Susanna SchimpernaBenvenute le polemiche intorno a Nadia Toffa, che ha detto e scritto che per lei "il cancro è stato un dono". Benvenute, perché danno modo a noi tutti di riflettere e confrontarci sulle convinzioni che, più o meno consciamente, abbiamo su quello che una volta veniva chiamato "il brutto male" e basta, perché considerato innominabile. Purtroppo, per motivi familiari e amicali, di cancro ho molta pratica. E ho sentito ogni stranezza detta da ogni tipo di persona. C'è chi pensa sia 'colpa' del malato, che dovrà dunque interrogarsi sui 'nodi da sciogliere' o, addirittura, sui suoi 'errori'; chi dà la colpa all'alimentazione; chi ha un approccio psicologico sofisticato, per cui cerca nella vita e nell'atteggiamento del malato le cause prime. Per esempio, se hai il cancro all'utero c'è un problema non risolto con la maternità; se hai un cancro alle ossa, ti sei portato addosso troppi pesi morali e responsabilità e ora non ce la fai più. Poi ci sono i consigli, i rimedi: dal bicarbonato all'origano, dal basilico all'aglio. Non disprezzo alcun approccio, perché allo stato delle conoscenze chissà: anche il più bizzarro, un giorno potrebbe rivelarsi vero. Per ora, però, vedo colpiti dal cancro individui di ogni tipo, tutti assai diversi tra loro. Il cancro come "un dono"? Quello che ha dichiarato Nadia Toffa ci costringe a fare i conti con le nostre convinzioni superstiziose, ideologiche (e anche quelle strettamente 'scientifiche' talvolta lo sono, escludendo a priori qualunque altra ipotesi). Una cosa è vera: possiamo affrontare il cancro - e qualunque altra difficoltà grave - in vario modo. Questo sì, è in nostro potere. In questo senso - e solo in questo senso - possiamo parlare di "dono": quando cioè riusciamo a far emergere potenzialità che nemmeno sapevamo di avere; quando ci accorgiamo degli altri, mentre prima non li guardavamo neppure; quando troviamo il coraggio di fare scelte importanti proprio perché lo 'spettro' di una possibile morte vicina, invece di indebolirci ci dà forza. Naturalmente, dobbiamo restare vivi. Il cancro può essere "un dono" solo per chi la 'scampa'.


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