In occasione della
'partita del cuore' tra la
nazionale cantanti e quella dei
politici, evento tenutosi di recente presso lo stadio
'Gran Sasso d’Italia' de
L’Aquila, al fine di devolvere l’incasso in favore dell’ospedale pediatrico
'Bambino Gesù' di
Roma, ci è parso opportuno segnalare il ruolo di questa eccellente struttura ospedaliera sul fronte della
protezione e
tutela dell’infanzia. Sono più di un centinaio ogni anno, infatti, i casi di
abuso e
maltrattamento di minori gestiti dall’ospedale pediatrico
'Bambino Gesù'. E più di
3mila, quelli registrati nell’ultimo
quindicennio, a partire dal quale le situazioni di rischio tra i minori che accedono all’istituto pediatrico più noto di
Roma, vengono intercettate con un’apposita procedura di
'screening'. Incuria o eccesso di cura, le forme più frequenti di abuso. L’età media è di
12 anni. Nella casistica, anche bambini con
traumi da guerra. La
violenza sui minori si declina in alcune specifiche forme, che vanno dal
maltrattamento fisico e
psicologico alla
'patologia delle cure', ovvero il tipo di violenza che passa
dall’incuria all’eccesso di cura (per esempio, con la somministrazione di farmaci non necessari,
ndr); dalla
violenza assistita (il minore assiste alla violenza esercitata su figure di riferimento come un genitore o un fratello/sorella,
ndr)
all’abuso sessuale. La
'Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni', istituita nel
1982 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha come obiettivo quello di
“sensibilizzare e prendere atto del dolore che affligge i bambini che in tutto il mondo sono vittime di abusi fisici, mentali ed emotivi”. Dal
2009, l’ospedale pediatrico
'Bambino Gesù' utilizza una procedura per la rilevazione degli
abusi sui minori basata sull'analisi di una serie di
indicatori. Questo strumento di
'screening' viene applicato ai pazienti che accedono in ospedale in
qualsiasi regime assistenziale (pronto soccorso, ricovero ordinario o diurno, ambulatori). In presenza di
segni sospetti, si attiva un
percorso clinico ad hoc: il caso viene valutato da un
team di specialisti (in particolare medici di pronto soccorso, traumatologi, psicologi e neuropsichiatri, medici legali), che emette la
diagnosi e definisce
l’iter di cura più adeguato. I casi di
sospetto abuso intercettati ogni anno in pronto soccorso sono, in media,
80. A questi si aggiungono i casi rilevati durante l’attività ambulatoriale o in regime di ricovero. La gran parte dei pazienti per cui viene fatta una segnalazione per un
abuso sospetto o accertato viene presa in carico dalla
neuropsichiatria del
'Bambino Gesù', in un
'day hospital' espressamente dedicato alle
vittime di violenza (percorso 'Child Care'). Nello stesso percorso, possono confluire anche i
minori vittime di un abuso segnalati da
strutture esterne (altri ospedali, strutture territoriali, Autorità giudiziaria). Oltre il
50% dei pazienti seguiti nel
'day hospital neuropsichiatrico' viene
'intercettato' in
pronto soccorso. In oltre
40 anni di esperienza sul fronte della cura dei bambini vittime di violenza, l’ospedale
'Bambino Gesù' ha registrato attraverso l’unità operativa di
neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza più di
5 mila casi, il
60% dei quali negli ultimi
15 anni. Tra questi, anche alcuni bambini e ragazzi in fuga da
zone di guerra: Ucraina, Siria, Africa. Rispetto al tipo di abuso subìto, il più frequente è la
'patologia delle cure', seguono la
violenza assistita, l’abuso sessuale e il
maltrattamento fisico e
psicologico. Nella casistica del
'Bambin Gesù', più
dell’80% degli
abusi, in tutte le declinazioni, è stato compiuto
all’interno della famiglia. Riguardo al genere, le varie forme di
violenza vengono esercitate in misura sostanzialmente paritaria su maschi e femmine, eccetto
l’abuso sessuale che, nella fascia d’età
7-18 anni, ha un’incidenza
3 volte superiore tra le
femmine rispetto ai
maschi. All’attività clinica con bambini e ragazzi vittime di violenza, si affianca lo sviluppo di strumenti per il supporto a
pazienti e
famiglie, in un’ottica di
prevenzione. L’ospedale ha istituito un
servizio gratuito di assistenza e consulenza telefonica per famiglie e minori in difficoltà, attivo tutti i giorni,
H24: 'l’Helpline Lucy 06 6859 2265'. Un team di psicologi dell’unità operativa di
neuropsichiatria del
'Bambino Gesù' risponde alle richieste di aiuto che riguardano, in situazioni d’emergenza, la
sofferenza psichica di bambini e adolescenti. L’ospedale, inoltre, promuove progetti per lo studio dell’impatto di
abuso e
maltrattamento sulla
salute mentale in età evolutiva e per la definizione di
programmi terapeutici adeguati. Sono in fase di sviluppo, un
protocollo di supporto a bambini e adolescenti esposti a
violenza domestica durante la pandemia da
Covid 19 e una serie di interventi
psicoeducativi nelle scuole su temi di
violenza, bullismo e
cyber-bullismo. La dottoressa
Paola De Rose, neuropsichiatra del
'Bambino Gesù', referente del percorso
'Child Care', riferisce che i ragazzi che accedono al servizio
"portano nella mente e nel cuore i segni della violenza: alcuni li esprimono chiudendosi e buttandosi giù, altri mettendo in atto comportamenti dirompenti, alcuni congelano le emozioni, altri le fanno esplodere”. Il
4 giugno 1983, primo anno commemorativo della
'Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni', l'allora
Segretario generale dell'Onu, Javier Perez de Cuellar, ricordava il sacro dovere, sancito dalla
'Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia', di garantire che tutti i bambini, senza alcuna eccezione, devono godere di una tutela speciale. Nonostante gli sforzi e l’impegno di tantissime nazioni, la situazione dei
bambini, oggi, è ancora critica. Da qui, l’impegno fissato
nell’Agenda Onu 2030 di assicurare la
riduzione dei
conflitti e della
povertà, l’accesso all’acqua, al cibo, all’istruzione e, in generale, la creazione di un
mondo più sicuro per i
bambini.