Marta De LucaPer una festività pasquale all’insegna della solidarietà, abbiamo deciso quest’anno di proporre ai nostri lettori un’intervista cortesemente rilasciataci da Angela Rendo, una coraggiosa mamma catanese che coordina da tempo sulla rete internet le ‘mamme H’. Si tratta di un'associazione di madri con figli disabili gravi e gravissimi che chiedono a viva voce una vita più dignitosa per i loro bimbi. Grazie a internet e a Facebook si sono trovate e riunite in rete nello sforzo comune di rivendicare il diritto di esistenza dei loro figli. Rappresentate da un logo, un simpatico mix tra Wonder Woman e Pallina, testimonial di una vecchia pubblicità di Carosello, si sono definite ‘H’ perché questa lettera è muta: uno status nel quale si trova a vivere il 10% degli italiani, sia direttamente, sia di riflesso. Non ci sono vere e proprie cariche all’interno del gruppo, perché ciascuna di loro lavora e comunica con l’esterno per far sentire la voce di tutte. Così è anche per Angela, mamma di un bimbo affetto da una malattia rara. Lungo il suo difficile percorso di vita ha dovuto documentarsi per capire che cos’era realmente il mondo della disabilità, arrivando a comprendere tutte le diverse sfaccettature a esso correlate. La sua umiltà e generosità d’animo le hanno dato modo di andare oltre al proprio problema personale, rendendosi pienamente consapevole di quanto ci fosse da fare in questo particolare settore, a partire dal sostegno psicologico ai disabili, che viene spesso a mancare, o alle tante norme che non vengono applicate con coerenza. Da alcuni anni, Angela si batte, ormai a livello nazionale, nell’assistere e nell’organizzare ‘in rete’ tantissime altre mamme che hanno incontrato questa problematica, e sono in molte a indicarla come l’autentica capofila e anima ispiratrice del movimento delle ‘mamme H’. Chiediamo a lei, quindi, come è organizzato questo network e quanta strada c’è ancora da percorrere per i disabili nel campo delle pari opportunità.

Angela Rendo, lei in Sicilia, ma non solo, ormai rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per molte famiglie con bimbi disabili che vivono ogni giorno difficoltà enormi: può spiegarci in cosa consiste questo suo impegno?
“Il mio impegno è soprattutto quello di fornire informazioni su leggi e quadri normativi, affinché i genitori siano informati sulle varie norme vigenti e si possa creare un confronto diretto tra le famiglie, in modo da poter aiutare in maniera semplice e diretta quei nuclei che hanno un figlio/a disabile. L’informazione e l’assistenza continua, infatti, rappresentano elementi di partecipazione, di crescita personale e sociale, nonché strumenti per un’autentica autonomia”.

Non ritiene positivo che sia in atto una sorta di risveglio nei confronti di problematiche sociali come la disabilità? Come giudica questa inversione di tendenza: è solo un ‘fuoco di paglia’, secondo lei?

“Credo che il risveglio nei confronti di problematiche sociali come la disabilità e altre sia positivo, ma che il modo in cui spesso vengono trasmessi certi messaggi di sensibilizzazione risultino privi di reale contenuto. Andrebbero cambiati metodi e strategie, attraverso nuovi slogan e, più in generale, una mentalità più innovativa. Noi abbiamo bisogno di una reale integrazione, non di un confronto che ‘gioca’ sul suscitare compassione per ottenere un sms di donazione. Ecco perché le campagne di sensibilizzazione attuali creano un effetto ‘fuoco di paglia’ e la mentalità generale non cambia”.

Lo sviluppo tecnologico può aiutare maggiormente le persone che lottano ogni giorno contro determinati problemi? In fondo, grazie ai social network e, più in generale, al mondo di internet, la visibilità e la possibilità di denuncia civile è aumentata, non crede?
“Sono assolutamente d’accordo: lo sviluppo tecnologico in questi ultimi anni è risultato essenziale per mettere in evidenza tantissime tematiche sociali. In più, tramite internet si è riusciti a creare delle vere e proprie reti informative di carattere nazionale, che sono riuscite a coinvolgere molte famiglie: un modo per sentirsi liberi di esprimere i propri problemi, confrontarsi con gli altri e, infine, trovare il coraggio di denunciare alcuni disservizi”.

Come giudica operazioni mediatiche come ‘La fabbrica del sorriso’ e altre? Si tratta di autentici tentativi di uscire da una visione della società tutta imperniata sull’immagine e le mere apparenze, oppure presentano la medesima superficialità di fondo?
“La trasmissione ‘Fabbrica del sorriso’, campagna sociale a favore dei bambini disabili, come altre operazioni non è sbagliata in sé, ma il modo in cui viene presentato il progetto appare lacunoso, poiché chi vive la disabilità vorrebbe molto meno pietismo e che le attuali leggi vigenti fossero effettivamente applicate. I progetti di cui si parla, inoltre, dovrebbero riuscire a coinvolgere maggiormente le istituzioni. Il cittadino non prende coscienza della disabilità con questo genere di campagne, ma attraverso metodi innovativi di proporre questo tipo di informazione, che punti a un vero e proprio cambiamento di mentalità. La disabilità non è un mondo a parte, ma parte del mondo: questo è un slogan e un concetto che, di recente, ho estrapolato da diverse associazioni sociali che si occupano di disabilità e che condivido pienamente. Un sorriso può nascere quando davvero vengono abbattute certe barriere mentali”.

