Elisabetta LattanziSuperate, finalmente, le elezioni europee 2024, c'è da dire che, a parte il forte astensionismo registrato, indice di una scarsa motivazione alla partecipazione democratica, sia per la sfiducia degli italiani nella propria classe dirigente, sia per la scarsa consapevolezza e conoscenza di cosa sia davvero l’Unione europea, sorprendono alcuni risultati che hanno premiato l'ex generale Vannacci, candidato per la Lega e l’insegnante precaria Ilaria Salis, candidata per Avs (Alleanza verdi e sinistra). Due persone completamente diverse, che andranno a rappresentare gli italiani a Bruxelles; due volti di un’Italia divisa tra coloro che pensano che l’Europa “si intromette troppo nelle questioni dei singoli Paesi” e coloro che, invece, hanno a cuore le politiche ‘green’ e i diritti civili. Il generale Vannacci, presumibilmente, ha intercettato i bisogni di quegli elettori che vedono in lui un uomo solido, che ha parlato pubblicamente di temi 'scomodi' senza 'peli sulla lingua', interpretando così il pensiero di molti italiani. Un combattente abituato alle situazioni difficili e agli scenari imprevedibili: un uomo da 500mila preferenze, che vorrebbe costruire in Europa “qualcosa di sbalorditivo” e rappresentare coloro che desiderano una Ue più tradizionalista, che sappia porsi alla guida dell’umanità. Figura opposta a quella dell’ex generale è Ilaria Salis, maestra di scuola primaria che, nel febbraio 2023, è rimasta coinvolta in alcuni scontri con dei militanti di estrema destra in Ungheria. La Salis, che si è sempre dichiarata innocente, ha trascorso 15 mesi nelle carceri magiare in attesa di giudizio e si trovava agli arresti domiciliari a Budapest, in attesa di tornare in Italia. Sono rimaste nella memoria di molti le immagini di Ilaria Salis condotta a processo, in Ungheria, con le manette ai polsi e le catene ai piedi. Scene che hanno fatto il giro delle televisioni di tutto il mondo, portando alla luce le condizioni disumane dei detenuti nelle carceri ungheresi, tra punture di cimici nei letti e ristrettezza d’aria: “Solo quella che filtra dagli spioncini”, come lei stessa ha raccontato nel suo memoriale. La politica italiana si è attivata per chiedere il rispetto dei diritti e un giusto processo, oltre alla richiesta dei suoi legali degli arresti domiciliari in Italia, cosa che non era consentita dalla procedura e dagli accordi internazionali. E’ così partita una grande mobilitazione da parte moltissimi italiani, sia di quelli impegnati politicamente che non, i quali hanno espresso solidarietà e vicinanza alla famiglia della detenuta, ribadendo la necessità di farle scontare la pena in Italia, nonché condannando il sistema carcerario ungherese. Così, Ilaria Salis è diventata il simbolo della lotta per i diritti e la dignità delle persone. A questo punto, Avs (Alleanza verdi e sinistra) ha deciso di investire su di lei, candidandola nelle proprie liste: una volta eletta ha potuto godere dell’immunità parlamentare e, di conseguenza, tornare libera. La Salis ha dunque toccato la sensibilità di tutti coloro che lottano per un trattamento più umano dei detenuti e, probabilmente, è stata votata anche da molti giovani che hanno più volte manifestato, nelle diverse città italiane, per la difesa dei diritti civili. Il successo elettorale di Avs è la risposta di quegli elettori che aspirano a un’Europa democratica, pacifica, contro la guerra, che ponga fine alle disuguaglianze e che si impegni più attivamente per risolvere la crisi climatica e il dramma palestinese, avviando il Medio Oriente verso una pace stabile. Alcuni critici e commentatori hanno visto in Roberto Vannacci e Ilaria Salis soprattutto 2 ‘macchine’ da voti. Gli elettori, probabilmente, due persone a cui dare fiducia.





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