Vittorio LussanaBerlino è stata colpita duramente, in questi giorni natalizi. Ma dopo questo ennesimo attentato non possiamo perderci in polemiche e divisioni tra laici e credenti. Al contrario, dobbiamo stare vicini a chi professa una fede, proprio per dimostrare che non siamo contrari ai sentimenti interiori e alla libertà di culto per ogni singolo individuo, il quale ha tutto il diritto di credere, praticare e professare un proprio sistema di valori. E' chiaro che, a nostro parere, le religioni rappresentino un problema proprio per l'alto tasso di strumentalizzazione che esse contengono. Ma è la loro manipolazione quel che bisogna, innanzitutto, rigettare. Ogni credenza contiene in sé alcuni elementi di essenzialità filosofica che rappresentano, il più delle volte, insegnamenti validi e preziosi. E cogliere con onestà intellettuale tali elementi significa distinguere le religioni stesse da quegli estremismi che le rendono un 'movente'. La qual cosa significa, semplicemente, che noi rigettiamo la fede quando essa si presenta con la maschera dell'ideologia. Paradossalmente, la Storia ci viene incontro e ci dà ragione, pur nell'infinita tristezza di questi giorni. Ma in quanto metodo per aiutare il prossimo a comprendere il valore della vita umana, la fede religiosa può ancora essere utile al mondo e interpretare un proprio ruolo sul quadrante della Storia. E' infatti l'ideologizzazione della religione, il nemico che dobbiamo combattere. Perché, lo sottolineiamo e lo ribadiamo per l'ennesima volta, la nostra società è laica proprio in quanto basata sulla solidarietà civile tra gli uomini, che si organizzano tra loro rendendo l'aiuto reciproco il vero cemento della nostra vita collettiva. Ed è per questo che rifiutiamo la religione in quanto forma ideologica di organizzazione dello Stato, con i suoi divieti ed effetti pratici nei confronti dei comportamenti quotidiani delle persone. Il fatto stesso che Dio sia "dentro di noi" rende bene l'idea di sentimenti vissuti individualmente, dunque privatamente. La religione fa parte del privato del singolo individuo, non appartiene affatto alla sfera pubblica. E allorquando interviene in quest'ultima, essa si autoannulla come filosofia morale, per trasformarsi in un clamoroso vuoto. Quando viene mantenuto nella sfera privata, invece, l'amore verso Dio è vissuto autenticamente, evitando che si trasformi in ipocrisia, in falso ritualismo, in mera 'contaminazione formale'. Noi dobbiamo rifiutare il fideismo fondamentalista e il misticismo superstizioso e antiscientifico, non le religioni nel loro complesso. La questione diviene delicata esattamente per questo motivo: non possiamo rinchiuderci nell'ateismo senza scrupoli, che conduce solamente all'intolleranza, a non credere più in niente e nessuno. Dalle religioni noi dobbiamo prendere le distanze, ciò è fuori discussione, ma non come atto preventivo di sfiducia, bensì per distinguere i credenti sinceri dai "sepolcri imbiancati": per riuscire a separare "il grano dal loglio". Perché, se crediamo nell'uomo, questo è il difficile compito che attende, oggi, i suoi figli.


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Alba - Fabrica di Roma (VT) - Mail - mercoledi 28 dicembre 2016 1.45
Caro direttore, lei č davvero sicuro che "la nostra societā č laica proprio in quanto basata sulla solidarietā civile tra gli uomini"? Personalmente non ci giurerei, anche perchč tra gente che pratica a tutti i livelli come suo sport quotidiano il beffare le leggi che sono a salvaguardia dei mezzi per praticare la solidarietā civile, temo di riuscire a riconoscerne poco, di senso civico e solidarietā concreta, al di lā della retorica. Buone feste ...
Roberto - Roma - Mail - lunedi 26 dicembre 2016 11.20
Un opinione "assennata". Sinceri auguri al Direttore e a tutta la redazione.


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