Una delle critiche divenute più tipiche negli ultimi decenni nei confronti del mondo delle associazioni di volontariato è stata quella di un’eccessiva pretesa di assistenzialismo da parte dello Stato, che non sempre si concretizza in operazioni oneste e sincere: lei cosa ne pensa? Qualcuno, in passato, si è approfittato della situazione infangando anche chi era impegnato veramente e in prima persona?
“In tal senso, penso di dover dare ragione alle maggior parte delle associazioni di volontariato, in quanto parecchi esponenti politici si avvicinano al mondo, per esempio, della disabilità solo in prossimità di qualche ‘tornata’ elettorale: qui sul territorio siciliano ciò accade molto spesso. Bisogna inoltre ricordare che nel settore della disabilità ci sono moltissimi volontari che operano con grande dedizione e onestà, ma anche persone che mirano a un tornaconto personale, sfruttando i problemi delle famiglie o dei disabili adulti stessi”.

Lo Stato e i mezzi di informazione come dovrebbero sostenere, secondo lei, il volontariato e la società civile?
“Lo Stato, intanto, dovrebbe applicare o rendere applicabili tutte le leggi e le normative vigenti, senza che una persona disabile o la sua famiglia debbano quasi elemosinare un proprio diritto. Inoltre, dovrebbe vigilare di più sull’ambiente della sanità, aprire dibattiti accessibili a tutti, con le famiglie e le varie associazioni di categoria, per trovare soluzioni efficaci e mirate. Infine, dovrebbe erogare maggiori risorse e non toglierle, come purtroppo oggi accade. Fino a quando il disabile verrà visto come un soggetto improduttivo e non si prenderà coscienza della disabilità in quanto ‘risorsa’, le lacune non verranno mai colmate”.




