Eleonora MattiaL'Italia non è un Paese per mamme che lavorano. Il Governo abolisce il 'voucher baby sitter' e i contributi per il nido. L'intervento consisteva in un assegno sino a un massimo di 600 euro al mese per un massimo di 6 mensilità ed era aperto anche a lavoratrici autonome e imprenditrici. Il vero passo indietro sta nel fatto che il voucher per le babysitter rappresentava un'alternativa valida al congedo parentale facoltativo. Oltre all'abolizione del voucher, nella legge di bilancio 2019 sono stati cancellati anche gli sgravi contributivi previsti per il triennio 2016-2018, che andavano a favore del fondo per la contrattazione di secondo livello per la promozione di misure volte alla conciliazione di vita privata e lavoro, come lo 'smart working' e il 'part time'. Queste ulteriori misure dell'esecutivo contro le mamme si uniscono a quella che prevede la possibilità di lavorare sino all'ultimo giorno di gravidanza e di spostare a dopo il parto i cinque mesi di maternità. Uno strumento di flessibilità che potrebbe facilmente trasformarsi in una forma di ricatto per le donne.




Consigliere regionale del Lazio per il Partito democratico
Presidente della IX commissione Lavoro, Formazione, Politiche giovanili, Pari opportunità, Istruzione, Diritto allo studio

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