Rita ChessaMentre si attende il verdetto dei giudici per l’estradizione del giornalista australiano Julian Assange, a Milano e a Roma si sono tenute manifestazioni e presìdi a suo sostegno rispettivamente innanzi al consolato e all’ambasciata britannica. L’attivista rischia la pena massima prevista, negli Stati Uniti, per i capi d’imputazione di cui risulta indagato: in tutto, 175 anni di reclusione. Nato il 3 luglio 1971 in Australia, da sempre interessato all'informatica, negli anni ’80 del secolo scorso Assange era diventato uno dei primissimi ‘hackers’, noto con lo pseudonimo di 'Mendax' e membro di un gruppo internazionale chiamato: 'International Subversives'. Dopo aver affrontato denunce e accuse legali per le sue attività di 'hacking' in Australia, si dedicò allo studio della fisica e della matematica presso l'Università di Melbourne, sebbene non abbia mai terminato il percorso di laurea. Da circa 5 anni in detenzione preventiva nella prigione di Belmarsh, nel Regno Unito, mise in circolazione migliaia di documenti secretati su possibili crimini di guerra in Iraq e Afghanistan, sui bombardamenti nello Yemen, sulla corruzione nel mondo arabo, sulle esecuzioni extragiudiziarie da parte della polizia keniota, sulla rivolta tibetana in Cina, in merito allo scandalo petrolifero in Perù e svariate e-mail degli organi esecutivi della Turchia dopo le 'purghe' del Governo Erdogan nel 2016. Il mezzo con cui diffuse le informazioni fu la piattaforma 'Wikileaks', di cui era co-fondatore e caporedattore nel 2006, giungendo all'attenzione internazionale nel 2010, quando fece trapelare una serie di notizie fornite da Chelsea Manning, tra cui il celebre video 'Collateral Murder', che mostrava l'uccisione di civili iracheni da parte degli elicotteri militari americani. Queste pubblicazioni scatenarono un dibattito globale intorno alla sicurezza nazionale, la privacy e l'etica della divulgazione di informazioni coperte dal segreto di Stato. Mentre molti vedono Assange e 'WikiLeaks' come paladini della libertà di stampa e della trasparenza governativa, altri li accusano di mettere in pericolo la sicurezza nazionale e, di conseguenza, le vite umane. La vita di Assange ha preso una svolta drastica nel 2012, quando si è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, per poter sfuggire all'estradizione in Svezia, dove era ricercato per accuse di violenza sessuale che lui ha sempre negato e che sono state poi ritirate nel 2017. Tuttavia, la sua permanenza nell'ambasciata si è trasformata in un esilio di 7 anni, fino al suo arresto, nel 2019, da parte della polizia britannica per violazione delle condizioni di cauzione. Da allora, Assange si trova in una lunga battaglia legale contro l'estradizione negli Stati Uniti.





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