(intervista tratta dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)
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Angela Rendo - Catania - Mail - domenica 1 aprile 2012 10.5
Buongiorno, ringrazio il direttore di questo giornale per aver dato l'opportunita' di esprimere i miei pensieri e quelli di molte altre mamme e papa'.
Vorrei comunicare che per la manifestazione del 12 Maggio che si terra' a ROMA io saro' presente.
Un grazie di cuore va verso anche i genitori che lottano in silenzio, per la dignita' e la qualita' di vita dei propri figli.
A.R.
simona - roma - Mail Web Site - domenica 1 aprile 2012 1.17
Grazie Angela di averci rappresentato tutti! Vi aspettiamo il 12 Maggio a Roma per noi e i nostri figli, perchè non siamo un mondo a parte ma una parte del mondo!
http://www.facebook.com/events/404098809604857/
bevilacqua marilina - minervino murge - Mail - sabato 31 marzo 2012 23.45
Ciò che le famiglie chiedono non è quel tipo di assistenzialismo , che il più delle volte impedisce alla persona con disabilità di attivare il minimo di autonomia che potrebbe possedere. Ma la creazione di strutture specifiche ed adeguate alle singole esigenze che offrirebbero perlomeno una vita dignitosa e nel rispetto di ciò che la stessa persona potrebbe dare. Ovviamente le strutture dovrebbero avere una governance particolare , ben articolata ed organizzata e gestita dai familiari , così è sicuro che funzionerebbero bene senza il rischio di fallimenti. Complimenti ad Angela per il suo splendido lavoro: forza e coraggio...
SABINA 52 - REGGIO CALABRIA - Mail - sabato 31 marzo 2012 22.49
Volevo approfittare di questa pagina per comunicare che SABATO 12 MAGGIO a ROMA -TERME DI CARACALLE ci sarà un sit-in organizzato dal COORDINAMENTO NAZIONALE FAMIGLIE DISABILI GRAVI E GRAVISSIMI!
https://www.facebook.com/events/404098809604857/
PARTECIPATE ! GRAZIE!
Michela - Roma - Mail - sabato 31 marzo 2012 22.42
Grazie Angela per ciò che stai facendo, anche io sono madre di un bimbo speciale e purtroppo come per la maggioranza dei genitori di bambini speciali ho incontrato molte difficoltà durante il percorso di mio figlio, la cosa che mi indigna, è che, oltre a vivere un disagio, fatto di rinuncie paure e quant'altro, sembra come se noi genitori ci dovessimo scusare con il resto del mondo e soprattutto con lo Stato, come se fossimo noi, o peggio ancora i nostri figli, a creare loro dei disagi. Devi sempre lottare, lottare per avere quello che è di diritto e quando finalmente riesci ad ottenere, anche in minima parte ciò che ti spetta, sembra come se ti avessero fatto un favore!! CHE SCHIFO !!!
Poi, per quanto riguarda " La Fabbrica del Sorriso ", " 30 ore per la vita " ecc. ecc., sì, sono bellissime iniziative, ma alla fine, passate le " 30 ore ", saranno ben poche le persone che si ricorderanno che anche noi esistiamo, e che abbiamo bisogno di concretezza e non di " PIETA' ".
Il problema è sempre per chi lo vive, ma io NON MOLLO.
Forza Angela, forza a tutti noi!!!!!!
Marco - Roma - Mail - sabato 31 marzo 2012 22.11
Condivido pienamente quello detto da Angela anche perchè anch'io mi occupo delle stesse cose ma per pazienti oncologici e oncoematologici presso una associazione di Roma e conosco benissimo i problemi,(parlo di pazienti oncologici) subiscono quando vengono informati della loro malattia, è un terremoto così noi lo definiamo che il paziente e la famiglia subiscono e in molti casi vengono abbandonati a se stessi oltre la malattia devono preoccuparsi del lavoro E molte altri punti interrogativi a questo punto serve sia un sostegno psicologico che economico che le istituzioni non offrono,si risolve sempre tramite collaborazioni con altre associazioni specifiche.Il paziente o disabile se non viene informato da chi ha la competenza che lo indirizza subito sulla strada giusta da percorrere per avere i suoi diritti viene sbattuto dalle istituzioni da una parte all'altra per ottenere quello che è suo diritto avere o peggio ancora avere prepotenze dal datore di lavoro e così facendo da una parte si combatte con la malattia e in più con la burocrazia che cerca sempre di non concedere i diritti per risparmiare chissà quale cifra dato che le pensioni di invalidità e l'indennità di accompagnamento sono misere.Siamo arrivati al punto che le associazioni di categoria sopperiscono alla mancanza dello stato.Il disabile è sempre considerato un peso per la società,sempre infangato dalle informazioni manipolate sui falsi invalidi, ci sono nessuno lo nega,ma non può rimetterci chi ha veramente bisogno,le verifiche che stanno facendo prima cosa sono fatte a capone e non mirate senza leggere cartelle clinica fatte nella piena cecità e sono più i soldi spesi che quelli che entranoe un giro di speculazione tra medici dell'inps, medici legali, avvocati ai giudici per i ricorsi giuridici e tutto quello che gira intorno che non porta a nulla.Poi con Angela parleremo di persona di molte cose che ci accomunano.Un saluto a tutti.
Angela - Monza - Mail Web Site - sabato 31 marzo 2012 22.5
Sono mamma di bimbo con autismi. Proprio in questi giorni ho assistito ad un atto discriminante nei confronti di un bimbo di 7 anni. Non conosco la diagnosi di questo bimbo. Non sapevo neanche della sua esistenza finché non ho sentito il vociferare fuori della scuola. Una classe intera è rimasta a casa, in segno di protesta nei confronti di un bambino difficile da gestire. I genitori in questione hanno reso pubblica le loro intenzioni con un cartellone posto sul cancello della scuola. Molti genitori, invece di essere indignati di questa situazione, hanno dato il loro supporto morale. La loro motivazione: L'insegnante di classe del bimbo, rimane nervosa e quindi quando va nelle altre classi ad insegnare matematica lo fa male.. Una mamma mi ha anche detto che suo figlio prende 4 in matematica proprio perché l'insegnante e troppo nervosa per poi insegnare bene.. ALLA FACCIA DELL'INTEGRAZIONE!!!!
giuliano ferri - origgio - Mail - sabato 31 marzo 2012 21.37
Ci vuole tanto coraggio e disponibilità per portare avanti una lotta e Angela stà facendo questo nel modo più incisivo. Se altre mamme (e no solo loro) sapranno seguire il suo esempio e sostenerla come si deve, la sua vittoria sarà possibiloe e sarà la vittoria di tutte. Angela non stancarti mai, hai scelto una strada molto dura e piena di ostacoli ma tu ci puoi riuscire.
Andrea Vergalito - Campobasso - Mail - sabato 31 marzo 2012 20.34
Cara Angela, sono con te (e tu lo sai), di più.. ho da poco "scoperto" un'ottima associazione di Foggia, composta da genitori di bimbi con problemi, stanno facendo un ottimo lavoro, te ne parlerò e, se vuoi, potremmo organizzare anche qualcosa (convegno o simile).. ci risentiamo ok? Ciao!
SABINA 52 - REGGIO CALABRIA - Mail - sabato 31 marzo 2012 20.25
@DANIELA: Se le leggi vigenti non vengono applicate evidentemente all'interno di queste leggi sono state inserite delle clausole perchè potessero essere raggiarate!
I politici non hanno alcun interesse a tutelare le fasce più deboli perchè il consenso o meno dei disabili non sposta il risultato delle tornate elettorali, ed è per questo che concentrano il loro interesse dove c'è massa e verso chi dalla vita è già stato sufficientemente premiato!



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