Francesca BuffoLa cultura cattolica ufficiale che ha dominato l’Italia per due interi millenni è destinata a tramontare definitivamente: non le ‘culture’ cattoliche, attenzione, né tantomeno l’adesione a una fede e a una speranza cristiana di salvezza, bensì la sua ambizione a identificarsi con una dottrina morale naturale, insieme alla pretesa di annettere un’intera società a un’unica visione del mondo, a un solo modo di intendere e di impostare la vita privata delle persone, i rapporti sessuali, i legami di paternità e di maternità. Certamente, siamo consapevoli che, per la Chiesa cattolica, si tratta di una modernità più patita che vissuta consapevolmente, di un’accettazione di costumi instauratisi inavvertitamente, dunque privi di ogni capacità di elaborazione di autonomi e coerenti modelli di valore. Tuttavia, alcuni primi segnali positivi stanno giungendo: la Chiesa di Roma intende scuotersi dal proprio ‘torpore secolare’. Si rende ormai necessario delineare un nuovo modello di società, richiamare gli italiani verso un ideale di laicità piena, compiuta, coniugabile con i più sentiti princìpi di libertà individuale, spirituale, religiosa, sociale e collettiva. Si tratta di ricostruire una concezione che sappia essere complementare a ogni più profondo sentimento di coscienza e di sensibilità umana, di portare a nuova vita quella grandissima speranza che anima il messaggio evangelico più autentico, al fine di rendergli piena capacità di agire autonomamente, liberamente, laicamente. Dalle antiche tensioni spirituali e morali ingeneratesi con la breccia di Porta Pia molta strada è stata fatta, nell’ambito dei complessi rapporti tra Stato e Chiesa. Ma alla vigilia del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia è bene che si giunga a un chiarimento definitivo, nel reciproco rispetto della natura e delle funzioni della comunità civile e di quella ecclesiale, al fine di praticare, in questo Paese, una più ampia collaborazione a vantaggio della persona umana e a beneficio dell’intera società.


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Gino - Roma - Mail - martedi 21 settembre 2010 14.39
ammazza che brutta stà giornalista! mi fa passare la voglia di leggere..!


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