Cinzia RiontinoC’è ancora molta confusione e tanta ignoranza su cosa realmente rappresenti il femminismo e quali siano i suoi obiettivi. Negli ultimi anni, il termine è tornato a essere popolare: quasi una resurrezione, dopo lunghi decenni di 'riflusso'. Eppure, sono in troppi a non sapere realmente cosa significhi e cosa comporta essere femministe. Il femminismo è un movimento sociale e politico che mira a raggiungere l’uguaglianza sostanziale ed effettiva tra uomini e donne, sia a livello sociale, sia a livello economico e politico. Ciò perché alla base vi è la consapevolezza che le donne siano state storicamente discriminate e oppresse rispetto agli uomini. Ancora oggi c’è tanto lavoro da fare. Per esempio, sono in molti a pensare che il femminismo sia un movimento composto esclusivamente da donne che si batte solo per le donne. In realtà, esso coinvolge anche gli uomini. Esistono diverse correnti di pensiero all’interno del movimento femminista, ognuna con le proprie posizioni: ci sono le femministe antagoniste, che lavorano per una trasformazione radicale della società. Ma ci sono anche le femministe liberal, che cercano di ottenere cambiamenti dall’interno della società e della politica. Poi, ci sono anche le femministe intersezionali, che tengono conto delle diverse oppressioni che le donne possono subire a causa della loro razza, della classe sociale di appartenenza o in base al loro orientamento sessuale. I progressi fatti nel corso del decenni sono stati tanti, ma ci sono ancora molti retaggi da eliminare. Violenza e forme di discriminazione sono ancora molto presenti in tante parti del mondo. In molti Paesi non viene riconosciuto il diritto delle donne all’istruzione o si mettono in atto politiche che limitano i loro diritti riproduttivi. E’ anche importante evidenziare che il femminismo non è ideologicamente contrario agli uomini. Anzi, l’obiettivo è quello di creare una società più equa per tutti. Essere femministe non significa odiare gli uomini, ma avere gli stessi diritti. Essere femministe non significa che una donna non debba occuparsi dei propri figli, ma capire e pensare che si tratta di una scelta e non di un obbligo morale dettato dalla mancanza di opportunità lavorative. Essere femministe non è una gara, ma una lotta per la democrazia paritaria nei rapporti tra i generi e per la libertà. Liberare le donne da ruoli predefiniti o dai modelli imposti, come quello della casalinga, vuol dire promuovere la loro partecipazione in diversi ambiti, molti dei quali tradizionalmente considerati maschili, in particolar modo la politica, la scienza e la tecnologia. Un altro tema centrale del femminismo riguarda la violenza di genere: le femministe si battono contro la violenza domestica, lo stalking e le violenze sessuali, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica o fornendo il giusto sostegno alle vittime. L’obiettivo è quello di promuovere politiche di prevenzione, come l’educazione alla parità di genere nelle scuole. Il femminismo cerca di includere tutte le donne senza distinzioni, al fine di dare voce a tutte, in particolare quelle che si trovano in situazioni di svantaggio. Nonostante i progressi ottenuti proprio grazie al movimento femminista, ci sono molte sfide sono ancora da affrontare. Purtroppo, le donne continuano a subire discriminazioni sui luoghi di lavoro; continuano a vivere situazioni di violenza; sono ancora oggetto di stereotipi di genere. Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, anche nello stesso ruolo. Proprio per questo, un rinnovato impegno femminista è essenziale: per realizzare una società più giusta e equa per tutti, senza alcuna distinzione.





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