Michele Di MuroGiunto alla sua terza edizione, si è concluso, lo scorso 12 settembre, presso la 'Locanda Atlantide' di Roma, il concorso per 'High school band' organizzato dall'associazione 'Maxsi Events', di Matteo Caffarelli. Cinque band di ragazzi tra i 15 e i 18 anni che, dopo le serate di selezione succedutesi tutte le domenica da marzo a maggio, sono approdate alla finalissima. Tanti i premi in palio, tra i quali la possibilità di suonare al prossimo 'Mei' (Meeting delle etichette indipendenti) di Faenza. Per i gruppi in gara è stata un'occasione per esibirsi su un palco di una certa importanza innanzi a un nutrito pubblico, emergendo in tal modo dalla consueta sala prove e dal giro degli amici fedelissimi. Certo, il giudizio a cui si è sottoposti in manifestazioni di questo tipo può essere un elemento che un po' modifica la 'magia' del suonare sul palco. Tuttavia, sapersi mettere in gioco è anche un momento di confronto e di crescita, che mantiene tutta la sua utilità. La giuria chiamata a valutare le esibizioni e la proposta musicale era composta da Riccardo De Stefano, vicedirettore di 'Exit Well'; Antonio Sarubbi, direttore artistico di 'Maciste Dischi'; Tiziana Barillà, giornalista di 'Left'. Si è trattato di un'esperienza positiva, che ha restituito un piccolo 'spaccato' di cosa piace suonare agli adolescenti di oggi e del livello con cui si esibiscono. E' facile rivedersi nelle sensazioni, aspirazioni, speranze e forti emozioni che questi giovani hanno provato. Si leggeva sui volti dei musicisti, nella sicurezza eccessiva di alcuni quanto nella dolce timidezza di altri, l'importanza che la serata ha avuto per loro. I 'White Thunder' sono stati i primi a salire sul palco. Già cover band dei 'Judas Priest', sono una band di rock 'metal'. Il loro è stato un 'live' potente, sicuro nell'esecuzione. E i brani proposti, al di là di qualsiasi valutazione di gusto, risultano composti seguendo con efficacia i dettami del genere, con lunghe digressioni strumentali ben concepite. I 'Seagulls' sono invece una band di 'breatpop', che produce canzoni dalle atmosfere soffuse, delicate. I rimandi ai 'Coldplay', 'Radiohead' e 'Pink Floyd' sono risultati evidenti, ma i quattro si sono contraddistinti per un certo stile personale, ancora da affinare e, forse, da aggiornare, rispetto alle novità proposte dai loro stessi modelli, che tuttavia ha suscitato interesse e un riscontro immediato da parte del pubblico. L'evento è poi proseguito con l'esibizione degli 'Over the Bush': cover e brani inediti per presentarsi a pubblico e giuria, secondo uno stile eclettico, che fonde rock, funky, rap e hip-hop. Nonostante siano ancora piuttosto acerbi e l'esibizione necessiti di essere migliorata tecnicamente nelle sue dinamiche, il loro progetto è forse il più interessante e coraggioso, lasciando ben sperare per il futuro. I 'Fear of Apathy' sono invece una band metal risultata protagonista di un 'live' molto potente e sorprendente, vista la loro giovanissima età. Il genere ha evidenziato le loro capacità tecniche, aiutandoli a incanalare creativamente una rabbia e una voglia di 'spaccare' che ha saputo coinvolgere il loro seguito fronte palco. Gli ultimi a esibirsi sono stati gli 'X Hours': le loro canzoni sono un mix di pop, rock e soul in cui spicca decisamente la voce 'black' della cantante. La loro esibizione è risultata ben costruita, divertente e piacevole. E i loro brani ben scritti. Dopo i rituali minuti di trepidante attesa, sono stati decretati i vincitori: i 'White Thunder', la band che più di tutti a mostrato maturità e precisione di esecuzione. Questa la classifica finale: I) White Thunder; II) Seagulls; III) Fear of Apathy; IV) X Hours; V) Over the Bush. I vincitori si sono aggiudicati l'esibizione al 'Mei' di Faenza, un singolo prodotto da 'Maciste dischi', un videoclip e un'intervista curata dalla rivista 'Exit Well'. Immaginabile l'estrema soddisfazione dei vincitori e la delusione degli altri. Si coltiva, tuttavia, la speranza che esperienze del genere siano una festa in cui la sanguigna concorrenza venga messa da parte per godersi, invece, il momento, lo stare sul palco e la voglia di comunicare la propria musica, perché in fondo solo questo conta. Più in generale, si può comunque sottolineare come il livello dei gruppi in gara sia stato piuttosto alto: un preciso segnale di come le nuove generazioni non abbiano affatto perso né la passione, né la voglia di sperimentare, studiare e 'sudarsi' ogni singolo traguardo.


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