Valentina Corsaletti

Un’ora abbondante di comunicazioni del governo e circa quattro ore di dibattito sulle comunicazioni stesse. 24 luglio, estate piena, che forse ha fatto salire il nervosismo dell’Aula di Palazzo Madama. Il Presidente Marini boccia tre delle 13 risoluzioni presentate, quelle sull’ampliamento della base militare di Vicenza “perché un mese fa la questione è già stata affrontata alla Camera dei Deputati dal Presidente del Consiglio”. La Casa delle Libertà accusa il ‘colpo’, ma subito reagisce imputando alla seconda carica dello Stato di aver consumato “uno strappo alle regole”. Quando Marini passa poi la parola al ministro degli Affari Esteri, Massimo D’Alema, per fornire il parere del governo sulle risoluzioni, il clima diviene incandescente. Il senatore Nino Strano (An) inizia a gridare “facci sognare” con esplicito riferimento alle intercettazioni della vicenda Unipol. Si alza il volume delle voci, si rasentano le urla. D’Alema all’improvviso si ‘scoccia’ ed esclama: “Non siamo al mercato! Se volete interrogare il governo sulla base di Vicenza presentate un’interrogazione o un’ interpellanza. Cosi si fa in democrazia”. Nella confusione, il senatore Fernando Rossi ritira per protesta la risoluzione numero 6, la sua, sulla quale D'Alema aveva dato un parere positivo, ma dalla quale il presidente Marini aveva ‘stralciato’ proprio la parte ‘critica’, quella relativa alla base militare di Vicenza. Prende la parola il capogruppo della Lega, Roberto Castelli, che invita D'Alema “a togliersi quel ‘sorrisetto’ che spunta da sotto i baffi e a considerare con serietà ed attenzione le modifiche apportate alle risoluzioni del centrodestra”. “Può darsi mi sia venuto il sorrisetto - replica D'Alema - ma di certo non ho mancato di rispetto al Senato e ai senatori, tanto della maggioranza quanto dell'opposizione. Ho ascoltato tutto il dibattito e ho preso appunti. Questo è senz’altro un segno di rispetto verso le Istituzioni”. Il Capogruppo di Rifondazione comunista, il senatore Russo Spena, assicura il voto di tutto il suo partito: “La relazione del ministro degli Esteri è positiva, apprezzabile. Una relazione articolata e importante, di grande spessore. E’ importante”, precisa Russo Spena nella sua dichiarazione di voto, “la sottolineatura della necessità di costruire la conferenza internazionale di pace per l’Afghanistan, così come la sua spiegazione, chiara e puntuale, sul suo giudizio nei confronti di Hamas. Mi ha colpito la centralità del tema dell’Europa. Vi è uno spostamento serio dalla politica transatlantica degli ultimi anni e questo mi sembra un punto importante". Dopodichè, il Vicepresidente del Consiglio comincia la sua replica: “La principale garanzia di sicurezza per Israele è fare la pace con gli arabi e si è amici di Israele se li si incoraggia. A questo scopo”, aggiunge, “è necessaria un’azione politica che coinvolga la grande parte del mondo arabo. E su questo tema il dibattito è aperto nello stato ebraico. L’Italia”, assicura il Vicepremier, “contribuisce a difendere la sicurezza di Israele e il suo diritto a esistere. Se nel sud del Libano non vi fosse l’Unifil, ma Hezbollah, lo Stato di Israele sarebbe meno sicuro”. Sulla questione della Costituzione europea, D’Alema specifica che non si avrà un vero e proprio “Trattato costituzionale europeo, ma una seria riforma dei Trattati, secondo quanto deciso dal Consiglio europeo del 21 e 22 giugno di Bruxelles. Come tutti i compromessi anche quello raggiunto a Bruxelles ha avuto i suoi costi”, ha ammesso il capo della Farnesina, “e per chi avrebbe voluto, come l’Italia, una maggiore integrazione politica, la riduzione delle ambizioni costituzionali é un prezzo alto. Ma” - ha osservato – è importante che la paralisi europea sia finita”. Poi D’Alema affronta il nodo Afghanistan: “La vera battaglia da vincere per le autorità afghane e per la comunità internazionale è quella della conquista del consenso e della fiducia della popolazione. Le vittime civili dei bombardamenti Nato in Afghanistan sono danni inaccettabili, sul piano morale, e finiscono per compromettere l’immagine della comunità internazionale. Occorre” - ha concluso - trovare un equilibrio migliore tra esigenza di sicurezza e tutela della popolazione”. Alla fine, si passa al voto dell’Aula, che approva con 159 voti a favore e 153 contrari la risoluzione della maggioranza sulla politica estera e le missioni internazionali.


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