Vittorio Lussana

Dolcissima Eluana, dopo che la tempesta sarà passata, ci chiederemo quanto a lungo durerà quello squarcio tra le nuvole che ti ha portato via. E solo allora potremo comprendere veramente ciò che la tua anima ha dovuto sopportare, tutto il dolore che avrà provato il tuo cuore, insieme a quello di tuo padre e della tua famiglia. E ricominceremo ad attendere quell’intervento divino in grado di sciogliere questo ‘nodo’ che tu ci hai lasciato e che molti non riescono nemmeno a scorgere. In questi anni, vedendo e rivedendo le tue foto, dedicandoti scritti e pensieri, ho potuto solamente immaginarti nella tua stanza d’ospedale senza poter far niente. Non ti ho potuta nemmeno pensare come una semplice ragazza in gravi difficoltà, ma soltanto come un’autentica, gigantesca, ingiustizia divina. Ho tanto auspicato una svolta qualsiasi. Ho desiderato fortissimamente persino la tua morte, nel tentativo di riuscire a superare quel sentimento di sopruso morale che provavo e che provo nei confronti di una vicenda che, alla fine, è solamente quella di un fiore spezzato, di un gambo di giglio reciso e abbandonato sopra a una montagna altissima, senza che né soffio di vento, né pioggia, né coltre di neve alcuna potesse ricoprirla, al fine di rigenerare il ciclo della vita e della terra. Quanti pensieri ti abbiamo dedicato tutti, cara, quante preghiere. Ma non c’è stato proprio nulla da fare. Ebbene, Eluana, adesso sento il bisogno di scriverti, dal più profondo del mio cuore, che se Dio non è in grado di accettare il nostro amore e i nostri sentimenti migliori, se non vuole più ascoltare le nostre voci più sincere, più autentiche e più disinteressate, Egli allora merita di essere a sua volta ignorato. Io posso amare te, oggi, perché questa è la sola cosa che la tua storia è riuscita ad insegnarmi veramente. Forse, Dio ha voluto portarti fin sulla vetta dell’esistenza umana per dimostrare che tu meritavi qualcosa di diverso, un affetto differente rispetto a quello che merita la maggior parte degli altri esseri umani. E che la tua vita, benché breve, non poteva e non doveva essere una vita qualunque, un’esistenza come tante altre. Ma se Dio è in grado di decidere tutto questo, allora Egli merita pienamente che un ‘guanto’ di sfida venga finalmente scagliato contro di Lui, gridando il tuo nome fino all’ultimo angolo dell’universo. Che razza di Dio è un Dio che può abbandonarti per 17 anni? Che Dio è quello che non riesce a trovare il tempo di venire a salvarti o a portarti via con sé? Un Dio vigliacco? Un Dio cinico? Un Dio alla rovescia? Dunque un demonio? Un ‘pigmeo’ gigante? Un Dio che si diverte a vedere come noi, piccoli ‘insetti’ terrestri, cerchiamo di risolvere quei dilemmi, morali e materiali, che Egli stesso si diverte a porci? Desiderare che tu morissi, Eluana, col passare degli anni è diventato come desiderare di morire io stesso. Ma proprio non riuscivo a trovare altro ‘passaggio’, proprio non vi era altra strada che quella di sfidare Dio in persona. Io ti ho cercata, Eluana, con il cuore e con l’anima ovunque e dappertutto, fin sopra alle stelle più lontane, per riuscire a comprendere dove tu fossi finita. E mi sono perso in un mistero totale, assoluto, profondo e doloroso, mentre intanto il tempo passava, i giorni passavano, i mesi passavano, gli anni passavano: tempo, tempo, tempo e ancora tempo. Maledettissimo tempo! Ebbene sì, Eluana, te lo voglio confessare: ad un Dio che ha osato sottoporti ad una prova del genere, io vorrei gridare in faccia tutto il mio disprezzo, vorrei esprimergli quel che penso oggi di Lui dopo averti lasciata per 17 anni in una terra di nessuno. Ti giuro che avrei il coraggio di rivoltargli contro tutta la sua ingiustizia, tutta la sua viltà, tutta la sua ignavia, perché alcuni di noi debbono ‘scavare’ ogni giorno, con il cuore e con la mente, per riuscire a vivere e, persino, per riuscire a morire. Ma perché? Perché? Perché alcune ragazze come te, che nulla hanno fatto di male nella loro vita, sono destinate a diventare dei ‘pozzi senza fondo’ da cui tutti possono attingere liberamente? Perché possono esistere persone che, nel corso della propria vita, possono prendere, prendere e prendere ancora, mentre altre sono solo costrette a dare, dare, dare, sempre e solamente a dare? Dove sono state scritte queste leggi? E perché mai ci sono state nascoste? Perché Dio ci costringe a diventare persino infami pur di non dover chinare la testa verso un’ingiustizia che non è nostra, ma solamente sua? No, amica mia: io non mi posso piegare, questa volta non mi voglio piegare, nemmeno innanzi a Dio in persona. Perché se lo facessi dimostrerei di non provare nulla verso di te, nulla verso il mio prossimo, nulla verso il mondo. Il dilemma rimane agli occhi di molti: è nobile o ignobile pensare tutto questo? Perché in questa storia, moralmente non vi era alcuna via di mezzo: solo un abisso a destra e uno a sinistra, uno strapiombo da una parte e un altro dall’altra. Dio ti ha voluto porre in vetta a una montagna altissima, amica mia, dove nessuno poteva riuscire veramente a raggiungerti, sino al punto da rendere logicamente giusto, limpidamente corretto, prendersi la responsabilità di dirti addio. Perché la vita finisce, gli amori finiscono, le amicizie finiscono, insieme a tutto il resto. Perché questa è la vita, Eluana, la nostra vita. Essa è solamente nostra, di nessun altro. Nemmeno di Dio. Questo è il principio.




