi definisco ‘agnostica’, in quanto sono certa che qualcosa o qualcuno più grande di noi ci sia da qualche parte, benché non credo sia il Dio di cui ci parla il cattolicesimo o la Bibbia. In quanto studiosa di filosofia e letteratura, ovviamente non posso negare che la nostra cultura stessa sia nata e si sia evoluta su solide basi cristiane le quali, tuttavia, oggi non debbono essere scardinate, ma reinterpretate. I valori che ci tramanda il cristianesimo - come la carità, il valore della vita e il senso della famiglia - sono e rimarrano per sempre ancorati dentro di me, indipendentemente dalla religione”.
Qual è stato il ‘passaggio di vita’ che ti ha condotta a una concezione ironica, disincantata, quasi ‘libertaria’ dell’esistenza?“Non c’è un singolo episodio che mi ha fatto cambiare ‘rotta’: di base, sono sempre stata molto curiosa e assetata di conoscenza sin da bambina. Anche l’ironia con cui ho sempre cercato di affrontare ogni singolo evento della mia vita è un mio carattere innato, con cui cerco di ridimensionare e sdrammatizzare tutto ciò che succede. Credo di essere dotata di una sensibilità superiore alla norma - la metafora che uso nel libro è: “Immaginate di avere un udito perfetto e di indossare ugualmente un apparecchio acustico al volume massimo: si rischia di impazzire”! Per me è stato proprio così: ho sofferto enormemente quando mia sorella maggiore se ne è andata di casa e ha deciso di dedicare tutta la sua vita a Dio, diventando un membro dell’Opus Dei. E credo proprio che, se non avessi avuto l’arma dell’ironia e dell’umorismo per alleggerire tante situazioni pesanti, forse non ne sarei mai uscita fuori. Anche i miei due anni di vita all’estero - tra Londra e New York - mi hanno portato ad aprirmi sempre più verso il prossimo, senza nessun pregiudizio o preconcetto. Ma sono sempre, ovviamente, pronta a difendermi se qualcuno volesse approfittarsi di questa mia apertura. D’altra parte, lo dice anche il Vangelo: “Siate candidi come colombe e astuti come serpenti”.
Intendi continuare a sviluppare questo tuo stile basato sull’ironia, oppure miri a incontrare, finalmente, il grande amore e a mettere la testa a posto?“Per me, l’ironia e l’irriverenza sono parti integranti dell’esistenza, che aiutano a vivere meglio e, quindi, non le abbandonerò mai, nemmeno da sposata con sette figli. Per quanto riguarda l’amore della mia vita, l’ho già trovato: il famoso ‘pisello azzurro’ di ‘Figabook’ , anche se non è assolutamente perfetto, poiché io non lo sono e mi darebbe molto fastidio avere a che fare tutti i giorni con qualcuno di troppo perfetto. Quindi, l’amore l’ho trovato, ma non ci penso proprio a mettere la ‘testa a posto’, anche perchè credo che la mia testa sia esattamente nel posto migliore, cioè quello che mi rende felice…”.
Guardando in prospettiva, quali sono le ‘tappe’ che caratterizzeranno il tuo percorso professionale ed esistenziale del futuro?“Ora che mi sono ‘sbloccata’ con questo secondo libro ho deciso di non smettere mai e poi mai di scrivere, perché oltre a essere una mia grande passione, mi accorgo anche di quanto bene possa fare a tante persone che hanno la pazienza di leggere ciò che scrivo, o che si ritrovano nelle mie esperienze. Voglio di sicuro puntare tutto su internet, quindi continuare a pubblicare online in varie lingue, per poter far arrivare i miei pensieri in tutto il mondo. Voglio inoltre continuare a viaggiare, perché per me il viaggio è la prima e più grande fonte di ispirazione. Vorrei anche aiutare altri scrittori come me a pubblicare online e a farsi conoscere: non tutti sono competenti in materie tecnologiche e non tutti parlano 3 lingue come me, ma sicuramente tutti quanti hanno una fantastica storia da raccontare”.
INFO:
www.valerialuzi.it
http://www.amazon.it/MA-CHE-FACCIO-MEDJUGORJE-ebook/dp/B00823U5HK/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1338202496&sr=8-1
BOOKTRAILER http://www.youtube.com/watch?v=u-Ey0ENq-ig