Ennio TrinelliSugli autobus e in metropolitana basta osservare con attenzione gli sguardi che i 'bianchi' lanciano ai 'neri', e che questi ultimi lanciano agli asiatici, e all'indifferenza con cui gli asiatici ti accolgono senza nemmeno parlare la tua lingua, fingendo stupore quando rimarchi la necessità di parlare la lingua del Paese in cui si vive, magari come semplice necessità per comprendersi. Basta assistere all'ennesima lite alla stazione Termini tra indiani e africani. O seguire un dialogo tra sguardi che si trasmettono informazioni atte alla localizzazione di clienti per qualche grammo di fumo. Basta vedere come saltano i nervi a tutti al minimo sgarbo, basta notare come la gentilezza scompare e lascia il posto alla protervia, all'arroganza e alla prevaricazione. Si dice a qualcuno: "Grazie molto gentile", ma si intende: "Sparati, testa di cazzo"! E non ci si pone nemmeno il problema di poter avere, magari, torto. Si sale sui vagoni e sugli autobus senza aspettare che chi c'era salito prima abbia il tempo di scendere; si corre alla ricerca di un posto a sedere come se fosse oro. Ci si accontenta del pochissimo e per quel pochissimo si è disposti a moltissimo, forse a tutto. Sono tempi terribili, in cui c'è ancora, per fortuna, chi continua a pensare che l'amore sia più forte dell'odio. Anche se non è proprio così, non c'è altra strada. E bisognerà proprio farlo vincere questo amore. E' questa l'unica grande consolazione di questi tempi desolati.


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