(articolo tratto dal sito web www.periodicoitaliano.info)
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paolo frosini - pistoia - Mail - venerdi 20 febbraio 2009 10.14
ancora nuovi lumi sulla vicenda ora il signor Englaro commenta la proposta di legge in corso d'opera e parla di referendum
quindi agiva da babbo o da politico?
paolo frosini - pistoia - Mail - sabato 14 febbraio 2009 8.45
mi permetto di continuare a parlare da laico a laici: il decrto che ha auturizzato il padre di euana a sospendere alimentazione ed idratazione è stato emesso seza una ct con cui si accertasse lo stato di asoluta incoscienza della malata.
2) le testimonianze ascoltate (ma nessuna amica o insegnante di lei - strano no?) hanno riferito alcune sue frasi sul concetto di vita ma soprattutto liti furibonde col babo per voleva sempre decidere per la figlia.

Stavolta eluana non ha potuto litigare con lui e lui ha deciso
Vittorio Lussana - Roma - Mail - giovedi 12 febbraio 2009 16.15
Risposta a Cristina: i ragionamenti semplici, sono spesso i più sinceri. Ricambio il tuo abbraccio.
VIK
Cristina - Italia - Mail - giovedi 12 febbraio 2009 16.11
A parte la profondità dei sentimenti che esprimi e che naturalmente condivido, non sono d'accordo con lo "scagliarsi" contro Dio. Lo trovo molto semplicistico.
Il mondo è nelle mani degli uomini, che guarda caso, lo stanno distruggendo....purtroppo è l'unico che abbiamo....!! un abbraccio.
Vittorio Lussana - Roma - Mail - giovedi 12 febbraio 2009 16.6
Risposta al sig. Frosini: Dio e la morale sono tutt'altro che concetti soggettivi. Anzi, rappresentano, in sede filosofica, momenti di pua oggettività che si contrappongono all'arte, che invece è pura soggettività, Considerare Dio un concetto soggettivo, significa teorizzare un Dio e una morale personali. Ed è proprio questa la forma di violenza che il misticismo opera nei confronti della morale e della legge.
In ogni caso, la ringrazio di aver espresso il suo parere.
VL
Vittorio Lussana - Roma - Mail - giovedi 12 febbraio 2009 15.51
Risposta al sig. Borgioli: può darsi ch'io non sia stato sintetico, sig. Borgioli. Può darsi... Così come può darsi che Vanni Fucci lo fosse più di me. Ma che questo mio brano fosse uno sfogo, questo mi sembra che lei lo abbia compreso. E mi accontento.
VL
Fabrizio Borgioli - Firenze - Mail - mercoledi 11 febbraio 2009 17.53
Rimpiango Vanni Fucci, che nello sfogare la sua ira contro dio, aveva almeno il dono della sintesi...
paolo frosini - pistoia - Mail - mercoledi 11 febbraio 2009 17.47
Dissento sinceramente; parlando da laici Eluana è morta per disidratazione autorizzata da un decerto.
In ciò che è avvenuto c'entrano poco Dio, ma anche il diritto e la morale.
Ma se Dio e la morale son concetti soggettivi il diritto non dovrebbe esserlo eppure è stato emesso un decreto (condivisibile sotto tanti aspetti) m privo del supporto giuridico minimo indispensabile.
Solo Eluana ha il mio rispetto, gli altri, dal babbo ai politici ai preti no, per nulla.
antonio lo franco - Pisticci - Mail - mercoledi 11 febbraio 2009 17.17
Questi sono i momenti in cui apprezzo di essere sinceramente ateo. Non ho da recriminare contro un dio che semplicemente non esiste. Per me, quello che è successo alla signorina Eluana (e non ad "Eluana") è un fatto assolutamente naturale, che poteva accadere e è accaduto, come ogni giorno accadono tutte le cose, sia quelle buone che quelle cattive. E' per questo che credo nell'uomo ed è per questo che pongo l'uomo al centro di ogni mio interesse. In questo momento il mio pensiero di solidarietà va ai parenti della signorina Englaro, nella speranza che possano riguadagnare la serenità che da troppo temopo hanno perduto. Io credo che loro abbiano agito giustamente e secondo la loo coscienza. Sono loro che hanno chiesto, er il loro agire, in conforto di uno Stato che non è stato in grado di pronunciarsi in modo adeguato. Mille volte mille persone sono costrette ad un cenno rivolto al medico o all'infermiere per far cessare uno strazio e mille volte quel cenno viene tacitamente riscontrato senza che nessuno parli di omicidio o si senta omicida. Tutto è rimesso alla coscienza e ai sentimenti delle persone. Una legge non basterà a far cessare tutto questo.
Vittorio Lussana - Roma - Mail - mercoledi 11 febbraio 2009 17.3
Cara Noemi, in quanto laico non posso avere paradigmi: sarebbe una contraddizione in termini. Non mi sono accanito contro di Lui, bensì sono semplicemente giunto a riconoscerlo nel disprezzo che ho provato in tutta questa vicenda. Forse, sto perdendo la fede. Ma ti ringrazio della tua benedizione. La terrò cara.
VL


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