Valentina Spagnolo
La Giornata mondiale per l’alimentazione, istituita sin dal 1979 dalle Nazioni Unite, sta aprendo la strada verso lo sviluppo sostenibile. Nell’ultimo vertice tenutosi il mese scorso a New York tra 193 Paesi, l’assemblea generale dell’Onu ha infatti assunto l’impegno per il raggiungimento dell’obiettivo ‘Fame zero’ entro il 2030. E’ un traguardo ambizioso, che non può essere raggiunto senza affrontare il problema del cambiamento climatico. Proprio in nome della protezione e della garanzia della prosperità egualitaria, i 177 Paesi facenti parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) hanno firmato, negli anni scorsi, l’accordo di Parigi sul clima, riconoscendo l’importanza della sicurezza alimentare. Il clima sta infatti cambiando, così come l’alimentazione e l’agricoltura. Si sta infatti assistendo a un forte impatto sulla sicurezza alimentare. E la gran parte degli 800 milioni di persone che soffrono di denutrizione cronica, composta da piccoli contadini, pescatori e pastori, sono i più colpiti dagli effetti provocati dall’aumento delle temperature e dalle calamità naturali legate al clima. Considerando ciò, senza sicurezza alimentare non si può neanche immaginare la possibilità di uno sviluppo sociale ed economico coerente. La stessa minaccia del cambiamento climatico mette a rischio la stabilità dei prezzi dei prodotti alimentari. Molti coltivatori lamentano come i cambiamenti climatici stiano incidendo sulla produzione agricola. Il naturale ciclo delle stagioni ha stravolto il periodo prestabilito da tempo per le colture. E ciò ha inciso profondamente sulla produzione, richiedendo l’utilizzo di ulteriori prodotti che proteggano le coltivazioni, nonché l’impiego di nuovi mezzi tecnici. Gli eventi meteorologici estremi, purtroppo, si riverseranno direttamente su un calo produttivo delle principali colture entro l’inizio del prossimo secolo. Nel contesto dell’alterazione climatica, l’incidenza sulla biodiversità sta diventando sempre più evidente, provocando l’effetto, da sempre sottovalutato, di una carenza degli organismi del suolo, che hanno un ruolo determinante nel garantire la produzione alimentare. L’azione degli stessi nel suolo contribuisce a rendere più nutrienti i regimi alimentari: proteggono la salute umana e riparano dall'inquinamento del prodotto agricolo. I benefici che la biodiversità del suolo offre all'agricoltura e alla sicurezza alimentare sottoforma di servizi ecosistemici hanno un'importanza vitale. I microrganismi del suolo, per esempio, trasformano i composti organici e inorganici rilasciando sostanze nutritive in una forma che le piante possono utilizzare come fonte di nutrimento. La diversità dei suoli e la diversificazione delle colture concorre a migliorare il controllo, la prevenzione o l'eliminazione di parassiti e organismi patogeni. Questa stessa biodiversità risulta minacciata dalle attività antropiche, dai cambiamenti climatici e dalle calamità naturali. Una delle principali cause della perdita di biodiversità dei terreni continua a essere rappresentata dallo sfruttamento eccessivo e dall'uso improprio di prodotti chimici per l'agricoltura, che ne riducono le potenzialità. A ciò si associano le cause concorrenti della deforestazione, dell'urbanizzazione, dell'agricoltura intensiva, dell'inquinamento e della salinizzazione. La necessità di garantire della vita degli organismi, si traduce nell'urgenza di promuovere l'uso di tecnologie innovative nella gestione del suolo. Per esempio, le nuove tecniche molecolari, che sfruttano il sequenziamento molecolare di prossima generazione, consentono di comprendere meglio gli organismi del suolo e, soprattutto, gli effetti che essi possono avere sui sistemi colturali a essi associati. I microrganismi del suolo possiedono un significativo potenziale in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici. Essi concorrono, infatti, al sequestro del carbonio e, quindi, alla riduzione delle emissioni di gas a effetto-serra. Le attività agricole rappresentano la principale fonte di emissione di anidride carbonica e protossido di azoto dal suolo. Pertanto, la biodiversità del suolo contribuisce a proteggere la salute umana sia direttamente, sia indirettamente. Nella produzione di salsa di soia, formaggi, vini e altri alimenti e bevande ottenuti mediante fermentazione, vengono tradizionalmente usati vari batteri e funghi provenienti dal terreno. Le piante producono sostanze chimiche, quali gli antiossidanti, che stimolano il nostro sistema immunitario e concorrono alla regolazione ormonale. I microrganismi del suolo possono, infine, aiutare a prevenire sia malattie infiammatorie croniche, tra cui allergie, asma, patologie autoimmuni, malattie infiammatorie croniche intestinali, sia la depressione. Sin dall'inizio del 1900, molti farmaci e vaccini sono stati creati utilizzando organismi del suolo, a partire da noti antibiotici quali la penicillina, fino alla bleomicina, un medicinale impiegato nel trattamento del cancro e all'amfotericina, indicata nella cura delle micosi. Alla luce del crescente numero di patologie causate da microrganismi resistenti, la biodiversità del suolo ha l'enorme potenziale di fornire nuove risorse medicinali naturali per combattere tali malattie. Purtroppo, mancano dati dettagliati, politiche e azioni in materia di biodiversità del suolo a livello locale, nazionale, regionale e mondiale. Per comprendere meglio le minacce che gravano sulla diversità del suolo e attuare politiche e norme pertinenti, sarebbe fondamentale: a) investire nella realizzazione di valutazioni armonizzate della biodiversità del suolo in tutto il mondo; b) standardizzare i protocolli di campionatura e analisi che consentono la raccolta di grandi serie di dati comparabili; c) incentivare l'uso di strumenti di monitoraggio efficienti per registrare le variazioni della biodiversità del suolo. È quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura dal titolo: ‘Lo stato delle conoscenze sulla biodiversità del suolo’, pubblicato in occasione della Giornata mondiale del suolo, che si è celebrata, come ogni anno, il 5 dicembre scorso. Sebbene la perdita di biodiversità figuri tra i problemi prioritari di rilevanza mondiale, la biodiversità del suolo non riceve l'attenzione che merita E, per tale ragione, secondo il rapporto dell’Onu bisogna cominciare a tenerne conto quando si pianificano interventi per lo sviluppo sostenibile: "I suoli”, ha spiegato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, “non sono soltanto il fondamento dei sistemi agroalimentari e il luogo in cui si produce il 95 percento del cibo che consumiamo, ma la loro salute e biodiversità sono anche cruciali per il nostro progetto di porre fine alla fame e garantire l'esistenza di sistemi agroalimentari sostenibili". Qu Dongyu ha sottolineato, altresì, "la necessità di creare un sistema d'informazione globale sul suolo, efficiente e conforme ai principi dell'agricoltura digitale e alle innovazioni in materia di valutazione e monitoraggio ambientale", al fine di tutelare quelli che, con riferimento agli organismi dei terreni, egli ha definito "i nostri eroi silenziosi e laboriosi. Come dice un proverbio cinese", ha concluso il direttore generale dell'agenzia delle Nazioni Unite, "il suolo è la Madre di tutte le creature. Non dimenticare la Madre che ti nutre".






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