Michela ZanarellaInternet sta modificando letteralmente la nostra società. E lo spazio cibernetico in cui avvengono le operazioni di interazione, scambio di idee e condivisione delle informazioni non esclude la possibilità di costanti minacce. Se, da un lato, la dipendenza da 'cyberspace' consente un ampio coinvolgimento politico, economico e sociale, con nuove e crescenti opportunità in cui i mercati, nazionali e internazionali, sono più accessibili, dall'altro bisogna tener presente i numerosi rischi che potrebbero materializzarsi, poiché la rete è vulnerabile e i sistemi informatici vengono facilmente attaccati non solo da abili 'hacker', ma anche da terroristi e criminali. I malintenzionati possono colpire a livello planetario in pochi secondi, carpendo segreti industriali, oltre a informazioni commerciali o del tutto personali. Lo sviluppo della 'banda larga' e la riduzione dei costi per accedere alla rete favoriscono uno sviluppo del 'cyberspace'. Ecco perché diviene necessario migliorare la sicurezza del sistema. La cronaca mette in evidenza come in molti Stati si siano verificati 'attacchi' attuati sia da singoli, sia da gruppi strutturati, finalizzati alla sottrazione di informazioni riservate di imprese e organizzazioni. Tali azioni criminali sono in aumento. E riuscire a contrastare questa realtà con strategie di coordinamento e sensibilizzazione è divenuta una questione fondamentale. Non è un caso che la tranquillità e il benessere di una nazione siano strettamente legati anche alla capacità di protezione della rete: più si perfezionano gli strumenti di tutela, più saranno efficaci i sistemi della pubblica amministrazione o più generalmente economici del Paese. Per potenziare la sicurezza è richiesto un processo che metta in relazione pubblico, privato e ricerca. Riuscire a portare delle migliorie alle infrastrutture nazionali e alle organizzazioni governative, oltre che alle aziende e ai cittadini, è una 'sfida' a cui bisognerebbe giungere nel minor tempo possibile. Tutti coloro che, in qualche modo, sono a contatto con la rete devono essere consapevoli delle possibili minacce e devono essere in grado di affrontare il problema, migliorando il proprio livello di protezione. Il 'cyber crime' è un fenomeno universale, che può colpire chiunque, vista anche l'interdipendenza tra i sistemi informatici delle economie mondiali. Il progressivo aumento degli attacchi informatici, sia per quantità, sia per qualità delle azioni criminali, non sorprende più di tanto, proprio perché si sa che non esiste una certezza di rischio zero. Sono sempre più frequenti i furti di identità anche nei social, oltre alla violazione dei dati sensibili, frodi ed estorsioni informatiche e casi di spionaggio. Insomma, nessuno è al sicuro fino in fondo. Se non si attuano delle strategie difensive, si stima che, entro il 2020, le perdite economiche potrebbero arrivare a tremila miliardi di dollari. Lo rivela il 'Report global risks' del 'World economic forum'. Ma quali sono le potenziali vittime in Italia? Tra i 'bersagli', le imprese multinazionali e le istituzioni pubbliche, ma anche le piccole e medie imprese, che a dirla tutta sono le preferite per le scarse risorse di cui dispongono per dotarsi di un sistema di protezione. Incrementare la cultura della sicurezza nelle aziende minori dovrebbe risultare una priorità, un valore aggiunto e non superfluo. Anche perché, l'assenza di una tutela digitale può causare danni enormi, in termini di competitività, modernità, posti di lavoro. I protagonisti del 'cyber crime' sono in continua evoluzione e si stanno dotando di servizi sempre più specializzati. Tanto che esiste, sul mercato virtuale, una rete di veri e propri professionisti del crimine: molti 'hacker freelance' vendono competenze e strumenti come 'malware' e potentissimi virus a gruppi terroristici o altri soggetti sprovvisti di conoscenze tecnologiche. Esiste un mondo sommerso, una 'terra di mezzo' in cui gli attori del crimine digitale si muovono secondo una gerarchia ben precisa: il 70% è costituito da cyber professionisti; il 20% da organizzazioni criminali; il 5% da 'cyber-terroristi'; il 4% da 'cyber criminali' arruolati da enti governativi; l'1% da attivisti di svariato genere e tipo. In termini geografici, questi criminali, pur risultando sparsi a livello globale, sono maggiormente attivi in determinate aree del mondo. Gli attacchi tramite 'malware' si concentrano in Cina, Europa dell'est e America Latina; per i reati finanziari, il record spetta agli Stati Uniti; gli attacchi alle istituzioni finanziarie provengono principalmente da Romania, Russia, Paesi dell'Europa dell'est. Emerge, insomma, una situazione davvero complessa, con una ramificazione sempre più estesa e specifica, che punta a una nuova generazione di organizzazioni criminali molto sofisticate. Il tema 'cyberspazio' richiede un'attenzione e una cooperazione mondiale: la sicurezza informatica dovrebbe essere al centro di un impegno costante tra le nazioni, con 'tavoli di dialogo' in grado di prevenire, con un programma comune di 'alert', le tante minacce. In Italia, la sicurezza informatica, a differenza di altri Paesi, sembra essere argomento di scarso interesse, sia in termini politici, sia a livello economico-sociale. Le nostre istituzioni, ma anche i singoli cittadini, non hanno ancora preso pienamente coscienza dell'importanza della 'cyber security'. La scarsa e frammentata digitalizzazione della pubblica amministrazione è uno dei punti di debolezza nel nostro Paese, che fatica ad attuare una politica culturale all'altezza delle nuove tecnologie. Per stare al passo con gli altri Stati, l'Italia deve attuare delle soluzioni d'intesa tra ambiente produttivo e governativo, con l'aggiornamento sicuro e tempestivo dei software, puntando altresì alla formazione specifica degli operatori che si occupano di sicurezza. Mancano delle figure in grado di proteggere in modo adeguato lo spazio cibernetico. E manca una Laurea in 'cyber security'. La nostra sicurezza dovrebbe provenire da istruzione e policy. E questa è una delle tante 'nuove sfide' che dovrà presto essere affrontata, seguendo l'evoluzione del sistema nella sua globalità.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio