Giorgio PrinziSi parla di “apocalisse”, come se non si fosse già di fronte a uno scenario apocalittico sul quale l’Uomo non ha potuto influire in nessun modo, né per evitarlo, né per suscitarlo, come alcuni fantasiosi paladini che ne attribuiscono la causa intenzionale a non meglio specificati poteri occulti sembrano credere parlando di diaboliche armi geofisiche. Su internet persino la mappa della loro presunta dislocazione. Forse l’Uomo avrebbe in qualche modo potuto attenuare le conseguenze di quanto è accaduto con opportune misure di prevenzione e di sicurezza, ma non certo evitarlo e tanto meno suscitarlo. Chi parla a vanvera non ha idea delle energie in gioco. Anche queste considerazioni ci spingono a riportare la questione, con specifico riferimento agli accadimenti che si verificano nel sito nucleare di Fukushima, nella giusta e reale dimensione numerica e nella corretta interpretazione delle grandezze fisiche che li esprimono. L’effetto biologico prodotto dalle radiazioni varia a seconda della loro tipologia; di questo si tiene conto esprimendolo in “sievert” e “rem”. Il sievert è una unità di misura più recente che si sforza di inquadrare la questioni con la massima razionalità possibile, partendo dal dato oggettivo dell’energia assorbita per unità di peso, moltiplicando questo valore per un coefficiente che dipende dal tipo di radiazione in relazione ai danni biologici che ciascuna tipologia produce. Il rem invece pone a pietra di paragone degli effetti biologici quelli indotti sull’organismo umano dai raggi X (raggi Rontgen, dal fisico che li scoprì). Le due unità di misura si equivalgono a meno di un fattore cento, nel senso che il rem è una grandezza cento volte maggiore del sievert. Altro aspetto fondamentale è il fattore tempo, in quanto non è la stessa cosa assorbire l’identica dose, magari insignificante se assorbita in maniera continua nel corso di un intero anno, addirittura mortale se istantanea. Per fare un paragone più comprensibile, la stessa quantità di calore che assorbiamo dai termosifoni di casa nell’arco di una stagione di loro funzionamento, potrebbe risultare mortale se istantanea, ad esempio eiettata da un lanciafiamme. A fare il veleno è la dose, ma anche la sua diluizione, soprattutto nel tempo. A titolo di esempio si citano dati tratti dalla letteratura corrente sugli effetti biologici di una dose variabile in funzione del tempo. 1 sievert assorbito in un'ora può causare lievi alterazioni temporanee dell'emoglobina; 2÷5 sievert causano nausea, perdita dei capelli, emorragie. 4 sievert assorbiti nel giro di una settimana su tutto il corpo portano alla morte nel 50% dei casi se non si interviene terapeuticamente. Oltre 6 sievert, la sopravvivenza è improbabile. Il tecnico non si spinge oltre questa vaga citazione, perché la materia è di competenza sanitaria, non ingegneristica. Inoltre c’è da precisare che in genere si usano i sottomultipli “milli” (un millesimo, indicato con “m” minuscola) e “micro” (un milionesimo, indicato con la lettera greca “?”). Per rendere l’idea dei valori medi di normale esposizione il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare riporta a seguire una tabella illustrativa, desunta dalla letteratura corrente, su possibili diversi assorbimenti medi nel corso di un anno.
     
Fonte di radiazione: dose media annuale all’intero corpo (millirem/anno)
Naturale cosmica: 29
Naturale terrestre: 29
Radon: 200
Interna al corpo umano (K-40, C-14, etc.): 40
Diagnostic raggi X-alla mammella: 39
Medicina nucleare: 14
Prodotti consumati: 11
Altre cause: 2
Totale media annuale: 360 millirem/anno, pari a circa 41 microrem/h (mR/h)
pari a 410 microsievert/h
     
Abbiamo sottolineato l’equivalenza espressa in microsievert all’ora assobiti in modo continuo, perché questa è l’unità di misura che compare quasi esclusivamente nei bollettini, ripresi dalla stampa, sui rilasci radioattivi e sulla radioattività al suolo in relazione all’evolversi della situazione nel sito nucleare di Fukushima. L’apporto aggiuntivo ai fini sanitari potrà valutarsi al ritorno alla normalità, moltiplicando le singole intensità espresse in microsievert per la durata delle varie intensità espresse in ore o frazioni d’ora. Le conversioni sono possibili online, ad esempio alla pagina finalizzata per tali unità http://hptech.org/nuclear/convert/sievert.html. Proviamo a fare un calcolo assumendo come valore medio di piazza San Pietro in Roma il valore di 750 miilirem all’anno, che equivalgono a 7.500.000 microsievert/anno. Dividendo per 8760, le ore di un anno, si ottiene una media oraria di 856,2 microsievert per ora. Credo che chi abbia voglia di dedicare un minimo di applicazione potrà da solo farsi un’idea del reale impatto sanitario in loco del danno biologico di Fukushima. E ancora: moderni televisori emettono 5 millirem/ora, ma i primigeniti ne emettevano dieci volte di più. Certo, l’intensità decresce con il quadrato della distanza a cui si trova lo spettatore, tenendo però presente che 5 millirem equivalvono a 50 microsievert, il contributo radiatico aggiuntivo annuale, magari proprio in camera da letto, se ipotizziamo tre ore di tv al giorno, risulta essere 5x3x365 = 5.475 millirem/anno pari a 54.750 microsievert. Certo, l’assorbimento dipenderà dalla distanza dallo schermo, però comprendiamo le affermazioni al riguardo dello scienziato John Ott, fondatore dell’Istituto di Ricerche sulla Fotobiologia dell’Ambiente di Sarasota in Florida, ritiene che il limite attuale di 0,5 mrem all’ora, fissato per l’emissione in rem dei televisori, sia troppo alto. Certo, la televisione è spesso mortifera, ma riteniamo che lo sia per altre ragioni. Significativamente più bassa l’emissione di quelli a schermo piatto, anche se certi programmi non risultano per questo meno mortiferi. Concludiamo con una serie riferita agli effetti in milliremrem relativi a 100 ore di volo su alcune tratte aeree commerciali: Seattle to Portland: 3 mrem per 100 block hours; New York to Chicago: 39 mrem per 100 block hours; Los Angeles to Honolulu: 26 mrem per 100 block hours; London to New York: 51 mrem per 100 block hours; Athens to New York: 63 mrem per 100 block hours; Tokyo to New York: 55 mrem per 100 block hours. Ringraziamo quegli esponenti ecoambientalisti e quei politici oppositori forsennati del nucleare per la preziosa collaborazione che stanno fornendo al nostro futuro argomentare, quando, cessata l’attuale ondata di emotività, il dibattito sulla ripartenza del nucleare in Italia potrà tornare su un terreno razionale a noi più congeniale. A Fukushima sembra essersi verificata una fusione plurima di noccioli di più reattori, che almeno per uno di essi potrebbe divenire fusione totale del nocciolo. Il Cirn ritiene di avere dato, con il presente comunicato, un suo contributo neutrale, in modo che ciascuno possa valutare se si trovi effettivamente o meno di fronte a un evento apocalittico. Di nuovo un grazie ai talebani ecoambientalisti e ai politici demagoghi per il contributo che stanno, in questo frangente, involontariamente dando alla causa della ripartenza del nucleare in Italia.


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