Giorgio PrinziIl Comitato italiano per il rilancio del nucleare (Cirn) ha già razionalmente riflettuto sulla questione energetica, ma prende atto che, forse solo per ragioni contingenti, altri sono ufficialmente ancora in pausa si riflessione. Di ripartenza del nucleare si tornerà probabilmente a parlare in termini pratici in autunno, quando, sbollito lo tsunami degli esagitati antinuclearisti, l'onda di deflusso comincerà a rimuovere oscurantiste paure e irrazionali timori, magari a cominciare proprio dall'atteggiamento dell'opinione pubblica giapponese, la più direttamente coinvolta, che attualmente si oppone drasticamente ad ogni ipotesi di riapertura del sito di Fukushima, nonostante i reattori 5 e 6, che al momento della catastrofe naturale erano in fermata fredda, non abbiano subito danno alcuno e potrebbero pertanto essere riavviati dopo i controlli di rito, con il conseguente completamento dei reattori 7 e 8 in costruzione. Un più ampio cenno a questa eventualità nella parte finale di un articolo pubblicato da Agenzia Radicale. Comunque, noi continuiamo a tenerci in forma, se non altro confrontando i differenti punti di vista tra noi nuclearisti, come nel recente seminario svoltosi presso la redazione de L'opinione delle Libertà. Inoltre, lo scorso 13 maggio 2011 siamo intervenuti al Convegno di studi “Italia, Mediterraneo, Medio Oriente: prospettive geopolitiche”, che si è svolto presso il Salone delle Conferenze del museo dell’Ara Pacis, a Lungotevere in Augusta in Roma, nel corso del quale sono state analizzate anche le problematiche energetiche, strategiche sotto il profilo geopolitico e di stabilità dell’area. Il convegno è stato organizzato per discutere del ruolo dell'Italia in due degli scenari di crisi più importanti nell'attualità internazionale: il Mediterraneo e il Medio Oriente. Queste aree rappresentano, in effetti, anche opportunità economiche e politiche per l'Italia, che soffre storicamente di scarsa capacità di pensare la propria politica estera. La riflessione sulla tematica, portata avanti dalla cattedra di Geografia politica ed economica del professor Gianfranco Lizza, ha proprio lo scopo di pensare la politica internazionale sulla base delle relazioni spaziali e dei dati territoriali. Si è scelto dunque di discutere di questo tema, aprendo ai massimi esponenti delle istituzioni, dall'Esercito alla diplomazia, fino all'Eni. Un rapporto di reciprocità e di scambio tra le istituzioni del nostro Paese è infatti elemento imprescindibile per creare quel senso di condivisione che fa da presupposto a ogni azione politica concertata. Infine, guardando alle recenti radici, alla riedificazione dell’Italia liberale e democratica risorta dopo un ventennio di regime con la partecipazione a quello che viene inteso come “il secondo Risorgimento d’Italia”, cioè lo sforzo corale e di massa nella Guerra di Liberazione, abbiamo infine preso parte al convegno di Storia organizzato da Giovanna Canzano e Ubaldo Croce, che ha avuto luogo sabato 14 maggio 2011 a Morlupo, in provincia di Roma, presso il Teatro comunale “Aldo Fabrizi” in via del Mattatoio 58. Il tema da noi trattato in quest'ultima sede si impernia sulle vicende armistiziali interpretate nell’ottica della tesi illustrate nel volume di recente pubblicazione “Salvare il salvabile” (video su http://www.youtube.com/watch?v=-yPBFk1nPr0) di cui il sottoscritto è autore insieme allo storico Massimo Coltrinari. La relazione è stata il naturale prosieguo di quella tenuta a un analogo convegno svoltosi lo scorso 30 ottobre 2010 presso l’Hotel Letizia a Orte Scalo.




Segretario nazionale del Comitato italiano per il rilancio del nucleare (Cirn)
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