Valentina Spagnolo

Festa, giochi e premi in sostegno dell’autismo e alla cura della leucemia: una serata di vera solidarietà al Gravina Tredici di Portici (Na)

Anche quest’anno, dopo grande attesa, si ripete il 'charity party' di Natale 'Christmas and Lawyers', creato e sostenuto dallo Studio Legale Savarese e dal Centro Studi 'Piero Calamandrei'. L’evento è giunto alla IX edizione e si terrà domenica 21 dicembre, a Portici (Na), presso il locale Gravina Tredici, in piazza Gravina n. 13. La serata si apre alle ore 20.00 con una cena riservata soltanto ai numerosi sponsor che si sono impegnati a supportare l’iniziativa. Mentre, a partire dalle 22.30, con accesso gratuito, ma solo su lista nominale, la seerata proseguirà con lo svolgimento di giochi natalizi: dalla tombola alla lotteria di Natale, fino al conclusivo e coinvolgente 'disco party' dalle ore 00.00. Il motivo centrale dell’evento è, ovviamente, il suo scopo benefico. Infatti, parte del ricavato della beneficenza sarà destinato alla realizzazione di un cortometraggio che narra la storia di un ragazzo autistico nel suo viaggio esistenziale e d’inclusione nella società. Accanto a tale tema, l’iniziativa vuole sostenere anche una raccolta fondi destinata alla cura e ricerca dei malati di leucemia. Una serata di piena condivisione, stretta attorno a un 'albero natalizio' di esclusiva solidarietà. L’avvocato Alessio Savarese si unisce a tutto lo staff “augurando a tutti i partecipanti all’evento o che lo sostengono, i migliori auguri di un sereno Natale 2025 e un felice anno nuovo, attendendo di condividere insieme una splendida serata nel nome della solidarietà per importanti cause comuni”. Gli sponsor dell’evento sono i seguenti: Lex pro elite; avvocato Marco Esposito; Studio Legale Libonati; 'Dimensioni Ufficio' di Rambaldi Alessandro; 'Capuozzo Fiori'; Studio Legale Savarese; 'Silò'; 'Lo.gamed'; Glaudio De Martino International Hair Stylist; Centro Studi 'Piero Calamandrei'; Unione Giovani Penalisti di Nola; Studio Legale Gambardella Annalisa; Netminds.

 

 


AFORISMI FIORENTINI
Un piccolo ricordo personale
Articolo di: Il Taciturno

Il Taciturno

Alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso, il cardinale Giovanni Benelli, molto amato ma molto discusso vescovo di Firenze, dedicò una ferma e decisa omelia al problema dell'aborto. La cortesia dell'allora direttore de ‘La Nazione’ consentì a me, poco più che ventenne segretario della Gioventù liberale, di avere un grande spazio nella cronaca di Firenze per replicare al cardinale. Leggo ora, incredulo, che l'attuale vescovo ha dedicato la sua omelia all'overturisme. Se io fossi stato, ma per fortuna di tutti - e soprattutto mia - non sono, vescovo di Firenze, avrei parlato dei senzatetto, che in numero sempre maggiore vivono nella nostra città e della crescente violenza di strada. Conclusione: sono passati i decenni, da giovane liberale sono diventato un vecchio liberale e il dissenso con la curia fiorentina si ripropone invariato, ma devo registrare che il livello della discussione è diventato veramente demoralizzante.


TECNOLOGIA
Talk the Changes
Articolo di: Iulia Grecu

Iulia Grecu

L’incontro tra patrimonio culturale e nuove tecnologie apre una stagione in cui cambiano metodi, linguaggi e forme di conoscenza. In questa trasformazione s'inserisce 'Talk the Changes': il podcast realizzato con l’Università 'Roma Tre' e prodotto da Hf4, mettendo al centro l’evoluzione dei processi formativi e della ricerca. I 19 episodi della serie raccolgono l’esperienza del progetto 'Changes', che dal 2022 ha costruito una rete nazionale dedicata all’innovazione nel settore del patrimonio culturale. Attraverso il dialogo tra discipline diverse, il podcast mostra come le nuove tecnologie stiano introducendo una diversa percezione dei dati, nuove modalità di restituzione dei contenuti e una relazione più dinamica tra memoria e futuro. La narrazione si sviluppa attraverso casi concreti: dalle ricostruzioni del passato archeologico tramite droni e sistemi di analisi avanzata, alla realizzazione dei 'Gemelli digitali' dei monumenti.


