Vittorio Lussana

Questa settimana parliamo di Halloween, che forse è meglio. Anche perché è sorta, in questi ultimi anni, una polemica populista che tende a fotografarla in quanto ricorrenza laica o una specie di 'amerikanata'. Sono, ovviamente, tutte sciocchezze. La celebrazione della notte di Halloween, in realtà, ha origini cattoliche. Essa nacque in Irlanda ed è collegata al 2 novembre, giorno dedicato ai nostri defunti. In pratica, proprio per scacciare tristezze e nostalgie, a qualcuno venne l’idea di festeggiarli in allegria, attraverso svariate forme di giocoso esorcismo. La notte di Halloween, pertanto, è trasgressiva in tal senso: ci si prende gioco delle paure in generale e della morte in particolare. Una festa che si è laicizzata, dunque. Ai giorni nostri, la serata ha infatti assunto una connotazione illuminista, al fine di prendere in giro le religioni cumulative con i loro condizionamenti psicologici. Forse, possiede anche degli aspetti un po’ superstiziosi, perché qualcuno la festeggia in 'chiave' horror, quasi per allontanare l’idea della morte o il culto ossessivo di essa. Eppure, la ricorrenza piace a tutti proprio perché riesce a incrociare tendenze diverse, anche tra le 'nicchie' più oscurantiste o conservatrici. Non si tratta, insomma, di riti satanici: l’usanza originaria era proprio quella di riunirsi attorno al fuoco per scaldarsi durante i primi freddi autunnali o come festa di fine estate, ricordando le vicende di avi o parenti che non c’erano più, oppure storie spaventose di streghe che si aggiravano nei boschi. Le quali, in non rari casi, erano considerate particolarmente furbe, dotate di un proprio fascino intrigante, seppur vestite di stracci. Ecco perché, nel corso dei secoli, la ricorrenza ha assunto la caratteristica di una festa in costume. Essa non è affatto una serata di 'sinistroidi' radical-chic: anzi, l’idea di utilizzare le zucche come lanterne spaventose, illuminate dall’interno, o la consuetudine di mandare i bambini a raccogliere dolci e biscotti fatti in casa, tradisce le sue origini contadine e popolari. In Sardegna, per esempio, resiste ancora oggi la tradizione del ‘Su mortu mortu’. Insomma, Halloween non è affatto una festa di sinistra: il solo scopo dei giovani seguaci del cinema horror che negli anni ‘80 del secolo scorso la rilanciarono, fu quello di inventarsi una serata a tema diversa dal solito. La notte di Halloween è una tradizione dei popoli cattolici del nord, che agli occhi di noialtri mediterranei assume un 'taglio' espressamente anglosassone o mitteleuropeo. Alcuni esponenti del clero cattolico l’hanno criticata per questo, descrivendola come una celebrazione celtica, pagana o americana, ben distinta rispetto alla festa di Ognissanti e dalla commemorazione dei defunti. Altri studiosi, invece, hanno riconosciuto le comuni origini storiche tra Halloween e il giorno dei morti, osservandone le evidenti ritualità cattoliche europee pur tra le individuabili tracce celtiche. Infine, altri esponenti del clero più illuminato hanno difeso la festa, sottolineando come fu proprio la Chiesa di Roma a preservarne la ricorrenza nel IX secolo dopo Cristo, cristianizzandola. In verità, la festa di Halloween fu a lungo osteggiata proprio dai seguaci della Riforma luterana e calvinista, diventando il bersaglio di attacchi anticattolici. A partire dal XVIII secolo, infatti, si diffuse una falsa etimologia secondo la quale un’antica divinità chiamata Samhain, dio celtico della morte, pretendesse il sacrificio di alcuni bambini in suo onore. Di conseguenza, alcuni gruppi cristiani riformati boicottarono Halloween per secoli, ritenendola una festa satanica. Ma si tratta di una ricostruzione storicamente errata, che trovò diffusione in seguito a un errore d’interpretazione contenuto in un'opera del militare britannico, Charles Vallancey. Insomma, la notte di Halloween, anche se con aspetti commerciali o di tendenza modaiola, fu un’idea rilanciata da alcuni giovani 'dark' seguaci di gruppi rock come i Cult e i Cure, nonché amanti del cinema horror, annoiati e vogliosi di incontrare giovani ragazze inguainate nelle loro calze nere e gli stivaloni in pelle. La serata ha perciò assunto forti connotazioni edoniste vagamente fetish: una caratteristica tipica degli anni ‘80 del secolo scorso. Un decennio in cui le cose andavano bene ed eravamo tutti giovani e felici. Anche se, a quei tempi, non lo sapevamo.

 




(articolo tratto dalla rubrica settimanale 'Giustappunto!', pubblicata su www.gaiaitalia.com)

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