Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano londinese "Guardian" il 14 febbraio scorso. Il suo autore è un medico irakeno.

Scrivo per protestare contro coloro che si oppongono alla guerra a Saddam Hussein o, come loro la chiamano, la guerra contro l’Irak.
Sono un medico iracheno, ho prestato servizio nell’esercito iracheno per sei anni durante la guerra Irak – Iran e per quattro mesi durante la guerra del Golfo.
Tutta la mia famiglia vive tuttora in Irak.
Sono un arabo sannita, non sono curdo e neppure sciita. Sono un ordinario iracheno non coinvolto con l’opposizione al di fuori dell’Irak.
Sono veramente deluso dal modo in cui la gente, i media e i politici vedono la situazione. A tutte queste persone che sono contro la possibile guerra voglio dire questo: se pensate che così facendo servite gli interessi del popolo iracheno oppure credete di salvarlo, allora vi sbagliate
In realtà, state salvando Saddam. Voi state privando la gente dell’Irak di quella che probabilmente è l’ultima reale possibilità di liberarsi di lui e di uscire da questo buio periodo della loro Storia.
La mia famiglia e quasi tutte le famiglie irachene proveranno un dolore e una rabbia immensi quando la televisione di Saddam, con grande soddisfazione, mostrerà le manifestazioni pacifiste di Londra.
Ma dove eravate voi manifestanti quando migliaia di persone della nostra gente dell’Irak veniva assassinata dalle milizie di Saddam alla fine della guerra del Golfo per sopprimere le sommosse?
Solo ora, quando la guerra sta per raggiungere finalmente Saddam, ognuno di voi si preoccupa della vita umana in Irak.
Dove eravate quando Saddam stava uccidendo migliaia di iracheni a partire dai primi anni ’70? E dove siete voi ancora oggi, dato che ogni settimana lui ammazza la mia gente con sentenze dei suoi Tribunali della Rivoluzione gestiti dai servizi segreti?
La maggior parte delle sentenze di esecuzione portano la firma di Saddam stesso. La vostra campagna anti-guerra è diventata isteria di massa e non siete più in grado di vedere le cose come stanno.

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