Valentina CirilliMolti attori, autori e lavoratori dello spettacolo sono, per tradizione, legati al mondo della sinistra, o culturalmente progressista. Ma il tradimento del Governo Conte nei confronti di cinema e teatri sta rimettendo in discussione quest'appartenenza, probabilmente data per scontata. Io stessa provengo da una famiglia cattolica marchigiana e sarei nella situazione 'ipotetica' di vagliare altre proposte, anche conservatrici, ma moderate e, soprattutto, ragionevoli. Invece, no: nell'attuale centrodestra a trazione 'sovranista' ci si imbatte in una strana 'egemonia' culturale di negazionisti e complottisti. Una visione del mondo che, quando non è semplicemente obsoleta o superata, si tramuta in una deriva psichiatrica tale da giustificare l'abolizione della legge Basaglia e la riapertura dei nosocomi. In pratica, il 'complottismo' non solo rischia di diventare un vero e proprio 'boomerang', dato che sta generando la nascita in rete di migliaia di nuovi gruppi di 'debunkers' o di ridanciana presa in giro di faziosi e irriducibili fuori tempo massimo, ma sta diventando la vera 'stampella' dell'esecutivo attualmente in carica e dell'intero schieramento di centrosinistra. In sostanza, la chiusura ideologica delle destre è proprio ciò che impedisce ogni tipo di 'travaso', per lo meno verso un ipotetico 'centro moderato'. A destra, ci sono alcune posizioni di principio che si potrebbero considerare 'corrette'. Ma proprio quest'ultime non vengono né spiegate,esplicitate. Invece, si punta tutto su altre 'news' - le 'fake news', per l'appunto - totalmente superficiali, che alla fine creano soltanto confusione. Inoltre, ribadiamo la notizia relativa alla formazione di nuovi gruppi organizzati, pronti a 'sbertucciare' posizioni e asserzioni assolutamente folli, da internamento immediato, di cui le nostre destre non si vergognano minimamente. La vergogna stessa non esiste più come stato d'animo: semplicemente non viene contemplata. Molti siti web e canali YouTube vivono la cosa come una sorta di 'divertissement'. Come se l'informazione fosse una sorta di 'gioco di società', o qualcosa del genere. Ci si diverte, si ride e si scherza, dando in pasto a chi legge o a chi osserva un video tutta una serie di notizie mai verificate o controllate. Oppure, vere e proprie 'non notizie' presentate in forma 'dopata', cioè enfatizzate o esagerate. Un vero e proprio 'gioco degli specchi'. Prendiamo il caso delle presidenziali americane: dopo la dichiarazione di Donald Trump di aver vinto le elezioni, molti siti ufficiali hanno proposto la seguente 'titolazione': "Donald Trump si autoproclama vincitore". Dopo alcuni giorni, al termine del conteggio e del 'riconteggio' - già previsto per legge in molti Stati americani, senza che alcun ufficio legale lo debba richiedere - il nuovo presidente, Joe Biden, ha informato il popolo americano di aver vinto la consultazione. E subito, molti siti di destra hanno accusato Biden di essersi "autoproclamato presidente". Come se la notizia fosse la stessa in ambedue i casi. La prima, infatti, era una notizia effettiva, poiché le operazioni di spoglio erano ancora in corso e Donald Trump non avrebbe dovuto dichiarare di aver vinto: una forzatura istituzionale. La seconda, invece, era una 'non notizia': terminato lo 'spoglio', era pacifico che Biden dichiarasse ai suoi elettori e alla nazione la sua vittoria. La seconda 'autoproclamazione', dunque, non è affatto tale: accade da sempre, alla fine delle presidenziali americane. Ma tutto viene 'appiattito' sul medesimo piano, generando una confusione pazzesca. Addirittura, alcuni ambienti repubblicani statunitensi, da noi contattati per semplici motivi di salute o di accertamento sanitario, ci hanno spiegato che quanto stiamo vedendo è un inutile teatrino - "da parte di tutti", ci viene sottolineato - dato che il voto postale ha finito col confermare i sondaggi pre-elettorali, quelli che davano la vittoria di Biden con un distacco di vari punti percentuali. "La cosa che ha depistato tutti, anche i vostri giornalisti 'ufficiali' e non soltanto i complottisti", ha svelato un nostro amico attore, figlio di un italiano ma di madre americana, "è stata la decisione dell'elettorato democratico che, a causa del Covid 19, in larga parte ha deciso di utilizzare l'opzione del voto postale. Ma per noi americani, si tratta di una procedura normale: questa non è la prima volta che facciamo ricorso al voto postale, né sarà l'ultima". In effetti, si tratta di un'opzione perfettamente prevista dall'ordinamento americano in materia elettorale. E la pandemia spiega perfettamente perché sia stato scelto questo metodo, già utilizzato in passato proprio dagli elettori repubblicani. Ma tutto ciò a cui stiamo assistendo, in televisione e sui vari social network, è solo un modo di prendersi visibilità: l'ultima 'passarella' per Donald Trump, quella di 'avvio' del proprio mandato da parte di Joe Biden. E' l'informazione divenuta spettacolo. In una parola: teatro. Il vero motivo dell'empasse americana di questi giorni è la 'droga' dell'apparire: il voler rimanere a tutti i costi e fino all'ultimo secondo possibile al centro della scena. Forse, i media di tutto il mondo, sia quelli complottisti, sia quelli del 'mainstrem', farebbero bene a relegare l'elezione americana e le sue 'diatribe' tra le notizie secondarie, spegnendo i riflettori su questo ridicolo 'teatrino'. Anche al fine di lasciare il teatro a chi lo fa veramente e per mestiere.


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