Troppo spesso dietro la contrapposizione tra "politica del dire" e "politica del fare" oggi in Italia si avverte solo un vuoto di pensiero. Nostra intenzione è colmarne almeno una parte. Lo faremo affrontando ogni mese un argomento e lo faremo con un approccio laico -il nostro approccio- che riteniamo sia il più adatto per capire e governare la modernità.
Niente è più attuale e può spiegare meglio il nostro modo di vedere le cose delle splendide parole pronunciate in una orazione funebre da Pericle di Atene che, a nostro avviso, contengono già lo schema della società aperta di Popper:
“Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Le nostre leggi assicurano un'eguale giustizia a tutti indistintamente nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo le istanze dell'eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora egli e' preferito per il servizio pubblico, non come un fatto di privilegio, ma come ricompensa per il merito e la povertà non costituisce un impedimento. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo il nostro prossimo se preferisce vivere a modo suo ma questa libertà non ci rende anarchici. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà il frutto del valore e non ci tiriamo indietro di fronte ai pericoli di guerra”.
Avremmo voluto iniziare quest’avventura editoriale affrontando la questione dell’immigrazione -che sarà invece argomento del prossimo numero- ma l’11 settembre la civiltà è stata ferita e questa prima uscita è quindi dedicata all’anno zero che vive oggi il mondo contemporaneo. Anche su questo tema le parole di Pericle di Atene avanti riportate circa la libertà, il valore ed i pericoli di guerra non solo sono attualissime, ma servono da monito ai tanti ipocriti e pusillanimi di casa nostra.

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