Vittorio CraxiLe monetine scagliate contro Mussari non sono paragonabili a quelle contro mio padre: stavolta siamo di fronte a uno scandalo da più di 3 miliardi di euro, cioè a 10 Tangentopoli messe assieme. L’Italia di Craxi era al 5° posto tra le potenze economiche mondiali mentre oggi, dopo 20 anni di una seconda Repubblica sorta sulla menzogna e sull’ipocrisia, Partiti personalistici come l’Idv si sono sciolti come neve al sole in una marea di scandali finanziari e personaggi come Fiorito, uno dei principali lanciatori di monetine davanti all’Hotel Raphael, stanno in galera. Siamo di fronte al tracollo di un capitalismo finanziario completamente ‘marcio’, a industrie di Stato che dovevano essere sottoposte a un severo controllo da parte del Governo, dunque da chi attualmente lo presiede. Il famoso discorso alla Camera di mio padre in questi 20 anni è stato ‘letto’ come una chiamata di correità, mentre invece era il tentativo di dare una risposta politica a un malcostume diffuso, in un Paese che risulta essere, in Europa e nel mondo, il ‘fanalino di coda’ nella lotta alla corruzione. Ciò dimostra pienamente come negli anni di Tangentopoli ci si sia limitati a ‘gettare l’acqua sporca con tutto il bambino’. La politica può e deve diventare un’altra cosa: noi socialisti abbiamo pagato un prezzo altissimo e subìto, per 20 lunghi anni, l’onta del disonore. Appare assurdo che, oggi, a denunciare una ‘nuova Tangentopoli’ sia Mario Monti, ovvero colui che doveva controllare procedure e comportamenti delle nostre industrie di Stato. E sbaglia Berlusconi quando afferma che i nostri manager di Stato, per poter fare affari all’estero, sarebbero costretti a pagare il ‘pizzo’: questo è un ragionamento francamente inaccettabile.




Candidato capolista al Senato della Repubblica per il Partito socialista italiano nel collegio regionale del Lazio
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