Vittorio LussanaCon un ‘concerto-maratona’ al quartiere Testaccio, tenutosi lo scorso 14 ottobre, la capitale d’Italia ha reso omaggio al fondatore del Folkstudio: un personaggio indimenticabile, il vero grande anticipatore di tutta la produzione artistica, interculturale e musicale della ‘piazza romana’

Campione di football americano, per ben due volte vincitore del Superbowl, artista, attore e musicista afroamericano, Harold Bradley è scomparso a Roma il 12 aprile 2021. Negli anni ‘60 dello scorso secolo aveva fondato il celebre ‘Folkstudio’: storico locale ‘trasteverino’ frequentato, tra gli altri, da Renzo Arbore, Pippo Franco, Walter Veltroni e Giovanna Marini. Un luogo che ha ospitato artisti internazionali del calibro di Bob Dylan, dove con caparbia determinazione l’artista e cantante statunitense, sposato con una ebrea tedesca di Berlino, ha promosso lo spirito interculturale della ‘città eterna’, favorendo l'incontro tra artisti e intellettuali di ogni parte del mondo, la conoscenza e il confronto tra le diverse culture. La sua creatura ha ospitato quasi tutti i protagonisti del jazz italiano dell'epoca: da Massimo Urbani a Gegè Munari; da Enrico Pierannunzi a Tullio De Piscopo e Maurizio Giammarco. Nello spazio ‘trasteverino’ hanno mosso i loro primi passi molti artisti divenuti famosi, come Rino Gaetano e Sergio Caputo, Stefano Rosso e Mimmo Locasciulli, Gianni Togni, Tony Santagata e Jimmy Fontana. Per non parlare di Francesco De Gregori e Antonello Venditti, che proprio al Folkstudio esordirono con il loro primo gruppo, chiamato per l’appunto ‘I giovani del Folk Studio’: un quartetto completato da Giorgio Lo Cascio ed Ernesto Basignano. Stiamo parlando dei famosi “quattro ragazzi con la chitarra e il pianoforte sulla spalla” finiti nella prima strofa della celebre canzone ‘Notte prima degli esami’... Nato a Chicago il 13 ottobre 1929, il carissimo Harold Bradley avrebbe compiuto, quest’anno, 93 anni. E la città di Roma è stata proprio quella in cui scelse di tornare ad abitare dopo un ventennio di successi, che negli Stati Uniti lo avevano visto docente universitario e conduttore televisivo di programmi culturali sui canali Cbs e Nbc. Non si poteva perdere l’occasione per rendere un doveroso omaggio a questo importante artista e intellettuale, che ha profondamente inciso nella cultura capitolina più recente: la Roma delle “notti di sogni e di coppe dei Campioni”. Ecco, dunque, il vero perché dell’appuntamento all’ex Mattatoio di Testaccio, tenutosi presso la Città dell’Altra Economia, che ha ospitato una ‘jam session’ in sua memoria intitolata: ‘Happy Birthday Harold Bradley’. Con gli interventi dei figli, Oliver e Lea Bradley, atterrati a Fiumicino per l’occasione provenienti rispettivamente da Berlino e da Chicago, a esibirsi in questo concerto a ingresso gratuito c'erano più di 20 musicisti e artisti internazionali, a lungo legati ad Harold poiché hanno suonato al suo fianco molte volte in passato e che si sono riuniti per celebrarlo con una festa musicale pubblica, che ha lasciato ampio spazio all’improvvisazione. A questa vera e propria maratona musicale hanno partecipato grandi gruppi storici, come la ‘Jona’s Blues Band’ con special guest Fulvio Tomaino e Luca Casagrande; la ‘Mario Donatone Band’, con Gio' Bosco & ‘World Spirit Orchestra’; il trio ‘Dylan Garage’; il quartetto blues ‘Jump Aces’; Vladimiro Marcianó & ‘Unbound Voices’; la ‘Tortuga’ blues band, unitamente a numerosi protagonisti della scena musicale contemporanea, quali: Stefano Carboni (chitarra e voce); Marcello Convertini (cantante, chitarrista e armonicista); Eric Daniel (sassofonista); Piero Fortezza (batterista); Andrea La Malfa (percussionista); Lea Machado (cantante, danzatrice e compositrice); Sandro Oliva (chitarrista e compositore); Francis Kuipers (compositore e chitarrista); Paolo Rainaldi (chitarrista); Marcello Rosa (trombonista e compositore); Gavino ‘Rossovino’ Parretta (armonicista, chitarrista e voce); Paolo Strina (chitarrista); Marco Vannozzi (bassista e contrabbassista); Alberico Di Meo (pianista, compositore e arrangiatore) e molti altri ancora. Per parlare di questo evento, abbiamo intervistato Massimo Gazzè, presidente della Consulta Cultura del Municipio ‘Roma IX’: quello della zona Eur, tanto per intenderci…

