Elisabetta LattanziIn occasione della 'partita del cuore' tra la nazionale cantanti e quella dei politici, evento tenutosi di recente presso lo stadio 'Gran Sasso d’Italia' de L’Aquila, al fine di devolvere l’incasso in favore dell’ospedale pediatrico 'Bambino Gesù' di Roma, ci è parso opportuno segnalare il ruolo di questa eccellente struttura ospedaliera sul fronte della protezione e tutela dell’infanzia. Sono più di un centinaio ogni anno, infatti, i casi di abuso e maltrattamento di minori gestiti dall’ospedale pediatrico 'Bambino Gesù'. E più di 3mila, quelli registrati nell’ultimo quindicennio, a partire dal quale le situazioni di rischio tra i minori che accedono all’istituto pediatrico più noto di Roma, vengono intercettate con un’apposita procedura di 'screening'. Incuria o eccesso di cura, le forme più frequenti di abuso. L’età media è di 12 anni. Nella casistica, anche bambini con traumi da guerra. La violenza sui minori si declina in alcune specifiche forme, che vanno dal maltrattamento fisico e psicologico alla 'patologia delle cure', ovvero il tipo di violenza che passa dall’incuria all’eccesso di cura (per esempio, con la somministrazione di farmaci non necessari, ndr); dalla violenza assistita (il minore assiste alla violenza esercitata su figure di riferimento come un genitore o un fratello/sorella, ndr) all’abuso sessuale. La 'Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni', istituita nel 1982 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha come obiettivo quello di “sensibilizzare e prendere atto del dolore che affligge i bambini che in tutto il mondo sono vittime di abusi fisici, mentali ed emotivi”. Dal 2009, l’ospedale pediatrico 'Bambino Gesù' utilizza una procedura per la rilevazione degli abusi sui minori basata sull'analisi di una serie di indicatori. Questo strumento di 'screening' viene applicato ai pazienti che accedono in ospedale in qualsiasi regime assistenziale (pronto soccorso, ricovero ordinario o diurno, ambulatori). In presenza di segni sospetti, si attiva un percorso clinico ad hoc: il caso viene valutato da un team di specialisti (in particolare medici di pronto soccorso, traumatologi, psicologi e neuropsichiatri, medici legali), che emette la diagnosi e definisce l’iter di cura più adeguato. I casi di sospetto abuso intercettati ogni anno in pronto soccorso sono, in media, 80. A questi si aggiungono i casi rilevati durante l’attività ambulatoriale o in regime di ricovero. La gran parte dei pazienti per cui viene fatta una segnalazione per un abuso sospetto o accertato viene presa in carico dalla neuropsichiatria del 'Bambino Gesù', in un 'day hospital' espressamente dedicato alle vittime di violenza (percorso 'Child Care'). Nello stesso percorso, possono confluire anche i minori vittime di un abuso segnalati da strutture esterne (altri ospedali, strutture territoriali, Autorità giudiziaria). Oltre il 50% dei pazienti seguiti nel 'day hospital neuropsichiatrico' viene 'intercettato' in pronto soccorso. In oltre 40 anni di esperienza sul fronte della cura dei bambini vittime di violenza, l’ospedale 'Bambino Gesù' ha registrato attraverso l’unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza più di 5 mila casi, il 60% dei quali negli ultimi 15 anni. Tra questi, anche alcuni bambini e ragazzi in fuga da zone di guerra: Ucraina, Siria, Africa. Rispetto al tipo di abuso subìto, il più frequente è la 'patologia delle cure', seguono la violenza assistita, l’abuso sessuale e il maltrattamento fisico e psicologico. Nella casistica del 'Bambin Gesù', più dell’80% degli abusi, in tutte le declinazioni, è stato compiuto all’interno della famiglia. Riguardo al genere, le varie forme di violenza vengono esercitate in misura sostanzialmente paritaria su maschi e femmine, eccetto l’abuso sessuale che, nella fascia d’età 7-18 anni, ha un’incidenza 3 volte superiore tra le femmine rispetto ai maschi. All’attività clinica con bambini e ragazzi vittime di violenza, si affianca lo sviluppo di strumenti per il supporto a pazienti e famiglie, in un’ottica di prevenzione. L’ospedale ha istituito un servizio gratuito di assistenza e consulenza telefonica per famiglie e minori in difficoltà, attivo tutti i giorni, H24: 'l’Helpline Lucy 06 6859 2265'. Un team di psicologi dell’unità operativa di neuropsichiatria del 'Bambino Gesù' risponde alle richieste di aiuto che riguardano, in situazioni d’emergenza, la sofferenza psichica di bambini e adolescenti. L’ospedale, inoltre, promuove progetti per lo studio dell’impatto di abuso e maltrattamento sulla salute mentale in età evolutiva e per la definizione di programmi terapeutici adeguati. Sono in fase di sviluppo, un protocollo di supporto a bambini e adolescenti esposti a violenza domestica durante la pandemia da Covid 19 e una serie di interventi psicoeducativi nelle scuole su temi di violenza, bullismo e cyber-bullismo. La dottoressa Paola De Rose, neuropsichiatra del 'Bambino Gesù', referente del percorso 'Child Care', riferisce che i ragazzi che accedono al servizio "portano nella mente e nel cuore i segni della violenza: alcuni li esprimono chiudendosi e buttandosi giù, altri mettendo in atto comportamenti dirompenti, alcuni congelano le emozioni, altri le fanno esplodere”. Il 4 giugno 1983, primo anno commemorativo della 'Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni', l'allora Segretario generale dell'Onu, Javier Perez de Cuellar, ricordava il sacro dovere, sancito dalla 'Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia', di garantire che tutti i bambini, senza alcuna eccezione, devono godere di una tutela speciale. Nonostante gli sforzi e l’impegno di tantissime nazioni, la situazione dei bambini, oggi, è ancora critica. Da qui, l’impegno fissato nell’Agenda Onu 2030 di assicurare la riduzione dei conflitti e della povertà, l’accesso all’acqua, al cibo, all’istruzione e, in generale, la creazione di un mondo più sicuro per i bambini.





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