Vittorio LussanaRiguardo alla scomparsa di Fidel Castro, possiamo solo affermare che giunge alla fine anche l'ultimo 'strascico' di guerra fredda. Il '900 in quanto secolo orribile dell'umanità finisce qui, con le sue idee e le sue suggestioni. Dispiacque maggiormente, a suo tempo, la notizia della scomparsa di Ernesto 'ché' Guevara, poiché si trattava, innanzitutto, di un ottimo medico, di un ragazzo colto, di un personaggio che realmente nutriva un profondo sentimento di umanità nei confronti dei 'campesinos' latino-americani e della loro condizione di arretratezza. Castro, invece, è stato semplicemente un leader 'naif', assai pericoloso proprio per le sue prese di posizione estemporanee e imprevedibili, quasi umorali. Inoltre, Castro si schierò con l'Unione sovietica strumentalmente, concependo il socialismo come 'mantello ideologico' che potesse assicurargli il potere 'vita natural durante'. E così è stato: ben 'tristi figure' quelle dei segretari di Partito e dei capi di Stato 'a vita'. Laicamente, certi leader noi li paragoniamo a papi, druidi, ayatollah o sacerdoti messianici. Anzi, le dimissioni di papa Benedetto XVI del 2013 hanno segnalato una possibile evoluzione delle dottrine religiose, anziché di quelle politiche, in evidente fase regressiva. Il mondo degli anni '60 del secolo scorso stava vivendo un felicissimo ciclo di sviluppo economico e di progresso tecnologico. Eppure, proprio a causa della 'scempiaggine' di Nikita Kruscev e Fidel Castro si rischiò il 'baratro' di una guerra nucleare terrificante. Quel momento, quello della 'crisi dei missili a Cuba' del novembre 1962, pesa come un 'macigno' nel nostro giudizio, per gli stessi motivi per cui non abbiamo apprezzato, di recente, la scelta 'populista' di eleggere alla Casa Bianca un 'outsider' come Donald Trump. Questo continuo ricorrere a figure 'esterne' alla politica rappresenta un rimedio peggiore del male, in una fase in cui, crollate le vecchie ideologie 'coattive', ogni ragionamento risulterebbe aperto a esperimenti e 'innesti' culturali assai più libertari. Invece, ancora una volta buona parte del mondo preferisce rinchiudersi nei sistemi semi-autoritari. Anche la 'deriva reazionaria' intrapresa dal leader turco, Recep Tayyip Erdogan, ci piace ben poco, se non niente. Quando i sistemi tendono a chiudersi, ciò è quasi sempre 'prodromo' di ulteriori crisi politiche internazionali. Le ideologie di un tempo sembravano avere un senso, poiché si ponevano un obiettivo strategico: erano cioè dotate di una linearità 'apparente', come nelle religioni. Ma quando i processi di secolarizzazione hanno condotto l'umanità a prendere atto della loro congenita 'doppiezza' si è 'sbandato' verso l'eccesso opposto delle demagogie 'leaderistiche', ai 'culti' della personalità, anziché mettersi di 'buzzo buono' a riformare e rafforzare le democrazie partitiche per renderle più umane e trasparenti. Tornando a Cuba, alla sua 'doppia economia' e al suo turismo sostanzialmente 'sessuale', praticato dal mondo occidentale e giustificato con motivazioni 'pseudo-culturali' di amore verso il socialismo egualitario, amiamo ricordare il modo a dir poco 'stravagante' in cui Guevara divenne ministro dell'Economia della bella isola caraibica. Ciò accadde per un mero equivoco: Castro, durante una delle prime assemblee successive alla caduta di Fulgencio Batista, aveva domandato se vi fosse "un economista in sala". Guevara, seduto in quel momento in fondo alla stanza, aveva mal percepito la richiesta del 'leader maximo': convinto fosse stato chiesto se vi era "un comunista in sala" aveva alzato la mano. Ma Guevara era un medico e conosceva ben poco le leggi dell'economia. Perché in politica, la competenza conta: eccome se conta.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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Renzo - Milano - Mail - mercoledi 30 novembre 2016 20.16
Ora avranno volgia di dollari e piano piano, più o meno piano, la marcia verso il dollaro ....
Sara - Roma - Mail - martedi 29 novembre 2016 6.22
Bisognerebbe provare a non ''giudicare'' (uso lo stesso termine contenuto nell'articolo) la storia così come la raccontano gli americani del nord America (indiani delle riserve esclusi) se si vuole accennare alla ''crisi dei missili di Cuba''.
Roberto - Roma - Mail - lunedi 28 novembre 2016 6.6
L'epopea dei "Barbudos" è ormai molto lontana e anche il compagno Fidel prima o poi sarebbe finito. Vera la annotazione di un mondo in fase d'involuzione preoccupante. La democrazia ha nemici subdoli e nascosti, secondo me.
Carlo Cadorna - Frascati - Mail - domenica 27 novembre 2016 16.51
E' stato soltanto uno dei peggiori dittatori della storia dell'umanità!


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