Come nell'opera di Werner Herzog, ‘Fitzcarraldo’, dove un uomo trascina una nave sopra una montagna pur di portare la musica nel cuore della giungla amazzonica, questo progetto artistico capitolino ha una motivazione simile: condurre l'opera oltre i suoi confini tradizionali, trovando nuovi pubblici
Dopo il debutto sulle acque del Tevere nel 2023, il progetto ‘Fitzcarraldo Experience’ si reinventa in una nuova dimensione: grazie alla realtà virtuale, l’opera lirica viaggiante diventa accessibile a tutti. A partire dal 25 febbraio scorso, infatti, gli spettatori possono immergersi gratuitamente in una sorta di viaggio onirico, esplorando una Roma sospesa tra passato e futuro. In questa intervista, Tiziano Panici, direttore artistico di ‘Dominio Pubblico’, ci racconta la sfida di trasformare uno spettacolo dal vivo in un’esperienza VR e riflette sulle potenzialità della tecnologia nel mondo dell’opera e delle arti performative.
Tiziano Panici, dopo aver lavorato a questa esperienza, pensate che la realtà virtuale possa diventare uno strumento di diffusione dell’opera lirica anche tra le nuove generazioni?
“Assolutamente sì. L’opera lirica ha un immaginario potentissimo, ma per restare viva ha bisogno di trovare nuove forme di racconto, nuove modalità di fruizione. ‘Fitzcarraldo Experience’ nasce proprio con questo obiettivo: sperimentare un linguaggio diverso, capace di avvicinare anche chi non si sarebbe mai immaginato di assistere a un’opera. La realtà virtuale, in tal senso, non è solo un supporto tecnologico, ma un vero e proprio strumento narrativo, che può trasformare il modo in cui viviamo il teatro e la musica, perché consente di superare i limiti dello spazio e del tempo, portando il pubblico dentro la scena, nel cuore dell’azione. Il bello è che non si tratta di un’alternativa alla performance dal vivo, ma di un nuovo modo di estenderla, di darle un respiro più ampio, rendendola accessibile a chiunque, ovunque si trovi. Credo che questa sia una strada su cui valga la pena continuare a sperimentare. ‘Fitzcarraldo Experience’ è stato un primo passo, ma il potenziale è enorme: possiamo persino immaginare un futuro in cui l’opera e il teatro non siano più legati solo ai palcoscenici tradizionali, ma possano esistere anche in mondi digitali, ibridando linguaggi e aprendo nuove prospettive. Il nostro lavoro, in fondo, è questo: tenere viva l’arte trovando modi sempre nuovi di raccontarla”.
C'è un punto di contatto fra la storia di ‘Fitzcarraldo’, il personaggio del film di Herzog e la decisione di utilizzare la realtà virtuale per comunicare quest’opera? Il modo virtuale può essere visto come una fuga?
“Fitzcarraldo fu il simbolo di un sogno apparentemente impossibile, di un desiderio di costruire qualcosa che andasse anche oltre i limiti imposti dalla realtà. Nel film di Herzog, è l’uomo che trascina una nave sopra una montagna pur di portare la grande opera lirica nel cuore della giungla amazzonica. In qualche modo, il nostro progetto ha una spinta simile: portare l’opera oltre i suoi confini tradizionali, trovandole nuovi spazi e nuovi pubblici. L’utilizzo della realtà virtuale non è una fuga dalla realtà, ma un modo per esplorarla da una prospettiva diversa. È un linguaggio che ci permette di abitare i luoghi dell’opera in modo più immersivo, di sentire la sua narrazione sulla nostra pelle. In ‘Fitzcarraldo Experience’, il viaggio del protagonista diventa anche il nostro viaggio: il pubblico si ritrova a bordo del battello, sospeso tra le rovine di un mondo passato e la possibilità di un futuro ancora tutto da scrivere”.
E’ questo il vero punto di contatto?
“Esatto. Se c’è un punto di contatto tra ‘Fitzcarraldo’ e la VR è proprio questo: entrambi inseguono qualcosa che sembra irraggiungibile, entrambi trasformano l’ostacolo in parte del viaggio. La tecnologia non è una barriera, ma un ponte per portare avanti un racconto che continua a risuonare, cambiando forma senza perdere il suo spirito visionario”.
Avete dei progetti per espandere l’uso della realtà virtuale nel mondo dell’arte e dello spettacolo?
“Da oltre 10 anni, la nostra organizzazione si fa promotrice di un festival multidisciplinare dedicato a giovani artisti. ‘Dominio Pubblico - Youth Fest’ si propone di essere il più significativo evento italiano focalizzato sulla creatività under 25 negli ambiti del teatro, della danza, della musica, delle arti visive e dei cortometraggi. A partire dal 2020, anno del Covid 19, ci siamo lanciati nella sperimentazione dei linguaggi digitali, interrogandoci su come le nuove tecnologie possano oggi contribuire a evolvere il linguaggio dell’arte. La sezione di Arti digitali è stata curata, nelle ultime tre edizioni da Riccardo Galdenzi, in collaborazione con l’Istituto ‘Pantheon - design e tecnology’ di Roma, portando alla creazione di tre musei virtuali, tutti fruibili attraverso visori. Un’esperienza unica per il pubblico che ha preso parte alla manifestazione. Quest’anno la sezione di arti digitali è curata da Cora Gasparotti: danzatrice, coreografa e artista digitale che da anni mette in dialogo la sperimentazione tecnologica nell’ambito delle live performing arts. A giugno 2025 verrà presentata la nuova edizione a Roma, all’interno del Teatro India”.
Nella foto: un momento di 'Fitzcarraldo Experience' in uno scatto di Giacomo De Angelis