E' in forte aumento, in Italia, il numero delle
'truffe sentimentali'. E, per combattere questo fenomeno, esiste un progetto denominato
'Per amore, solo per amore', ideato dal centro romano antiviolenza
Marie Anne Erize, diretto da
Stefania Catallo, il primo in assoluto a operare sul nostro territorio nazionale. Dei casi di
'truffa sentimentale' se ne parla assai poco. Invece, sono sempre più diffusi. Buona parte delle vittime viene adescata attraverso il web, in modo particolare sui social network. Le persone coinvolte in questo genere di imbrogli sono principalmente donne, o comunque persone sole e fragili che utilizzano internet per trovare compagnia o amici a cui confidare le proprie solitudini affettive. Questo tentativo di truffa pianificata si chiama
'Scam'. Essa avviene con metodi precisi di ingegneria sociale: la persona viene avvicinata attraverso siti internet o e-mail e si ritrova coinvolta con tecniche diverse, a seconda del sesso della vittima prescelta. Questi truffatori sono abili nel circuire persone che si trovano in uno stato di vulnerabilità emotiva, calcando sui sentimenti. I
'sentimental scammers', così vengono chiamati con linguaggio specifico, si muovono secondo modalità molto organizzate e agiscono con funzioni e obiettivi ben precisi: sono delle realtà criminali, che usano tecniche di adescamento, in particolar modo con le donne sole, facendo leva sui sentimenti, ma anche nei confronti degli uomini, agendo sull'oggettività e assumendo, a distanza di tempo dal contatto, se questo diventa costante, un atteggiamento vittimistico. Il rischio che si corre diventa alto quando entrano in gioco richieste dirette di denaro, o si arriva al ricatto e alle minacce. Non bisogna provare vergogna se si cade in questa sorta di 'trappola', ma bisogna parlarne e rivolgersi a chi può essere di aiuto. Ecco perché si è pensato a dar vita a questo progetto, unico in Italia, denominato:
'Per amore, solo per amore'. Stefania Catallo, attraverso il centro antiviolenza romano
'Marie Anne Erize', ne è la promotrice. L'abbiamo perciò incontrata per comprendere meglio come sta operando sul nostro territorio.
Stefania Catallo, come è nato il progetto 'Per amore, solo per amore' e cosa lo rende unico nel suo genere?"Il progetto 'Per amore, solo per amore' nasce come 'progetto-pilota', il primo in Italia per la diffusione, il contrasto e la difesa dai 'sentimental scammers', ossia dai truffatori on line che, prendendo contatto attraverso internet e i social network con persone in stato di vulnerabilità emotiva, le circuiscono per ottenere denaro. Il progetto è unico, in quanto si tratta di un'idea ancora 'pionieristica' per l'Italia. Si compone anche di una parte formativa, poiché ci occuperemo di formare operatori che possano agire specificamente nel campo del supporto psicologico alle vittime di truffa sentimentale".
Come è possibile distinguere questi 'truffatori sentimentali'? Ci sono delle caratteristiche dominanti, nella personalità o nell'inconscio di una persona, che possono rappresentare un segnale di allarme per evitare la truffa?"I truffatori sentimentali in genere utilizzano i social network, o anche le 'caselle' di posta elettronica, per stabilire un contatto con le potenziali vittime. Nel caso del contatto con una donna, l'uomo si presenta quasi sempre come un libero professionista, abbiente e per lo più vedovo, con figli piccoli. Racconta che la moglie è scomparsa per una malattia grave e che, adesso, vive per i figli, interpretando il ruolo di ottimo padre di famiglia. Circuisce la vittima riempiendola di gentilezze e attenzioni, facendole una 'corte discreta', poco invadente. Per arrivare a estorcere denaro, in genere racconta che dovrà fare un viaggio di lavoro. Poi, durante il viaggio, inizia a narrare di aver subito un furto o cose simili e chiede alla vittima di inviargli dei soldi via 'Money Transfert', per poi scomparire. Le donne, invece, si presentano preferibilmente sotto una veste erotica, inviando foto osè per poi fare un passo indietro e dichiarare che, in realtà, sono integerrime, con figli a carico e una famiglia da mantenere. Mantengono un profilo basso, mansueto, non 'accampano' pretese, né si mostrano particolarmente emancipate. Chiedono soldi al fine di sbrigare le pratiche burocratiche per ottenere un passaporto e, in seguito, recarsi a trovare la vittima, per poi scomparire. In genere, queste truffe sono di entità abbastanza modesta e si aggirano sui 300/400 euro".
Chi si rivolge al vostro centro cosa chiede principalmente? E cosa garantite a chi viene truffato?"Chi si rivolge al nostro centro per questi motivi, chiede anzitutto ascolto e sospensione del giudizio. Noi offriamo, oltre a ciò, assistenza legale e accompagnamento presso le Forze dell'ordine. Cosa, però, assolutamente indispensabile è la protezione della privacy. A brevissimo, apriremo un numero verde dedicato a tali questioni".
Esistono metodologie scientifiche per una difesa adeguata?"Per difendersi, occorre conoscere il problema: soltanto così è possibile attuare delle strategie adeguate e solo così si può riconoscere una situazione a rischio. Per questo motivo, a partire dal prossimo autunno, inizieremo una campagna di informazione, con seminari e incontri aperti anche al pubblico".
Chi opera nella prevenzione e nel contrasto si prepara attraverso corsi specifici? Ci sono degli studi di settore per questo genere di attività?"Per ora non esistono corsi specifici: il nostro centro ne sta elaborando uno da proporre a coloro che decideranno di studiare il fenomeno e ottenere una preparazione specifica. Ribadisco che, per difendersi, occorre conoscere a fondo la materia. In via generale, consiglio di documentarsi sui propri interlocutori e di avere un atteggiamento di cautela verso coloro che ci contattano via internet, soprattutto se non li conosciamo di persona".
Perchè la scelta di intitolare a Marie Anne Erize il vostro centro antiviolenza?"Marie Anne è stata - ed è tuttora - un esempio per tutti noi. Aveva iniziato un'ottima carriera da modella e si era iscritta alla Facoltà di antropologia dell'Università di Buenos Aires. Dopo il 'golpe' militare di Videla, entrò a fare parte del gruppo dei 'Montoneros', che si opponevano alla dittatura civico-militare occupandosi dell'alfabetizzazione degli immigrati. Fu catturata dai gruppi paramilitari mentre portava a riparare la sua bicicletta e non se ne ebbero più notizie. Solo molti anni dopo, il suo carnefice, il maggiore Jorge Olivera, in sede di processo dichiarò di esser stato
"il primo a violentarla". Marie Anne è un simbolo di impegno e rappresenta una vittima di violenza che ha pagato con la vita, in una maniera orribile, per avere creduto in un mondo migliore. La figura di Marie Anne ci è stata fatta conoscere dal Grupo de Argentinos en Italia por la memoria 'Veridad y justicia', un'associzaione di esuli argentini che si batte per la giustizia, nonostante siano trascorsi quasi 40 anni da quei fatti".