Giovanna AlbiDa 14 anni oramai, si tiene ad Ariccia (Rm), nella splendida cornice del parco seicentesco di Villa Chigi, a due passi dall’omonimo palazzo e dal complesso berniniano, 'Fantastiche visioni': una rassegna amata e radicata nel territorio dei Castelli Romani, che anima l’estate ariccina e ha ospitato grandi nomi dell’intrattenimento e dello spettacolo italiano. Quest’anno ha aperto il festival, organizzato da ‘Arteidea eventi e servizi’, lo spettacolo di Gianluca Guidi intitolato ’Frank Sinatra – The man and his music’: una immersione nel mondo di 'The Voice', dai suoi successi e a grandi amori, fino alle sue relazioni pericolose. Guidi ha alternato prosa e musica, lasciando spazio anche alla presenza 'virtuale': un 'cameo' di Johnny Dorelli, papà di Gianluca e primo artista italiano a far conoscere, anche in italiano, la magia della musica di Sinatra, dopo aver vissuto molto da vicino, a New York, i suoi anni d’oro. Il secondo appuntamento è stato quello con 'The Black Blues Brothers': uno show che ha girato il mondo in 900 date, chiamando a raccolta 600mila spettatori, tra cui Papa Francesco e diversi esponenti delle famiglie reali inglese e monegasca. Lo spettacolo, in effetti, è pura adrenalina, con acrobazie mozzafiato, danzatori con il fuoco, equilibristi e sbandieratori. In seguito, Roberto Mercadini, narratore, autore-attore, scrittore, poeta e divulgatore, ha portato sul palco la sua narrazione/lettura dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: un'opera spesso 'saltata a piè pari' nei nostri ginnasi e licei, il più delle volte per mancanza di tempo. 'Fantastiche visioni' è poi proseguito, nei giorni successivi, con la brillante ‘Operaccia satirica - La guerra dei sogni’ di Paolo Rossi: un monologo che ha saputo mescolare tutti i grandi classici, la vita vissuta e il repertorio di Rossi, sorprendente nell'approfondimento cultural-musicale, che ha saputo esporre al pubblico le vicende, a lungo nascoste, della "canzonaccia popolare", facendoci ridere e, al contempo, riflettere. In agosto, l’appuntamento culminante di Ariccia è stato senz'altro quello di Neri Marcorè e ‘Le mie canzoni altrui’: chitarra alla mano, il noto imitatore e attore marchigiano - insieme a Domenico Mariorenzi al piano e alla chitarra, bouzouki, Beppe Basile alla batteria, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica e Alessandro Patti al basso - ha ripercorso i grandi successi italiani e internazionali, svariando tra folk e pop, con quella ironia che caratterizza tutti i suoi spettacoli e le imitazioni dei suoi personaggi più noti. Marcorè, in particolare, ha voluto riflettere sulla differenza fra il 'calco' di un modello e la capacità di rendere proprie le canzoni altrui, sempre sul confine tra copia e interpretazione, condividendo la sua 'playlist' personale.





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