Vittorio Craxi

Ci sono diversi modi e forme mediante le quali commentare una sconfitta. Ma prima di farlo, vorrei ringraziare chi, incidentalmente o volutamente, è entrato in questo blog ed ha espresso una parola di incoraggiamento o anche di dissenso personale e politico su quanto stavo scrivendo o dicendo nel corso del mio lavoro. La campagna elettorale è stata un lavoro e una fatica. Non sempre lavoro e fatica vengono ripagate con un ‘premio’ elettorale: le condizioni di partenza erano improbe, il quadro generale e quello particolare dei socialisti rendevano tutt’altro che incerto l’esito finale. C’era un obbligo morale e politico da assolvere: quello di non far scomparire la forma organizzata del socialismo italiano. Tuttavia, difficilmente essa avrebbe potuto resistere al confronto di una campagna elettorale che si è mossa nella direzione dell’istituzione di due grandi partiti accompagnati da due segmenti politici significativamente di protesta’anti-sistema’. Si è dunque imposto il bipartitismo: Berlusconi ha ottenuto una vittoria squillante e la sinistra una sconfitta dall’appello molto difficile e incerto. Abbiamo difeso con passione civile ed orgoglio le nostre idee. Naturalmente, continueremo e continuerò a farlo a prescindere dal ruolo politico cui siamo stati relegati, che è quello dell’opposizione extra-parlamentare, la stessa, per la verità, che hanno avuto i primi socialisti della storia. Il socialismo democratico non scompare ma, in Italia, si piega ancora una volta. Quindici anni fa fu letteralmente distrutto dalla furia giudiziaria e da cumuli di errori che pagammo a sovrapprezzo. Qggi, invece, siamo di fronte ad una severa sconfitta elettorale: non abbiamo raccolto né i frutti della cosiddetta unità fra i socialisti, né ha pagato una linea di difesa della laicità dello stato, né tanto meno siamo apparsi credibili nella raccolta di un dissenso che si è manifestato attraverso una significativa astensione e in un voto di protesta che ha aumentato il numero delle schede nulle e delle bianche. Non era facile difendere la nostra posizione in questa campagna elettorale e non sarà facile riguadagnare terreno se non si compiono riflessioni profonde sulla situazione italiana, sullo stato della nostra economia, sulla mancanza di efficacia e di penetrazione delle forze storiche della nostra democrazia, che non rappresentano più, nell’immaginario collettivo, un valore ed un punto di riferimento affidabile. Ho speso diversi anni della mia vita, con coerenza e sincera passione, nella difesa di una nobile storia e di un percorso significativo -quello che compì mio padre a cavallo fra gli anni settanta e ottanta -e nell’idea che in Italia non scomparisse il Partito socialista. Durante questo percorso, ho anche avuto l’onore di rappresentare il mio Paese nel mondo in consessi significativi. Insomma, non sono stato con le mani in mano ed ho interpretato questa missione come un servizio ad una causa per tutti i cittadini. La mancanza di fiducia che è derivata da questo voto non mi fa cedere di un millimetro dalle mie convinzioni e non mi fa cambiare idea circa la necessità di difendere le idee in cui credo, da qualsiasi postazione io mi trovi. E così, dunque, farò coerentemente.




(tratto dal blog di comunicazione politica www.bobocraxi.it)
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