Ennio Trinelli
I telespettatori americani hanno detto Kamala Harris. Lo conferma un sondaggio della Cnn, realizzato immediatamente dopo la fine del dibattito: per il 63 per cento degli intervistati è stata lei a prevalere, contro un 37 per cento che ha dato la vittoria al candidato repubblicano. Prima del dibattito, le aspettative per l’esito della sfida erano significativamente diverse, con il pubblico diviso esattamente a metà, 50 a 50, alla domanda su chi pensavano che sarebbe andato meglio. Donald Trump ha attaccato inventandosi 'laqualunque', com’è nello stile del personaggio, che si rivolge a chi lo capisce (per pancia, per cultura, per stato), riuscendo a dire che con Kamala Harris "gli americani mangeranno cani" come "già successo in Ohio". Una delle tante 'supercazzole' già smentite da tutte le autorità possibili. Harris lo ha messo con le spalle al muro proprio sui suoi punti di forza, o presunti tali. Sull’immigrazione, per esempio, ha ricordato a Trump di aver bloccato la legge, già negoziata con i repubblicani, per garantire la sicurezza al confine, “perché preferiva avere un problema su cui basare la sua campagna elettorale, invece di risolverlo”. Poi Trump ha deciso di farsi male da solo tirando in ballo la criminalità, secondo lui aumentata, che invece è diminuita, secondo l’Fbi, in tutti gli Usa: “E’ singolare che a parlare di criminalità sia lei, condannato e incriminato”, ha colpito (e affondato) Kamala Harris, che poi gli ha ricordato di essere amico dei dittatori, come Vladimir Putin e Kim Jong Un, i quali “fanno il tifo per lui perché lo possono manipolare”. Infine, lo ha invitato a un secondo dibattito. Laconico, l’ex presidente 'pel di carota' ha risposto: “Vedremo”. Prima, però, aveva parlato da vero signore: “Sei cattiva e ridicola”.





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