Presidente Gazzè, come e quando avete deciso di organizzare questa jam session dedicata a Harold Bradley?
“L’idea di organizzare un concerto in sua memoria è sorta spontaneamente tra i tanti musicisti suoi amici appena è scomparso. I suoi figli, Oliver & Bea, hanno subito raccolto con gratitudine questa testimonianza di affetto, ma la pandemia ha costretto tutti noi a rimandare questa doverosa celebrazione, che finalmente ha avuto luogo lo scorso 14 ottobre 2022, quando al Testaccio è andata in scena una vera e propria maratona musicale, alla quale sono intervenuti tantissimi musicisti e diverse band: tutti protagonisti della scena musicale contemporanea capitolina. E' stato un concerto e un evento indimenticabile".

Come Consulta della Cultura del Municipio Roma IX, quella dell’Eur, in questa occasione avete presentato anche l’Harold Bradley Intercultural Department: in cosa consiste questa iniziativa?

“Il nostro è stato tra i primi municipi capitolini a inserire le ‘attività interculturali’ tra le categorie previste negli Albi municipali delle Associazioni culturali. Una proposta della Consulta della Cultura che è stata approvata all’unanimità dai Consiglieri di maggioranza e opposizione del Municipio: un fatto assai significativo. Uno degli aspetti che hanno spinto gli ‘eredi Bradley’ a darci fiducia è stata proprio la nostra attenzione e sensibilità allo spirito interculturale, di cui Harold Bradley è stato un vero pioniere. Afroamericano, sposato con una ebrea tedesca di Berlino conosciuta in Italia, Harold ha profondamente inciso sulla cultura capitolina dei decenni scorsi e, attraverso l’arte e la musica, nella nostra ‘città eterna’. Fu lui il vero promotore ‘ante litteram’ dello spirito interculturale della nostra città, favorendo l'incontro con artisti e intellettuali di ogni parte del mondo, la conoscenza e il confronto tra diverse culture. Direi che è stato del tutto naturale dar vita a questa iniziativa: attraverso la straordinaria figura di Harold Bradley vogliamo promuovere e diffondere lo spirito interculturale che questo grande uomo ha perfettamente incarnato fin dagli anni ’50 del secolo scorso, continuando a testimoniarlo per tutta la sua vita”.

Quali altre iniziative avete in cantiere?
“In collaborazione con l’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ e la statunitense University of Iowa abbiamo iniziato, proprio in questi giorni, a catalogare e a valorizzare il suo importante lascito, custodito dalla Consulta della Cultura. Insieme a disegni, dipinti, istallazioni artistiche, dischi, nastri, locandine, fotografie, documenti audiovisivi e cartacei. Il ‘cavalletto’ dove dipingeva, la scrivania dove scriveva, il tavolo e i divani in cui riceveva i suoi ospiti. Una mole di ‘memorabilia’ sportivi e culturali: tutti oggetti di grande impatto emotivo, che saranno utilizzati per realizzare delle ‘Stanze-Museo’ in sua memoria a Roma e Chicago. Era una personalità di grande carisma. E’ stato infatti definito un ‘predicatore’: davvero nessuno come lui aveva compreso come lo spirito interculturale fosse uno strumento di libertà e progresso, di pace e fratellanza universale. Noi lo vogliamo onorare, proseguendo la sua ‘predicazione’ e, soprattutto, la sua testimonianza di vita. Ecco perché stiamo già lavorando per organizzare un vero e proprio festival interculturale tra arte, musica, cinema, sport e folklore: tutte espressioni culturali in cui Bradley si è cimentato nella sua vita. E sempre con indiscutibile successo”.




(intervista tratta dal sito www.funweek.it)


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