
C'erano milletrecento persone -
1.330 esattamente, come da capienza prevista per la
'piazza sassolese' - che pochi giorni fa si sono divertite e hanno cantato e applaudito
Arisa, dopo avere fatto due ore di coda per entrare. Era l'ultimo dei tre appuntamenti culturali che hanno caratterizzato l'estate di
Sassuolo, cittadina in provincia di
Modena nota per le ceramiche e la sua ottima squadra di calcio in
serie A, ma che ha anche altre eccellenze mai troppo sottolineate, come l'ottima cucina. Sia come sia,
Sassuolo ha visto in scena la cantante napoletana, che si è esibita insieme all'orchestra sinfonica
'Arturo Toscanini' nello splendido scenario offerto da
piazzale della Rosa, storica piazza antistante l'entrata del
Palazzo Ducale di
Sassuolo, proprio nel centro città. Il
Palazzo Ducale è una di quelle eccellenze delle quali parlavamo: un vero e proprio
'gioiello', visitabile il martedì e la domenica, che fa parte di uno dei venti poli museali italiani e che consigliamo di vedere: è un palazzo storico di straordinaria bellezza. Comunque,
Arisa, dicevamo, ha presentato il suo repertorio fasciata da un
abito bianco per la gioia [sic] di fotografi e operatori video, ma che secondo noi andava bene per rassettare la casa alle
10 del mattino, con ai piedi le
pantofole coi 'ponpon'. L'artista ha offerto i brani che l'hanno portata al successo: le sue
canzonette 'festivaliere'. C'è da dire che la ragazza
canta benissimo: non sbaglia una nota. Purtroppo, sta tentando di trasformarsi in
intrattenitrice, che non è proprio il suo lavoro: regala un paio di
'siparietti' con il pubblico;
scende dal palco; si porta in giro per la piazza il
direttore d'orchestra; fa recitare una poesia a un poeta tra il pubblico e lo galvanizza:
"Sei bravissimo"! (Applause! Applause! Applause! Cosa vi aspettate da un popolo che applaude anche ai funerali e l'informazione gongola?); chiede l'affetto del pubblico, che glielo regala finché dura, perché
'sic transit gloria mundi'. E uno si chiede: ma cosa ci sta a fare
l'orchestra Toscanini dell'Emilia Romagna dentro un'operazione del genere? La domanda ci martella il cervello anche ora, ma sopravviveremo. E
l'orchestra Toscanini anche. Il pubblico, tuttavia, si è divertito. E quando
Arisa è riemersa dal deliro da
'showgirl' e si è nuovamente
'teletrasportata' nel ruolo di
cantante, ha offerto quel gioiello che è
'Vasame' in dialetto napoletano, regalando a tutti un momento magico irripetibile. Poi, di corsa verso il finale, con i suoi più grandi successi, da
'Controvento' all'ultimo
Sanremo, tornando a essere la
'stellina' della
musica leggera che merita di essere, perché è in quello ha avuto successo. Da dimenticare tutto il resto: dalle
'guitterie' alle battute un po' pesanti al
sindaco di Sassuolo (una persona di buon gusto, da non confondersi con la politica); dall'intrattenimento, alla
scoperta [sic] del poeta; fino al
'saltellìo' sul palco, come se fosse la leader di una
'rock band' inglese con contorno di
London Symphony Orchestra. Come dicevamo in apertura, milletrecento persone -
1.330 esattamente, come da capienza prevista per la
'piazza sassolese' - si sono divertite, hanno cantato e applaudito
Arisa dopo aver fatto due ore di coda per entrare. In fin dei conti, come scriviamo sempre, il giudizio definitivo è quello del pubblico e solo quello conta. La serata è stata un
successo per la cantante, per il pubblico e per l'organizzazione. Noi facciamo un altro mestiere: scrivere ciò che vediamo e ascoltiamo. Nel salutarvi, ricordiamo che lo spettacolo era
gratuito: un altro
'fiore all'occhiello' dell'organizzazione.
Perché se si vuole, si può.