Vittorio Lussana

Uno dei segnali che giudico positivamente, al fine di riuscire a smuovere l'attuale mondo politico italiano, è l’auspicato ‘ritorno’ del Psi. E, forse, di un progetto di ‘sinistra laica allargata’ in grado di presentare, finalmente, qualcosa di diverso rispetto al solito formalismo propagandistico e demagogico, tutto proclami e zero risultati: una forza liberalsocialista capace di coniugare libertà, giustizia sociale e laicità in una chiave moderna ed efficace. Si tratta di un progetto che disturba più di qualcuno, a destra come a sinistra. Ma che si ritrova favorito proprio dall’impotenza del nostro panorama politico complessivo. La nuova Costituente socialista è stata ‘lanciata’, nelle scorse settimane, da Enrico Boselli, Bobo Craxi, Saverio Zavettieri, Rino Formica e Gianni De Michelis presso l’auditorium del Massimo, nel quartiere romano dell’Eur. Una manifestazione che ha visto la partecipazione di più di un migliaio di persone, più che altro disperate per una politica italiana degradata a mero simulacro di potere. Tra le fila di questa nuova ‘cosa’, comincia a farsi strada anche qualche volto interessante: il buon Willer Bordon, la determinata Cinzia Dato, il sagace Franco Grillini. Ed anche qualche giovane interessante, come il bravo Massimo Perna e lo spiritoso Alessandro Battilocchio. Il nucleo fondativo, insomma, sembra dignitoso, il ‘materiale umano’ promettente. Certo, ci fosse stato il ‘grande Bettino’, allora sì che si avrebbe avuta l’impressione di una forza politica di ‘carattere’. In ogni caso, attendiamo con fiducia che questa Costituente riesca a raggiungere un’intesa programmatica solida ed una capacità ‘idealisticamente pragmatica’ dei propri intendimenti, finalizzata, soprattutto, a rendere l’idea della ‘sfasatura’ attualmente esistente, nella politica italiana, tra forma e sostanza. Il principale problema dei socialisti italiani, negli ultimi quindici anni è stato soprattutto quello di non riuscire ad evitare comportamenti ed atteggiamenti che derivano da vecchie abitudini gestionali del partito, che non è più quello che raccoglieva il consenso del 15% dell’elettorato italiano e che era riuscito a ritagliarsi un ruolo di ‘arbitro’ insostituibile per la costituzione di qualunque governo, di qualsiasi Giunta regionale, di qualsivoglia consiglio provinciale e comunale del Paese. Quei tempi sono, in qualche modo, superati, nel bene e nel male: il bene è stato tanto, in una certa fase (con beneficio per tutti, perché la politica, quella insinuosa, pragmatica, concreta, i socialisti la sanno fare eccome…), il male che ne è derivato ancor di più. E forse non è esattamente un caso che il consiglio comunale di Roma abbia deciso di intitolare una via a Bettino Craxi, il quale seppe dimostrare un ragguardevole spessore di leader politico di fronte a tutto il mondo, in qualunque modo la si voglia pensare. Dunque, coraggio, carissimi socialisti: andate avanti per questa strada, quella del riformismo più autentico. Gli italiani sapranno riconoscervi, ad un certo punto, poiché siete quelli dell’abbattimento dell’inflazione e del ‘taglio’ dell’indennità integrativa speciale, quelli della critica al socialismo scientifico e della ‘notte di Sigonella’, insomma quelle simpatiche, irascibili, carissime ‘canaglie’ della sinistra italiana. E per ‘canaglie’, qui non si intende nulla che possa rappresentare un seppur minimo riferimento agli arricchimenti illeciti di qualche ‘affarista rampante’ dei tempi di Tangentopoli, bensì alla vostra capacità di procedere per piccoli passi, risolvendo un problema alla volta. Nella decisione politica di ricreare una forza laico - socialista all’interno della grande ‘casa’ della sinistra italiana, dovrà inoltre essere ben presente un grande sentimento di estraneità nei confronti di un presente sempre più omologato e nei riguardi di un futuro le cui premesse descrivono un autentico, terrificante, disgustoso deserto culturale. E’ un’idea sbagliata quella che vorrebbe identificare un laico di sinistra alla medesima stregua di un ‘modernista’: i più seri ‘sperimentalismi’ non prescindono mai da un profondissimo amore verso la tradizione, in particolare quella della sinistra italiana ed europea. Dunque, compito dei socialisti dovrà essere soprattutto quello di ‘strappare’ ai tradizionalisti il monopolio della tradizione, poiché solo in questo modo la sinistra italiana potrà preservare, all’interno della società civile, quei valori, spirituali e reali, che compongono la nostra stessa cultura nazionale. Solo i socialisti possono veramente amare il passato, per quanto duro o controverso esso possa essersi rivelato: noi stiamo vivendo un contesto sociale in cui nessuno riesce ad amare più nulla all’infuori di se stesso, in cui le nostre retoriche affermazioni di amore equivalgono solamente a forme di cinismo sacrilego. Nel migliore dei casi, tale amore rappresenta un qualcosa di decorativo, di ‘monumentale’, non certamente un sentimento autentico in grado di produrre una nuova Storia con la ‘S’ maiuscola. Il nostro socialismo, la nostra laicità dovrà insomma essere vera e concreta: ogni giorno, ogni ora, ogni minuto la questione di come riuscire a trasformare la società italiana dovrà porsi, in ognuno di noi, come potere di pensare, di decidere, di cambiare, di costruire nuovi rapporti tra studenti e docenti, tra impiegati e dirigenti, fra operai e imprenditori, tra cittadini e Stato. Proprio le vicende della sinistra italiana dimostrano che il socialismo democratico e liberale ha fornito un insegnamento di valore strategico: il centro della società si sposta a sinistra, culturalmente e politicamente, quando è in presenza di una progettualità forte, di alto profilo, persuasiva, che poggi sulle ‘gambe’ di grandi trasformazioni. Ed è questa l’unica via per riuscire ad ottenere riforme vere, concrete e lungimiranti. Al contrario, quando la sinistra cade preda di quel male sottile che è ‘l’ammucchiata al centro’, allora essa rimane bloccata come una ‘statua di sale’ e prevalgono forze moderate e conservatrici.




(articolo tratto dalla rubrica settimanale '7 giorni di cattivi pensieri' pubblicata sul sito di informazione politica www.diario21.net

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Lucia - Roma - Mail - giovedi 2 agosto 2007 18.17
Il buon risveglio del partito che ha reso famoso Craxi avrebbe un ruolo determinante all'interno della sinistra italiana. Supponendolo, però, purificato da tutto ciò che sono stati i postumi negativi del partito della prima Repubblica. E, come capita sempre, in tutte le situazioni di recupero, ciò che viene riveduto e corretto di una buona esperienza può avere dei risultati che vanno al di là delle aspettative dell'opinione pubblica. Se son rose - o garofani - fioriranno...


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