Luca Mariani"Oggi celebriamo un martire e un eroe, non solo un socialista. Giacomo Matteotti fu ucciso perché difese la libertà e per reprimere il dissenso". Così Bobo Craxi ha ricordato a Roma, lo scorso 10 giugno, la figura di Giacomo Matteotti nel 92° anniversario dell'omicidio fascista. La cerimonia si è svolta resso il lungotevere Arnaldo da Brescia, il luogo in cui Matteotti fu rapito dagli emissari del regime. "Il  fascismo - ha dichiarato Craxi - aveva vinto le elezioni, ma non aveva ancora messo 'radici'. Matteotti fu ucciso perché si oppose alla legge Acerbo e denunciò i 'brogli' elettorali". Craxi si è poi concesso anche un affondo politico sull'attualita': "La legge Acerbo somiglia proprio all'Italicum". Alla celebrazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato una corona di fiori e un messaggio di saluto. Messaggi sono giunti anche dal presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dai Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha inviato una corona di fiori. Angelo Sabatini, presidente della 'Fondazione Matteotti', ha ricordato l'importanza che ebbe quell'omicidio nella coscienza del popolo italiano. "Durante il fascismo - ha sottolineato - c'era chi nascondeva l'immagine di Matteotti nel cassetto vicino al letto, proprio come si fa con un 'santino'. Alle celebrazioni del 10 giugno 1945, Pietro Nenni e Giuseppe Di Vittorio vollero la 'pompa magna' per onorare pubblicamente l'uomo che molti italiani veneravano di nascosto". La fama di Giacomo Matteotti ha oltrepassato anche i confini europei: nel febbraio 2013 fu ucciso a Tunisi, mentre usciva di casa, Chokri Belaid, avvocato di sinistra impegnato per la difesa dei diritti umani. Da laico, Belaid si oppose a una possibile deriva 'islamista' della Tunisia, dopo la cacciata di Ben Ali. "Tra gli elogi funebri in Tunisia - ha affermato Bobo Craxi - vi fu chi lo ricordò come il Matteotti tunisino". La famiglia non volle alcun esponente del Governo ai funerali. Il consigliere regionale del Lazio, Gianluca Quadrana, si è rammaricato che "per una ricorrenza così significativa, il lungotevere non sia stato chiuso al traffico". Il subcommissario al Comune di Roma, Maria Barilà, si è detta "onorata di poter celebrare un uomo che mi emozionava persino sui libri di scuola". Anche Oscar Tortosa ha auspicato che "l'esempio di Matteotti venga studiato e approfondito nelle aule scolastiche". Vincenzo Pirillo, tra gli organizzatori della celebrazione insieme a Marcello Leopardi, del circolo 'Saragat-Matteotti', ha commentato amaro: "Ciò che manca oggi, in Italia, è proprio la passione politica e l'impegno civico che portarono Matteotti al martirio: sono gli aspetti di Matteotti che rimpiangiamo di più...".


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