MUSICA
Mario Biondi 20 anni dopo
Articolo di: Lucilla Corioni

Lucilla Corioni

Vent’anni, per Mario Biondi, sono una cifra tonda da celebrare. Ma non distrattamente, perché sono una trama fitta di concerti, incontri, canzoni che hanno imparato a stare al mondo. Tutto comincia nel 2006, quando 'This is what you are' ruppe gli argini della scena italiana e portò una voce profonda, inconfondibile, nei club, nei teatri e nei festival di mezzo pianeta. Da allora, nulla è rimasto fermo. Quel singolo, contenuto nell’album 'Handful of soul', ha aperto una stagione nuova: il soul-jazz parlato con accento italiano che diventa lingua universale. Da lì, una carriera internazionale che conta esibizioni in 50 Paesi, certificazioni Oro e Platino e una presenza costante sui palchi più autorevoli d’Europa e del mondo, dalla Royal Albert Hall di Londra ai grandi festival jazz e soul. L’interprete, ma  anche autore, produttore e arrangiatore, Mario Biondi, ha costruito il proprio percorso professionale senza scorciatoie, affidandosi a uno stile riconoscibile e a una relazione sincera con il pubblico. Pertanto, proprio nel cuore di questo anniversario, si è pensato a un ritorno speciale, carico di memoria e affetto. Dal 12 dicembre scorso è, infatti, disponibile, per Sony Music Italia, la riedizione di 'A very special Mario Christmas': una nuova veste del fortunato 'Mario Christmas' del 2013. L’album raccoglie i grandi classici natalizi riletti con misura ed eleganza. E si arricchisce di 'Cool Yule' (feat. Antonio Faraò), raffinatissima reinterpretazione del brano scritto da Steve Allen e reso celebre, nel 1953, da Louis Armstrong: una figura che Biondi ha sempre indicato come suo riferimento essenziale. Il dialogo musicale con il pianista jazz, Antonio Faraò, dona al pezzo un respiro colto, fatto di dettagli e ascolto reciproco.

 


CURIOSITA'
Babbo Natale
è stato giustiziato

Articolo di: Anna Maria Baiamonte

Anna Maria Baiamonte

Le festività natalizie del 1951 sono ricordate per un fatto di cronaca del tutto peculiare, che per la prima volta, in Francia, accese un vivo dibattito sul ruolo di Babbo Natale nel panorama delle celebrazioni cristiane. Alle tre di domenica pomeriggio, il 23 dicembre, un fantoccio di Babbo Natale fu prima impiccato all’inferriata davanti alla porta principale della cattedrale di Digione e poi arso sul sagrato, con l’accusa di essere un eretico e un usurpatore. La sua barba fu avvolta dalle fiamme e l'immagine scomparve nel fumo, di fronte a centinaia di bambini. Questo atto di plateale crudeltà destò grande risonanza mediatica, finendo sulle prime pagine di molti quotidiani, come 'France-Soir', che il 24 dicembre 1951 ne diede un dettagliato resoconto giornalistico. L’occasione non mancò di attirare l’attenzione di diversi intellettuali, tra i quali l’antropologo Claude Lévi-Strauss (1908-2009). L’autore di 'Tristi Tropici' dedicò all’analisi e alla critica dell’accaduto il saggio 'Le Père Noël supplicié' (Babbo Natale giustiziato, ndr), pubblicato nel 1952. La macabra esecuzione pubblica segnava l’acme di una querelle religiosa alimentata dal clero cattolico e, con toni più pacati, da quello protestante, uniti nell’obiettivo comune di riaffermare la centralità della nascita di Cristo come unico fulcro della festa. Le due Chiese erano, infatti, molto preoccupate per il dilagare del mito pagano di Babbo Natale, mentre in tutta Europa, con la ripresa dell’attività economica, si assisteva a uno sviluppo delle celebrazioni natalizie di portata inedita, risultato in gran parte diretto dall’influenza e dal prestigio americani, all’indomani del secondo conflitto mondiale.

 


SALUTE
Che cos'è il Pha
Articolo di: Cristian Cacace

Cristian Cacace

Ci è stato chiesto, di recente, un approfondimento in merito al Pha, acronimo della dicitura inglese "Peripheral Heart Action" (letteralmente: “Azione periferica del cuore”, ndr). Sviluppato negli anni '50 del secolo scorso dal dottor Arthur H. Steinhaus, questa tecnica è andata molto in voga grazie all’utilizzo di numerosi 'body builder' di fama mondiale. E’ un tipo di allenamento con i pesi in modalità 'circuit training': l’idea è cioè quela di stimolare in un circuito gruppi muscolari lontani tra loro, al fine di evitare ristagni di sangue e di liquidi in un solo distretto, soprattutto di acido lattico, prodotto durante lo sforzo dai muscoli: una sostanza che poi ci lascia una sensazione di fatica. Ciò facilita la circolazione e il ritorno venoso verso il cuore e migliora l’efficienza cardiovascolare dell’individuo. Il circuito va stimolato con i pesi, anche se ci sono varianti mediante l’utilizzo di macchine cardio con una sequenza di esercizi in 'total body', che cioè coinvolga tutti i muscoli del corpo. Insomma: è il modo migliore per incrementare la forma fisica attraverso uno sforzo, della giusta intensità, su cuore e polmoni. Il metodo Pha ha proprio questo come obiettivo specifico, in un tempo più breve. Fondamentale è la scelta dei giusti esercizi, alternando il coinvolgimento dei muscoli della parte inferiore e di quella superiore del corpo. La tecnica è importante anche nella lotta alla ritenzione idrica.