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A prescindere dagli accertamenti in corso sul caso del ragazzo ucciso a
Colleferro durante una rissa, c'è da dire che l'impressione complessiva in merito a certa
gioventù esaltata non può non esser quella di un
fallimento storico. Parafrasando
Pasolini, viene da chiedersi:
"Ma che razza di madri hanno avuto, questi qui"? L'idea stessa di
"spedizione punitiva", che risale al
militarismo austro-tedesco della
prima guerra mondiale, rende pienamente l'idea di forme educative e familiari a carattere
autoritario, che hanno prodotto il risultato di una mentalità, al contempo,
edonista e
violenta. Ogni volta che salta fuori quella frase lì, la
"spedizione punitiva", si materializzano conseguenze nefaste. Ma il vero fallimento è quello
scolastico, a prescindere dai
ministri che si sono avvicendati a
viale Trastevere. Il nostro modello di società risulta troppo
sbilanciato sull'immagine di se stessi, senza incidere nelle
coscienze. Una diagnosi amara, che possiede le sue radici in anni molto lontani. Insomma, siamo di fronte a
idee vecchie, totalmente appiattite sul dato
pragmatico o
grettamente materialista della
vita sociale, trascurando gli aspetti intellettuali e spirituali di effettivo
"nutrimento culturale". Aspetti che sono poi quelli realmente
educativi, poiché anche la visione pedagogica di
Giovanni Gentile teorizzava una forma di
'auto-educazione' che comportasse la piena
maturità di un giovane o del
'discente'. Insomma, se il problema fosse solo quello di una formazione identitaria di destra o conservatrice, sarebbe già
meglio che niente. Invece, qui siamo innanzi al
vuoto totale, alla
'fuffa', al
nulla. E non c'è più
niente da fare.
(nota tratta dalla rubrica settimanale 'Pensierini romani' pubblicata su www.roma/gaiaitalia.com)